Dove va Hamas?

Le recenti manovre dell’esercito israeliano contro i territori occupati, hanno obbligato, volente o nolente, il movimento islamico Hamas ad una nuova radicalizzazione: senza il sostegno dell’Iran, la Resistenza palestinese difficilmente può avere risultati concreti.

Siamo ad un bivio: Netanyahu ha (ri)lanciato la sua sporca guerra. Purtroppo, fonti certamente affidabili, ci dicono che l’imperialismo israeliano stia preparando una nuova aggressione militare 1. Il popolo palestinese come si difenderà ?

Questo è uno dei motivi per cui il movimento islamico è stato obbligato a fare ‘’autocritica’’: Hamas, screditata, per avere sostenuto la ‘’ribellione’’ sunnita contro la Siria baathista, cerca di riavvicinarsi all’Iran destituendo il corrotto Khaled Meshaal, uomo del Qatar, slittato su posizioni collaborazioniste e di destra. La notizia sulla possibile ( ed auspicabile ) destituzione di Meshaal è stata ripresa da alcuni siti di controinformazione vicini politicamente alla Repubblica Islamica dell’Iran: ‘’Gli esperti ritengono sia indispensabile per il mantenimento dell’integrita`e per non accrescere la sfiducia del popolo palestinese che negli ultimi periodi si e` notevolmente avvicinato ad altri gruppi fedeli alla causa palestinese, come Jihad Islamica ,che  i leader di Hamas per mantenere la propria coerenza e per prevenire il collasso imminente, devono rimuovere certe figure che sono controverse’’ 2. Probabile – stando alle informazioni raccolte – che da Teheran siano state chieste maggiori garanzie ai rappresentanti palestinesi: Meshaal è oramai una carta sporca o quanto meno ambigua e controversa, non può più rappresentare un popolo in lotta.

In Europa lo spostamento a destra di Hamas – da Damasco ad Ankara – ha accresciuto l’ostilità verso questo movimento, complici l’ignoranza relativamente al contesto storico in cui operarono i fondatori del primo nucleo resistente ( i vari Yassin, Rantisi, ecc … ) ed una certa islamofobia la quale, a mio avviso, ha sempre caratterizzato la sinistra. Ma che cos’è Hamas e che obiettivi persegue ?

 

Hamas: forza bigotta e retrograda o movimento di liberazione nazionale ?

Il problema riguardante la definizione della natura sociale di Hamas viene immediatamente inquadrato, metodologicamente, dal marxista africano Mohamed Hassan il quale, in una intervista molto diffusa in rete, ci spiega che: ‘’Hamas è un movimento politico nato da uno tra i più vecchi movimenti politici dell’Egitto, i Fratelli Musulmani. La parola «Hamas» significa risveglio, fa riferimento a qualcosa in eruzione… é un movimento nazionalista islamico che può essere paragonato a quello nazionalista irlandese. Di fronte all’occupazione dell’Irlanda da parte dei Britannici, si è sviluppato, a partire dal 1916, un movimento di resistenza, L’Esercito Repubblicano Irlandese. Siccome gli Irlandesi erano cattolici e i coloni britannici protestanti, l’occupante ha tentato di trasformarla in una guerra tra religioni. La religione può essere utilizzata per mobilitare un popolo a favore di una causa’’. 3

Dico subito che il raffronto con l’IRA è azzardato: il movimento irlandese presenta molte più analogie con gli Hezbollah libanesi in quanto a solidità ideologica e – soprattutto – per non aver mai abbandonato un programma politico che contempla alcuni aspetti alternativi al capitalismo nell’ambito della complessità dei rapporti sociali.

Per il resto l’analisi di Hassan coglie il carattere ‘’popolare’’ di Hamas, organizzazione figlia della “borghesia progressista” palestinese ma legata ai Fratelli Musulmani egiziani, storicamente antinasseriani ed antisocialisti. Due elementi confliggono nettamente, e li analizzo separatamente: (a) l’affiliazione di Hamas ai Fratelli Musulmani; (b) il richiamo alla figura di Azzadin Al Kassam.

(a) Hamas ed i Fratelli Musulmani

Nel 1973, Ahmed Yassin, fonda il movimento Mujamma al Islami, l’Unione islamica, organizzazione paravento dei Fratelli Musulmani. Questo movimento possiamo definirlo come esclusivamente religioso e alla richiesta di combattere l’occupazione, Yassin rispose che si trattava di una punizione di Dio contro Nasser. Lo storico dell’Islam, Lucas Catherine, riporta che ‘’Il numero di moschee a Gaza passò da 200 prima dell’occupazione a 600 nel 1987, grazie al denaro saudita, giordano e israeliano’’. ( Lucas Catherine, L’Islam spiegato agli infedeli, Editore Zambon ). Il 1987 è l’anno della svolta: Yassin volta pagina e prende di petto la lotta al colonialismo israeliano ed al regime sionista. Mohamed Hassan nelle carceri – fra i prigionieri politici dell’OLP – ricorda il debutto di Hamas: ‘’La prima Intifada segna la comparsa di Hamas, movimento che nacque nelle prigioni ! Le prigioni erano solitamente considerate come luogo di punizione. Ma, dopo che i resistenti dell’Intifada furono imprigionati, questo cambiò. E’ in queste carceri che Hamas cominciò a reclutare e a svilupparsi come organizzazione. Con l’Intifada, Hamas fu esposto all’opinione palestinese, israeliana e internazionale’’.

Le piroette verso destra di questa organizzazione sono riconducibili alla adesione ai Fratelli Musulmani, non è un caso che la dirigenza del FDLP nota che ‘’In Siria, Hamas non ha rispettato la decisione palestinese di tenere i palestinesi in neutralità o la situazione nei campi palestinesi all’interno del conflitto siriano. Inoltre Hamas non ha rispettato la promessa di ritirare gli uomini armati, compreso il sollevare l’assedio e far tornare una situazione di sicurezza e protezione’’ 4.

Il riavvicinamento all’Iran è compatibile col fondamentalismo sunnita ?

 

(b) Hamas e la figura di Azzadin Al Kassam

Azzadin Al Kassam fu l’uomo politico che organizzò la rivolta antibritannica ed antisionista del 1935-’36. La sua figura è particolarmente importante perché si oppose al collaborazionista – prima coi britannici e poi coi nazisti – Al Husseini, cosa evidenziata – oltre che da Catherine – anche dallo studioso di origini ebraiche Lenni Brenner. Scrive Catherine: ‘’Nel 1935 egli scatena la rivolta contro Britannici e sionisti, ma muore poco dopo. I suoi funerali furono la più grande manifestazione mai vista prima in Palestina, ma Ami Husseini e i suoi seguaci non vollero parteciparvi’’. La guerriglia guidata da Al Kassam ebbe un carattere di classe, oserei dire squisitamente proletario, per questo i britannici appoggiarono lo sceicco Al Husseini, un reazionario latifondista pronto a collaborare perfino con Hitler.

Certamente non è casuale il richiamo di Hamas ad Azzadin Al Kassam. Un movimento reazionario e con spinte collaborazioniste avrebbe scelto il più noto Al Husseini – già membro dei Fratelli Musulmani – ma Yassin, nel 1987, guardò ad Al Kassam, uomo della classe operaia appoggiato dall’allora Partito comunista palestinese. Perché questa dicotomia ?

 

Un dibattito interno alla sinistra palestinese…

 

Se il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina chiede la rottura di Hamas coi FM, il Fronte popolare ammette che ‘’Hamas è parte vitale del movimento nazionale palestinese e questa è la posizione del FPLP’’. Continua ‘’Noi non invitiamo né Hamas né qualunque altro movimento ad abbandonare né le loro ideologie né i loro punti di riferimento’’.

La verità è che Hamas in quanto movimento ‘’popolare’’ raccoglie al proprio interno gli interessi contrapposti di diverse classi sociali – dal proletariato alla borghesia nazionalista – quindi è ‘’socialmente’’ divisa al proprio interno. Ciò ha portato alla nascita di una ‘’componente Al Kassam’’ antimperialista e vicina all’Iran, e di una ‘’componente Al Husseini’’ collaborazionista e al soldo di Erdogan. Queste due fazioni riflettono le contraddizioni ma anche il conflitto di classe che pervade il movimento – comunque – antimperialista. Chi prevarrà ? Difficile dirlo in questo momento, purtroppo – sulla base delle ricerche fatte – le documentazioni scarseggiano.

E’ degna di nota la recente intervista ad Osama Hamdan, responsabili delle Relazioni Internazionali, il quale ha gettando un ponte verso l’Iran: ‘’Iran has been well-known and well-recognized for their support and inspiration extended towards the Palestinian people and the Palestinian cause. Before Iran’s victorious Revolution of 79, the Shah was a strategic ally of the Zionist regime; Iran’s Islamic Revolution put an end to that matter. The Islamic Revolution won over and the Shah ran away; did Israel welcome the Shah? Did Israel grant him anything? The Zionist regime did not help him one bit. For the Zionist regime mercenaries are cheap objects! Those who abandon their own nation to join Israel are worthless possessions for the Israelis. There is a proverb that says, “The one who does no good for his close ones, won’t do good for others.” Those who think they can benefit from Israel are delusional’’ 5. L’intervista è stata pubblicata nel sito Khamenei.ir, a dimostrazione della mai cessata solidarietà sciita verso la parte sana dei resistenti nella terra di Palestina. La Guida Suprema dell’Iran, in questi anni, non ha mai smesso di denunciare l’imperialismo israeliano, merito grande che il popolo palestinese gli riconosce. Khamenei è una spina nel fianco dei guerrafondai di Tel Aviv e al momento anche un soggetto politico importante per una stabilizzazione dell’area mediorientale

Il fatto che in Hamas ci siano dirigenti filoiraniani è senz’altro positivo e ci lascia ben sperare in una una ‘’profonda democratizzazione’’ del movimento. Domanda: Hamas, può riavvicinarsi ad un paese relativamente “progressista” (pur con tutte le sue contraddizioni) come l’Iran e mantenere la retrograda ideologia dei Fratelli Musulmani ? L’Islam sciita si è dimostrato compatibile con l’antimperialismo, anche se non ancora con l’anticapitalismo; vedremo in futuro – può l’Islam sunnita entrare in una dimensione rivoluzionaria ?

Il problema di Hamas sopra esposto – in verità – non riguarda solo questo movimento, ma una parte ben precisa del mondo musulmano, cioè i sunniti, troppe volte deboli davanti alla propaganda occidentale o saudita. Le cose possono cambiare ? Forse lo storico marxista Maxime Rodinson, autore della libro L’Islam ed il capitalismo, darebbe di getto una risposta negativa, ma personalmente un po’ di ottimismo in più voglio averlo. Il dialogo è necessario.

http://www.hispantv.com/newsdetail/palestina/216075/israel-ataca-gaza-verano-yaalon

http://it.awdnews.com/political/hamas-vuole-cambiare-il-proprio-leader-khaled-masha-al

http://www.resistenze.org/sito/te/po/pa/popa9b18-004547.htm

http://www.palestinarossa.it/?q=it/content/blog/fplp-hamas-%C3%A8-parte-del-movimento-nazionale-palestinese-e-noi-non-li-invitiamo-ad-abband

http://english.khamenei.ir/news/3412/Arab-vs-Non-Arab-conflicts-are-set-up-by-the-arrogant-front-to

 

 

5 commenti per “Dove va Hamas?

  1. Alba Malta North Africa
    27 Febbraio 2016 at 19:42

    Mancano le referenze del paragrafo estratto dall ‘intervista di Gregoire lalieu a Mohamed Hassan ( Jihad Made in USA).
    Mohamed Hassan fa il paragone con l’IRA in una sua CRITICA della sinistra europea, incapace di creare un fronte antiimperialista in sostegno della liberazione della Palestina a causa dei suoi pregiudizi verso l’islam e dunque verso HAMAS.
    Pregiudizio che non esiste verso l’IRA.
    Considerazione verissima.
    Rimettiamo l’argomento in contesto.

    Questo è il paragrafo – pag. 204 ” Pourquoi la gauche europeenne ne supporte pas ouvertement la resistance palestinienne ?
    c’est que’elle refuse de faire une grande alliance contre l’imperialisme a cause du HAMAS des femmes voilees et de toutes sortes de pretextes. En fait elle se laisse aller a la grande alliance des chretiens contre l’islam elle rentre dans la guerre des civilisations lances par les ideologues americians. Elle subit tres profondement cette influence plus qu’elle ne le croit.
    Pourquoi la gauche europeenne ne s’enerventelle pas lorsque des fascistes chretiens comme les phalangistes commettente des massacres au liban. Pour ma part en tant que laic j’ai soutenu la resistance des irlandais contre l’occupation des britannique et je na’vais aucun probleme avec le fait que ces irlandais etaient catholiques. En fait le probleme de l’europeen c’est qu’il a été eleve dans une civilisation qui a des prejuges sur les juifs et les musulmans. “

  2. Stefano Zecchinelli
    28 Febbraio 2016 at 12:51

    Salve, grazie per il commento però come si può vedere nelle note – l’intervista è citata nella Nota 3 – il documento l’ho tratto dal sito resistenze.org ed il link è opportunamente riportato in fondo all’articolo:
    http://www.resistenze.org/sito/te/po/pa/popa9b18-004547.htm.

    Nel sito in questione si specifica che l’intervista è stata tradotta dal francese e rimanda opportunamente al sito di Michel Collon. Quindi la fonte è indicata. Riguardi pure, non credo che ci siano problemi o di aver mancato. Per il resto sono d’accordo con lei e sono deciso ad approfondire il tema.

    La fonte è citata come terza in fondo al mio testo, corrispondente alla Nota 3, da lì ho tratto due citazioni corrispondenti allo stesso medesimo link. I curatori di resistenze.org – ripeto – hanno menzionato in cima al loro testo il sito di Collon da cui l’intervista è stata tradotta dal francese. Spero che non ci siano problemi, può verificare cortesemente se è tutto in regola, altrimenti possiamo apportare ulteriori specificazioni. Mi scuso in anticipo per possibili equivoci.

    Stefano Zecchinelli

    • Alba Malta North Africa
      28 Febbraio 2016 at 17:38

      Questa intervista del 2009 è leggermente diversa da quella fatta in Jihad Made In USA , 2014 dove parla anche degli Hezbollah – e quando si riferisce all’IRA è solo per dare enfasi sui pregiudizi di una certa sinistra europea

      Mohamed Hassan qualifica Hamas e Hezbollah di movimenti “patriotici” , islamo nazionalisti, che difendono un progetto religioso (ma diversamente dei fratelli musulmani che non esitano ad allearsi all’imperialismo e hanno una visione settaria che contribuisce a dividere la societa palestinese ) , l’obiettivo prinicipale per gli Hezbollah è l’indipendenza del Libano e l’inclusione di tutte le forze di resistenza, cosa che ultimamente anche Hamas stia facendo sul terreno:

      p202 ” Il faut souligner toutefois que les dernieres guerres menées par Israel ont poussé le Hamas vers L’unité d’action avec d’autres mouvements de resistance comme les branches militaires du Fatah et du front populaire de lIberation pour la Palestine. Cela pourrait deboucher sur une nouvelle vision du Hamas. Il semble en effet que les clivages soient plus marqués à la tete du mouvement tandis que sur le terrain les organisations collaborent davantage ”

      E Qui Viene il paragone che non mi sembra azzardato con L’indonesia, sarakat al islam e il PC

      ” On sait que certains europeens souhaiterait que la resistance soit menée par un mouvement plus progressiste mais l’histoire n’est pas une science exacte. Comparons avec l’indonesie. Le premier mouvement anticoloniale y était Sarakat al islam un mouvement islamiste cree en 1920 pour combattre l’occupatrion hollandaise.
      C’est dans ce contexte que Lenine envoya en Indonesie un communiste hollandais Henk Sneevliet pour y propager l’idee d’une revolution nationale . A son arrivee labas , il trouva ce jeune mouement nationaliste islamiste.
      Qu’auriez vous faita a sa place ?. Henk sneevliet decida de travailler avec eux. Il était tres patient et tresmalin si bien qu’il transforma ce mouvement en un mouvement communiste qui devint le PC d’indonesie , le second en ordre d’importance de toute l’asie. La patience est essentielle en politique. ” 205 p

      Un altra analisi su Hamas che le potrebbe esesere utile è quella del Dr. Nureddin Tawfiq Mustafá https://kanaanonline.org/ebulletin-en/?p=746

  3. Stefano Zecchinelli
    28 Febbraio 2016 at 18:52

    La ringrazio molto per queste precisazioni. Scriverò sul tema e magari, se lei vuole intervenire nel dibattito, ne sarei felice. Non conoscevo il testo di Nureddin Tawfiq Mustafá che mi accingo a leggere proprio ora. Spero che il libro di Hassan venga tradotto presto in italiano, è uno studioso da cui si impara molto.

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