I valori e le contraddizioni dell’Occidente

Quanti ad ogni ragionamento critico contro la foga bellicistica imperante ti “fanno notare” – bontà loro – che: mentre parli in questo modo, devi solo augurarti di non avere mai la guerra in casa tua; che se puoi criticare è perché vivi nel liberale Occidente che disprezzi (sempre e tutto secondo loro), perché se fossi in Russia ti prenderesti 15 anni di carcere ecc. ecc. Insomma ci siamo capiti, ecco, chi vomita queste invettive raffazzonate, che stanno molto al di sotto del livello di una minima argomentazione, non si rende conto di replicare pedissequamente uno stesso schema già visto tante volte, da ultimo a sostegno della guerra di Siria, quando il nemico aveva un altro volto. Putin allora non si poteva, non conveniva, perché mentre ci combatteva con una mano (Russia, Iran e Assad contro la vasta coalizione a guida franco-americana comprendente anche Arabia Saudita, Qatar e altre monarchie del Golfo), ci aiutava con l’altra mano contro il Daesh. Il nemico era dunque un altro: il terrorismo islamico, il Daeh, ma, estendendo e generalizzando come ora con la russofobia, classi dirigenti e sistemi di informazione fecero di tutto per dipingere l’Islam in quanto tale violento per definizione. L’islamofobia fu largamente cavalcata.
Contro chi criticava, anche allora, l’interventismo in una guerra folle e i cui fini erano altri da quelli dichiarati, si attivava, dicevo, un meccanismo aggressivo di silenziamento identico a quello attuale: ti facevano “notare” che in quei paesi non ti saresti potuto esprimere liberamente, che non si poteva non rispondere, che i “sacri valori” dell’occidente erano sotto assedio (e quindi bisognava difenderli alleandosi militarmente con l’Arabia Saudita per rovesciare Assad….), che era una battaglia tra libertà e barbarie, tra Charlie Hebdo e i suoi tagliagole. Come si poteva dubitare da che parte stare? Siccome era indubitabile, la guerra è proseguita per anni ed è stato un rovinoso macello che non ci ha affatto resi più sicuri.
Quanto all’asserita libertà dell’informazione, poco male se allora come adesso, e ora ancora di più, l’informazione ha toccato un livello che non può più bastare definire solo imbarazzante e lo ha fatto senza alcun bisogno di sanzioni penali ma solo per servilismo, carrierismo, opportunismo, meschinità. Poco male se l’informazione ha preso da noi una deriva russo-cinese, perché tanto siamo liberi e plurali per definizione, non c’è mica bisogno di conferme.
Io non disprezzo l’occidente, cialtroni che non siete altro. Proprio per questo mi appello ad un’altra anima dell’occidente. Anzi, volendo a più d’una e tutte migliori di quella che ha sempre bisogno di autossolversi su tutta la linea e di costruirsi un nemico a propria immagine e somiglianza. Quella della divisione e dell’equilibrio dei poteri, oggi compresso dalla governance tecno-finanziaria. Quella del socialismo democratico e del welfare universalistico, erosi dalle politiche antisociali di quella stessa Ue che non trova di meglio che genuflettersi all’ottusa visione geopolitica degli Stati Uniti, invece di provare ad essere quell’attore multipolare che più saggiamente dovrebbe impersonare. Quella della cultura dei diritti e del Lavoro, che da decenni subisce uno spaventoso arretramento mentre aumentano divari e concentrazioni di ricchezza senza precedenti nella storia.
Vediamo di capirci su quali siano questi “valori dell’Occidente”, perché di certo non permettiamo a Pane-bianco di farci il pane-girico, e nemmeno ai suoi molti emuli.
L’occidente, l’Europa in particolare, la disprezza chi la sfrutta e la piega contro i suoi propri interessi, chi ne predica la forma dei principi più alti per fare la sostanza dei propri interessi imperialistici, economici e neocoloniali, non esitando ad allearsi ai peggiori dittatori. Non io.
È una lotta tra autocrazia e democrazia, come dubitarne, quando da Pinochet ai principi sauditi passando per altri simpatici dittatori in mezzo mondo, gli Stati Uniti e l’occidente sono la prova lampante dell’assunto. Ma per favore.
O multilateralismo o recrudescenza tra imperialismi. Tertium non datur.
E chissà che, concentrandovi un po’ meglio, non possiate sentire l’odio contro i subalterni e le classi lavoratrici, perché a disprezzare e ad aver tradito il seme milgliore dell’Europa è la sua èlite, con le sue politiche antisociali.
Esiste, è esistita, ed esisterebbe, forse, ancora da qualche parte un’Europa diversa da quella che partecipa di un senso di superiorità che è da secoli missione civilizzatrice e conquista.
Non basta l’attentato di Sarajevo per spiegare la prima guerra mondiale. L’invasione russa, ultimo atto della crisi russo-ucraino-euro-americana, si colloca con ogni evidenza fuori dal diritto internazionale. Altro conto è la ricerca della soluzione. Resta vitale capire che il senso di superiorità, le cui ragioni sono non soltanto sempre ottime ma anche molto duttili, porta in via prestabilita alla guerra permanente.
File:Reunión Pinochet - Kissinger.jpg - Wikipedia

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