Occultato dai media il referendum contro l’invio di armi al governo ucraino

Referendum e ordine del discorso oligarchico

La “democrazia  occidentale” scrive un’altra pagina di antidemocrazia con il silenzio sui referendum sull’esportazione delle armi nei paesi in guerra  e sulla privatizzazione della sanità. La democrazia è circolazione della parola, è logos che vivifica il demos rendendolo soggetto attivo di proposte progettuali. Un popolo che subisce passivamente parole e progetti è solo uno spettro tra le fauci degli oligarchi. I referendum sono l’espressione di un popolo in cammino, capace di proporre progetti alternativi rispetto al conformismo del politicamente corretto.

Nei TG della RAI pagati con i soldi dei contribuenti vanno in scena cantanti e canzonette e si tace sull’azione referendaria. La democrazia è messa a tacere e al suo posto regna la chiacchiera.

Bisogna continuare a scandalizzarsi e ad agire, perché la democrazia sia prassi. In una democrazia bisogna essere “partigiani”, e dunque bisogna schierarsi. In una democrazia il popolo è soggetto fin quando è capace di “scandalo politico” con il quale “sente e pensa” il tradimento di cui è oggetto.

Il silenzio sui referendum è consequenziale alla logica bellicista liberista. Per decenni la democrazia è stata associata ai bombardamenti. Per esportare la democrazia si sono abbattuti governi. I civili sono state le vittime delle “bombe intelligenti”. Si persegue in una logica imperiale e colonizzatrice capace di produrre conflitti funzionali agli interessi delle classi dirigenti transnazionali. Per far accettare la morte di un numero incalcolabile di vittime civili al popolo è stato insegnata l’associazione democrazia-guerra nella quale le bombe sono intelligenti, per cui i civili sono esclusi dagli attacchi. Chiunque può verificare i numeri parziali delle vittime delle bombe intelligenti. L’operazione Allied Force nel 1999 in Serbia causò centinaia di vittime civili con le bombe intelligenti, per altre fonti migliaia. Gli interventi umanitari a suon di bombe e morte si sono moltiplicati negli ultimi decenni dopo la caduta del muro di Berlino. Il regno della libertà è punteggiato di macerie e di vittime rese anonime dal silenzio dei media. Gli effetti collaterali sono la nuova normalità del male dell’occidente. L’occidente atlantista ha inaugurato un nuovo linguaggio con il quale si manipola l’immaginazione rappresentativa dei cittadini occidentali. La guerra non è associata al sangue e alla distruzione, ma alla democrazia e alle bombe intelligenti. Gli oligarchi dominano l’ordine del discorso per poter proseguire nella loro azione. Il termine “oligarca” è utilizzato in senso dispregiativo per indicare i padroni del capitale in Russia mentre in occidente gli oligarchi sono considerati imprenditori divenuti ricchi per merito. La manipolazione si insinua ovunque con i suoi bombardamenti mediatici. Siamo tutti sotto assedio.

Nel conflitto tra Russia e Ucraina si parla di “bombe nucleari tattiche”, ovvero bombe nucleari con cariche minime i cui effetti sono controllabili. Si osanna la produzione green, ma sicontempla la possibilità di usare “bombe nucleari tattiche” o di reagire al suo eventuale uso da parte del nemico.

Il conflitto russo-ucraino, o meglio Nato-Russo, potrebbe scrivere un’altra pagina nera del liberismo. Si esportano armi con la benedizione degli industriali delle armi per difendere la democrazia e la libertà, ma il popolo ucraino-russo rischia di essere oggetto di sperimentazione per un nuovo tipo di guerra, i cui effetti saranno nella carne e nell’ambiente per un tempo indeterminato.

In questo clima di violenza generalizzata i referendum organizzati dal Comitato di Generazione Future presieduto dal giurista Ugo Mattei con il motto “Ferma il dolore, firma la pace” è un esempio di resistenza democratica e di fedeltà ai principi della Costituzione italiana. I referendum sono una grande occasione, in quanto un paese aderente alla  NATO, l’Italia, dimostra il suo dissenso verso le politiche belliciste e di privatizzazione della sanità pubblica. Essi rompono l’ordine del discorso degli oligarchi e degli oratores per ridare la parola al popolo.

Organizzare banchetti, firmare e discutere dei quesiti referendari sui luoghi di lavoro e nel privato è un modo per fermare il declino della democrazia e la sua trasformazione in una macchina da guerra. I quesiti dei referendum pongono questioni fondamentali per difendere la democrazia:

«Vuoi tu che sia abrogato l’art. 1 del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185 (Disposizioni urgenti per la proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorita’ governative dell’Ucraina), convertito in legge n. 8 del 27 gennaio 2023 nelle parole: “E’ prorogata, fino al 31 dicembre 2023, previo atto di indirizzo delle Camere, l’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorita’ governative dell’Ucraina, di cui all’art. 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 aprile 2022, n. 28, nei termini e con le modalita’ ivi stabilite.”?»

«Volete voi che sia abrogato l’art. 1, comma 6, lettera a), legge 09 luglio 1990, n. 185, rubricata “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, e successive modificazioni (che prevede: “6. L’esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l’intermediazione di materiali di armamento sono altresì vietati: a) verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i princìpi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare previo parere delle Camere” limitatamente alle parole “o le diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare previo parere delle Camere”?».

«Vuoi tu abrogare l’art. 1 (Programmazione sanitaria nazionale e definizione dei livelli uniformi di assistenza), comma 13, decreto legislativo n. 502/1992 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’art. 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421 (Gazzetta Ufficiale n. 305 del 30 dicembre 1992 – Supplemento ordinario n. 137)) limitatamente alle parole “e privati e delle strutture private accreditate dal Servizio sanitario nazionale”?»

 

La merce dell’insicurezza

La mercificazione della salute è in linea con l’esportazione delle armi: tutto è merce nel sistema capitale. La mercificazione della vita produce insicurezza dei cittadini e inocula un senso di innaturale indifferenza verso la comunità e la politica. Se il PIL aumenta esportando le armi o mercificando la salute, ciò è assolutamente indifferente per il “sistema capitale”.

L’aumento quantitativo è il paradigma unico che ci sta spingendo verso la catastrofe umana e ambientale. I referendum non vogliono solo difendere la Costituzione e la pace, ma vogliono essere l’inizio di una pubblica e trasparente discussione sul destino della democrazia. Sono quesiti referendari, dunque, che difendono la vita e la pace tra i popoli, la sconfitta nella raccolta delle firme – si può firmare anche online e nei Comuni – può significare il tracollo dei movimento pacifista e potrebbe essere usato dai media come un oppiaceo per “educare il popolo” ad accettare la sua passivizzazione assoluta e la sua trasformazione da popolo a plebe che deve tenere la testa china nella sola mangiatoia dei consumi per poi andare al macello. Il consenso del sistema fondato sulla paura del nemico sempre alle porte da abbattere in una continua caccia da espletarsi con i bombardamenti etici ha avuto l’effetto pianificato di allontanare il popolo dalla partecipazione politica.

Il capitalismo funziona producendo merci e insicurezza. I cittadini sono resi sudditi mediante l’insicurezza generalizzata: nessuna tutela sociale e competizione aziendale.  La guerra perenne è il mezzo più efficace per produrre cittadini insicuri, coloro che vivono in uno stato di angoscia sono maggiormente manipolabili e disponibili ad accettare fatalmente gli ordini del mercato.  La paura del nemico ha l’effetto di formare personalità ripiegate su se stesse e in uno stato continuo di tensione. Il mondo è guardato da una feritoia, lo sguardo diviene mezzo per controllare ed attaccare, gradualmente le soggettività naturalizzano e introiettano lo stato di guerra fino a diventare indifferenti. In una realtà di indifferenti erosi dalla paura le guerre possono moltiplicarsi a dismisura. La guerra  è un immenso affare, produce affari e sudditi.

Con i referendum si vuole superare lo stato di insicurezza e di fatale indifferenza che ha condotto all’individualismo e riprendere un percorso che possa condurre con la partecipazione ad una condizione di sicurezza sociale e politica che nel nostro tempo è “assolutamente assente” con conseguente nevrotizzazione angosciante generalizzata.

Due referendum per battere le scelte scellerate e immorali sull'invio di  armi” - Contropiano

Fonte foto: Contropiano.org (da Google)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dichiaro di essere al corrente che i commenti agli articoli della testata devono rispettare il principio di continenza verbale, ovvero l'assenza di espressioni offensive o lesive dell'altrui dignità, e di assumermi la piena responsabilità di ciò che scrivo.