Lettera agli “studenti che si dissociano”

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Foto: Tgcom24 – Mediaset –
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa “provocazione” sul caso dei tornelli di Bologna
Cari studenti ‘per bene’ che vi dissociate dai fatti degli ultimi giorni, io vi conosco troppo bene per non vedere cosa c’è dietro la vostra maschera perbenista, di quelli che stan sempre a fare distinguo, a dire che in effetti qualche motivo di protestare ci sarebbe, ma non sono questi i modi e le motivazioni giuste. Non si sa poi mai quali sarebbero quelle giuste, perché trovate SEMPRE qualche motivo per distanziarvi e trovare un alibi della vostra inazione. Avete sempre di meglio da fare: studiare per un esame (di cui però dimenticate tutto dopo averlo dato), andare al corso di teatro, cercare su internet una borsa di studio per andare in Irlanda. Pensate a voi stessi. Punto.
Io vi conosco bene; so cosa volete dalla biblioteca del 36 e da altri luoghi ameni dell’università. Volete il comfort; il piccolo lusso quotidiano di chi non deve lavorare per vivere; eh, finché si può, ancora per qualche anno; poi si vedrà.
Quando studiavo per il dottorato, io ho sempre trovato biblioteche libere e silenziose, dove studiare in perfetta tranquillità. Per cui non raccontatemi che i manifestanti vi han tolto il diritto di studiare in pace: fate ridere i polli (peraltro avevano semi-occupato aprendo la sala studio a tutti).
Cari furbetti, voi non volete questo, perché lo studio vi interessa sì, ma il giusto: vi interessa più che altro prendervi un titolo e farvi il vostro bel viaggetto Erasmus, lamentarvi che qui in Italia fa tutto schifo, sbandierare che tanto voi ve ne andrete a fare carriera all’estero, salvo trovarvi a 30 anni a lavorare in un call-center per 500 € da precario oppure tornare a vivere con mammà e pappà che se ne stan lontano da Bologna, rimpiangendo i bei tempi in cui vi divertivate.
In realtà vi piace il bivacco, ma solo quello ‘soft’, pulitino; vi alzate tardi perché siete stati fuori la sera, magari al Kinki; e studiate alcune ore in biblioteca, non lo nego; ogni tanto vi concedete persino un ‘cannino’ non troppo forte, mentre alle macchinette cercate di imbarcare una tipa (o farvi imbarcare da un tipo) invitandola ad un aperitivo. Un piaceruzzo per il giorno e uno per la sera, come diceva Nietzsche.
Lo svacco soft vi piace; sì, eccome! Siete a Bologna per quello, porco giuda! Ma i tossici veri e propri, cazzo, quelli no; viva i tornelli!!! Perché i tossici non li volete vedere; quelli sì che vi fan schifo, anche se ai tempi del liceo credevate che sareste un giorno andati a fare volontariato nei Sert per aiutare il prossimo. Ma allora eravate condizionati dalle chiacchiere buoniste dei vostri prof. di scuola… Oggi invece puntate a qualcosa di ben più fico che occuparvi di quei merdosi drogati; oggi voi pensate che un giorno lavorerete nella cooperazione internazionale, all’estero, per qualche ONG; e lo pensate perché stavolta invece siete condizionati dalle chiacchiere buoniste dei vostri professori universitari, mica più da quelle di quegli sfigati dei vostri vecchi prof. di liceo. I professori universitari: quelli sì che son fichi, invece. Volete essere come loro. E anche loro vogliono i tornelli, proprio come voi! Evviva!
E poi viva i tornelli ancora! Stavolta per tenere fuori gli studenti antagonisti (che saranno segnalati alle forze dell’ordine e gli sarà tolto il ‘badge’); sono quelli che voi chiamate gli “pseudo-rivoluzionari”. Dite che son figli di papà, che sono dei cazzoni. E a volte è vero che lo sono, porcavacca; spesso sciorinano slogan a pappagallo senza capire bene la complessità delle cose e non è raro che non riescano a organizzarsi in modo decente. Peccato però che quelli che tra voi non sono altrettanto dei ‘figli di papà’, è perché sono solo dei ‘borghesi-piccoli-piccoli’, con la mentalità calcolatrice da ‘bottegaio’ ben nascosta sotto quintali di cosmopolitismo d’accatto che vi hanno instillato nel cervello molto facilmente, perché vi è piaciuto un sacco farvi il ‘trip’ che mentre vostro papà ha una salumeria di paese, voi invece vivrete viaggiando per il mondo lavorando per l’ONU. Peccato che succederà solo a uno su mille: il più lesto di voi a prostituirsi senza ritegno. E non sarete voi, perché anche se siete sordidi, in fondo al cuore un briciolino di moralità nascosta forse ce l’avete ancora, chissà…
Dunque gli pseudo-rivoluzionari sono spesso dei cazzoni; verissimo. Però almeno loro la faccia ce la mettono. Fanno le proteste contro il caro-mensa, contro l’aumento delle tasse universitarie, contro l’aziendalizzazione dell’università, contro il fatto che tutto diventi solo un asettico e burocratico esamificio dove si parla solo di esami e nient’altro, contro i tagli e le privatizzazioni, contro la schifosa mafia del baronaggio universitario (di cui forse non vi siete ancora accorti), contro il fatto che pian piano stian togliendo dalla città tutti gli spazi di socializzazione che non siano a pagamento, contro il fatto che l’università non è più un luogo di vero confronto e anche di dissenso, ma di pura riproduzione del sistema così com’è.
E – sapete miei cari – questi ragazzi, che pure spesso sono un po’ cazzoni (ripeto che è vero), però hanno il coraggio – a differenza di voi – di prendersi qualche manganellata in faccia, e di subire procedimenti giudiziari con capi di imputazione anche gravi, per proteste tutto sommato non poi così estreme. Sono quelli da cui voi vi dissociate proprio il giorno stesso in cui loro han preso le manganellate dai celerini !!! Del resto, voi non correreste mai questi rischi: come fate a partire per l’Erasmus l’anno prossimo se vi tocca andare alle udienze dei processi? No no no no! Voi ci tenete a prendere le distanze da tutto ciò; e lo fate con il vostro nome e cognome nelle petizioni, nelle lettere sul web; ci tenete a render pubblico il vostro nome: non si sa mai che qualche professore universitario o qualche azienda lo noti e capisca che siete abbastanza affidabili per essere intruppati e finalmente fare carriera; voi sì, perché quando è ora, sapete obbedire in cambio del pezzo di pane. Disprezzate i punkabbestia, ma non avete più onore di loro. Siete più puliti di loro solo fuori; dentro no.
Intanto però continuerete anche voi a dire che siete contro il caro-mensa, l’aumento delle tasse, ecc. ecc.; ma lo direte mentre sorseggiate uno spritzzino o un birrino, tranquilli tranquilli, che tanto la prossima settimana non siete mica voi che andate sotto processo. Tutt’al più per potervi permettere di continuare l’università, tra il caro affitti, i libri, le tasse che aumentano, ecc. vi deciderete ad andare a lavorare in un bar; solo qualche sera alla settimana, eh? Si capisce. Tra dieci anni, però, sarete ancora lì a lavorare in quel bar, a tempo pieno stavolta; e vedrete di nuovo i poliziotti manganellare altri studenti, di un’altra generazione, che starà messa ancor peggio di oggi. E ancora una volta, vi dissocerete da loro; e lo sapete perché? Perché psicologicamente fa male identificarsi con gli sconfitti, con chi prende le botte; è più consolante identificarsi con chi comanda e con chi le dà; basta però non fare caso al fatto che da anni vi han ficcato una scopa in culo con la quale state ramazzando per terra per 800 € al mese senza diritti sindacali.
Viva i tornelli, ragazzi! Che tengano ben fuori la feccia! Solo che a questo punto, in questa vicenda, dovrebbe esservi chiaro chi costituisce per davvero la feccia…

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