In Italia come in Francia?

I francesi sono scesi in piazza in massa per protestare contro la (contro)riforma pensionistica che aumenterà l’età pensionabile da 62 a 64 anni. Il 92% dei lavoratori e delle lavoratrici, stando ai sondaggi, hanno dichiarato la loro contrarietà a questa misura antipopolare. Ma non si sono limitati a rispondere ai sondaggisti o a sfogarsi sui social. Sono scesi in piazza, anche parecchio incaxxati.

La mobilitazione popolare di massa sta mettendo nell’angolo il governo e sta spaccando trasversalmente le forze politiche. Il governo potrebbe trovarsi nella condizione di non avere i numeri per approvare la “riforma” con il rischio di cadere. Ma anche se ciò non avvenisse nell’immediato in “virtù” di giochi di palazzo o mediazioni dell’ultima ora,  il futuro di Macron potrebbe essere irrimediabilmente compromesso, tradito dalla sua stessa arroganza.

Da quanto tempo in Italia non assistiamo ad una mobilitazione popolare talmente potente da far cadere un governo?  Da quanto tempo i lavoratori e i ceti popolari italiani subiscono in silenzio? Eppure ne avremmo di ragioni per fare come i francesi, forse, se non sicuramente, anche di più.

Cosa aspettiamo? Cosa ci frena? Cosa ci paralizza?

Francia, la riforma delle pensioni scavalca il Parlamento: rabbia in piazza  - Vatican News

Fonte foto: da Google

 

8 commenti per “In Italia come in Francia?

  1. Enza
    24 marzo 2023 at 17:56

    Mi permetto di offrire la mia risposta : noi pensiamo all’oggi, i francesi al domani. Il che non esclude per i secondi la ricerca del piacere, del confort, del benessere quotidiano. Anzi proprio per questo, vogliono andare in pensione in buona salute, in un’età in cui sia possibile ancora godere dei piccoli piacere della vita. Noi campiamo alla giornata avendo come unico grosso pensiero quello di avere la casa di proprietà. Siamo abituati a sopravvivere e non a vivere. Nell’arte della sopravvivenza, abbiamo affinato le astuzie, i mezzucci, gli egoismi. Abbiamo perso, se mai lo abbiamo avuto, il senso di comunità. Qui il discorso dovrebbe andare oltre, con analisi più articolate e sottili su senso di appartenenza, memoria e identità.
    Occorre fare anche una riflessione volante sulla latitanza dei sindacati, ormai incancrenita, che ha frantumato ogni residuo slancio di protesta contro il potere costituito e le decisioni ostili ai lavoratori. La triade in particolare è diventata il sedativo, il filtro soporifero.
    Cosa che in Francia non è accaduta.
    Anche se volessimo fare una manifestazione per qualsiasi ingiustizia o volessimo concorrere a un nuovo ’48 europeo, mi si dica se, a parte Usb, ci sono organizzazioni sindacali ben strutturate e territorializzate a guidare e indire le proteste a macchia d’olio. In Francia la sollevazione è ovunque e non solo a Parigi. Qui si parte per Roma, con migliaia di bandiere, autobus e kit per gita da diporto…
    Dimenticavo : moltissimi i giovani nelle vie e piazze d’oltralpe. I nostri sono a mangiare, bere, stare nelle movide, divertirsi e spendere ciò che guadagnano se lavorano, o sperperare i soldini del Rdc, dei genitori, dei nonni.
    Tirando le somme, mettiamoci il cuore in pace.
    Calma piatta.

  2. maria
    25 marzo 2023 at 12:21

    il cuore in pace proprio no La denuncia deve essere forte e chiara contro i Sindacati di Stato e i sodali del PD PDS ecc ecc E’ troppo sfacciata la complicità trentennale con Confindustria e compagnia da non considerare la Triplice responsabile e colpevole dello sfascio sociale e culturale delle classi lavoratrici Hanno mortificato le loro potenzialità di cambiamento e di conflitto con il ricatto,la paura e l’omertà
    Chi ha gli strumenti alzi la voce

  3. Enrico
    25 marzo 2023 at 13:02

    Purtroppo sono d’accordo, in massima parte, con Enza..

  4. Andrea
    26 marzo 2023 at 11:43

    Tuttavia faccio notare che in Europa i francesi (storicamente rivoluzionari) sono un caso unico, perché anche in altri paesi non succede nulla.(*)
    Non è una consolazione, bensì una constatazione.
    Esempio: in Grecia e in Danimarca si va in pensione a 67 anni, ma nessuno ha fiatato.
    Anche paesi come Belgio, Bulgaria, Germania, Irlanda, Paesi Bassi e Spagna alzeranno tutti l’età pensionabile a 67 anni entro il 2031 e pure in questo caso non è volata una mosca.
    Tutti piegati a novanta gradi.
    Un altro particolare di cui i media europei (non solo italiani…) non parlano è quello relativo al fatto che, mediamente, nell’unione europea gli uomini vanno in pensione a 64 anni e 4 mesi, le donne invece a 63 anni e 4 mesi, nonostante la vita media dei primi sia inferiore a quella femminile.
    Questo è un tabù ovunque, anche in Francia.

    ——————-

    (*) I francesi sono un popolo unito da 1500 anni, gli italiani un popolo disunito da oltre 160 anni.
    I primi sono patriottici, i secondi no.
    Gli italiani sono esterofili e parimenti convinti che l’erba del vicino sia sempre più verde.
    Il disprezzo di sé, del proprio popolo, della propria nazione, è un tratto caratteristico della gran parte degli italiani, specie se di sesso maschile.
    Tutto il resto è consequenziale.

    • Fabrizio Marchi
      26 marzo 2023 at 12:00

      Bè, veramente l’Italia dal crollo dell’impero romano fino al 1861 non è esistita, ed è stata frammentata in tanti rivoli sottoposti a ripetute dominazioni da parte di altri stati e nazioni che hanno fatto il bello e il cattivo tempo per quasi tredici secoli…Poi se mi dici che lo stato unitario è rimasto di fatto diviso sono d’accordo, ma questo è un altro discorso.
      La Francia invece comincia a sviluppare un senso di identità nazionale, intesa nel vero senso della parola (certo, prima c’erano i franchi ma non possiamo ancora parlare di una vera identità nazionale nel senso pieno del termine) tra la fine del 1100 e gli inizi del 1200. identità nazionale che poi si consoliderà con la guerra dei cent’anni.

      • Andrea
        26 marzo 2023 at 14:33

        Fabrizio Marchi
        26 marzo 2023 at 12:00
        Bè, veramente l’Italia dal crollo dell’impero romano fino al 1861 non è esistita,
        @@

        Appunto.
        Non per niente ho scritto poc’anzi:
        “… gli italiani un popolo disunito da oltre 160 anni.”..

        • Fabrizio Marchi
          26 marzo 2023 at 14:37

          Hai omesso uno zero…Va bè, ci siamo capiti… 🙂

          • Andrea
            26 marzo 2023 at 15:00

            Il mio calcolo va dal 1861 al 2023…

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