Joe Biden e l’imperialismo degli ‘’atei devoti’’

Gli Stati Uniti manipolano la libertà religiosa negando la libertà di coscienza. Negli anni ’50, il presidente Eisenhower trasformò gli USA in un campione del cristianesimo contro il comunismo ‘’senza Dio’’. In seguito al (favorito e provocato) crollo dell’Urss, Bush senior rilanciò l’ideologia dell’ateismo devoto contro il mondo musulmano; la cupola dello Stato profondo è regolamentata dall’ideologia neoconservatrice, una proiezione unilaterale paranoica, dominante a Washington e Tel Aviv, che rischia di distruggere una porzione importante del pianeta.

L’ideologia imperialista del Grande Reset unisce due aspetti dell’americanismo: (1) la concezione paranoica ed apocalittica dei processi storico-sociali, e (2) la guerra neocoloniale contro l’Iran (nemico militare dell’Impero ‘’yankee’’) e la Cina (nemico economico dell’Impero ‘’yankee’’). L’amministrazione democratica, rappresentante degli interessi della fazione ‘’cosmopolita della borghesia USA, si è mossa in questa direzione:

  • Il presidente Biden sta proseguendo la guerra commerciale di Donald Trump contro Teheran e Pechino, con l’obiettivo di favorire (1) il rilancio degli Accordi sul nucleare iraniano all’interno degli Accordi di Abramo ed (2) obbligare il PCC a rinunciare alla Via della Seta accettando il neoliberismo come una sorta di destino inevitabile, pressione interna delegata alla mafia di Shangai e Jack Ma. Come Trump ha rielaborato la linea dello Stato profondo antecedente alla sua amministrazione (appoggio incondizionato ad Israele, golpismo in America Latina ed applicazione della Dottrina sul caos creativo contro Siria e Russia) così Biden sta approfondendo le politiche imperialiste della precedente amministrazione. Pechino è un argine geopolitico all’imperialismo americano-sionista ed una alternativa sociale, soprattutto all’esterno del mondo globalizzato, al Grande Reset.
  • Subita la sconfitta del 2016, Hillary Clinton prese in considerazione l’ipotesi di diventare pastora metodista. Donald Trump, si rivolse agli evangelici bianchi di destra dichiarando che ‘’avrebbe fatto ciò che andava fatto’’ ponendo fine alla deindustrializzazione del paese; Clinton e Trump hanno collezionato una sequela umiliante di fallimenti politici. Dinanzi al declino dell’occidente, Biden si autoproclama comandante dei ‘’veri credenti’’.

La verità è ben diversa: l’establishment USA, dal dopoguerra ad oggi (con la sola eccezione del presidente Kennedy), è una proiezione dell’ideologia neoconservatrice teorizzata da Leo Strauss negli anni ’30. Ebreo sionista ed amico personale del filosofo Carl Schmitt, Leo Strauss considerava il fascismo un male necessario. Ateo e membro della Fondazione Rockefeller, Strauss, riprendendo la tesi di Schmitt sulle categorie di amico e nemico, riteneva la religione una nobile menzogna contro il nemico interno, il socialismo: gli uomini, per natura poco propensi ad uscire dallo stato di ignoranza primordiale, nella logica neocons meritano come destino il dominio delle Elite a costo di far bruciare l’umanità nell’inferno del colonialismo termonucleare. L’imperialismo statunitense è la declinazione internazionale del conservatorismo anticomunista degli anni ’30, una ideologia che rischia di distruggere il tessuto produttivo di tre quarti del pianeta; dopo il 2001, la ‘’sinistra’’, senza accorgersene, ha raccolto l’eredità di Reagan.

La rottura teologica all’interno del mondo cristiano lacerò politicamente diverse classi sociali, polarizzando le vie della fede fra chi riteneva di dover difendere la Dottrina sistematizzata da San Pietro ed i pochi che mantennero come riferimento l’esempio della vita di Gesù. Questo è uno dei motivi per cui nelle alte sfere ecclesiastiche pullulano gli atei che fingono devozione, fenomeno conosciuto dagli storici che accomuna il cristianesimo alle altre religioni monoteiste. Negli Stati Uniti le vie al puritanesimo imperialista stanno provocando la guerra civile, un conflitto interno ad una società civile lacerata ed indottrinata da decenni di tele-predicazioni sul Destino Manifesto; in confronto alla macchina della Propaganda orwelliana, Trump, coi manipolatori dell’Alt Right, è soltanto un segmento dello Stato profondo:

‘’San Bernardo, che predicò la seconda crociata, riconosceva che «l’inferno è lastricato di buone intenzioni». Ed è esattamente quanto sta accadendo ora negli Stati Uniti: i credenti di sinistra si comportano come fanatici. Parlano di unità nazionale, ma hanno aperto una caccia alle streghe al cui confronto quella di McCarthy è poca cosa. Al Pentagono stanno licenziando centinaia di consiglieri; hanno tentato di destituire un’eletta della Camera dei Rappresentanti perché contesta la versione ufficiale degli attentati dell’11 Settembre; vogliono arrestare tutti i membri del movimento QAnon’’ 1

I democratici dopo aver utilizzato i neofascisti QAnon per screditare Donald Trump, se ne disfano. Dall’altra parte il complesso militar-industriale, democratico e repubblicano, si erge a difesa della Dottrina sullo scontro di civiltà sistematizzata da Samuel Hungtinton e rilanciata dall’amministrazione Bush proprio dopo l’11/9. La sinistra ‘’politicamente corretta’’, sostituendo gli interessi di classe con la difesa delle minoranze, nasconde il rilancio della ‘’guerra infinita ‘’ da parte dell’amministrazione progressista. Sull’Iran Joe Biden adotta la strategia di ‘’massima pressione’’ di Trump, come ci ha spiegato Salman Rafi Sheikh uno dei maggiori esperti di geopolitica mediorientale:

‘’L’aspetto esteriore di Biden nel “rendere di nuovo grande l’America” implica coinvolgimento attivo nella politica globale, non come estensione dello Stato di Israele come durante l’era dei vincitori, ma come Stati Uniti. L’ironia, tuttavia, è che l’amministrazione Biden, mentre vuole rilanciare il patto è, così com’è oggi, completamente riluttante a revocare le sanzioni che l’amministrazione Trump impose all’Iran dopo aver ritirato gli Stati Uniti dall’accordo. In altre parole, Joe Biden vuole sfruttare le sanzioni di Trump per far tornare l’Iran al pieno rispetto dell’accordo. Mentre Trump voleva usare tale leva, nella sua strategia di “massima pressione”, per costringere l’Iran a venire al tavolo dei negoziati per rinegoziare l’accordo, Biden vuole usare la stessa leva per costringere l’Iran a rilanciare il patto e iniziare i negoziati affrontando “altre aree di preoccupazione”, che non furono mai parte dell’accordo’’ 2

Nei prossimi mesi, gli USA rilanceranno la guerra in Siria riarmando l’ISIS ed includeranno l’Arabia Saudita all’interno degli Accordi di Abramo; il popolo palestinese dovrà affrontare anni terribili. Cona la complicità di Biden Israele inizierà a penetrare nella regione asiatica scontrandosi, mai apertamente, con la diplomazia intelligente di Pechino e, senza mediazioni diplomatiche, coi Guardiani della Rivoluzione iraniani. Se in Iran, dopo il fallimento della  borghesia del bazar, ritorneranno al governo i fedelissimi dell’Iman Khomeini il conflitto geopolitico diventerà di classe. Washington deindustrializzerà l’occidente imponendo antistoriche forme di “neofascismo aziendale”, ma verrà contrastata all’esterno dal mondonon globalizzato. Joe Biden, il ‘’trumpismo’’ senza Trump, a mano armata.

https://www.voltairenet.org/article212226.html

http://aurorasito.altervista.org/?p=15334

Risultato immagini per Biden contro iran e Cina immagini

Fonte foto: IL Fatto Quotidiano (da Google)

2 commenti per “Joe Biden e l’imperialismo degli ‘’atei devoti’’

  1. pietrar
    17 Febbraio 2021 at 20:48

    Q anon è una cazzata da gomblottari ignoranti!!!!
    Mi meraviglio che questo giornale creda a questa castroneria.

    • Federico Lovo
      18 Febbraio 2021 at 10:00

      ma infatti NON ci crede, se rileggi gli articoli di Stefano te ne puoi rendere conto. Il fatto è che Stefano ha citato Meyssan, il quale ha avuto negli ultimi anni l’assai infelice idea di trattare coi guanti i neo-fascisti – estrema destra – USA.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dichiaro di essere al corrente che i commenti agli articoli della testata devono rispettare il principio di continenza verbale, ovvero l'assenza di espressioni offensive o lesive dell'altrui dignità, e di assumermi la piena responsabilità di ciò che scrivo.