Quanto sta succedendo a livello
internazionale è possibile leggerlo alla luce del tentativo degli Stati nazione
europei, per inciso: Francia, Regno Unito e Germania, di ritagliarsi uno spazio
rispetto a Russia, Stati Uniti e Cina. Questa mia chiave di lettura scaturisce da una serie di indizi che
espliciterò nel corso del ragionamento che mi appresto a fare.
Partirò dalle recenti dichiarazioni del
Cancelliere tedesco Merz andando a ritroso rispetto a quanto è successo a
partire dall’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump.
In merito al conflitto bellico in corso tra Israele e Iran il cancelliere tedesco ha
dichiarato che Israele sta combattendo una guerra anche per l’ UE. Macron,
giorni fa, di fronte alla richiesta di Trump a Putin di intervenire come mediatore
nel conflitto tra Israele e Iran, ha bloccato il Presidente USA dichiarando che
la Russia non può svolgere un tale compito. I ministri degli esteri di Francia,
Regno Unito e Germania incontreranno a Ginevra l’equivalente iraniano. Dovrebbe
essere presente anche il rappresentante UE. Ogni volta che sembra aprirsi un
qualche spiraglio per la pace tra Ucraina e Russia ci pensa la Gran Bretagna a
sabotare il tentativo. Mi riferisco all’attacco condotto, con droni, dalle
forze armate ucraine in Siberia con la conseguente distruzione di 41 aerei
russi. Qualche giornale nostrano, preso dall’euforia, ha parlato di una nuova
Pearl Harbor. I media hanno riportato la notizia che l’attacco è stato
programmato un anno e mezzo fa, cosa che lascia quanto meno dubbiosi. Per come
sono ridotte le forze armate ucraine sono portato a pensare che senza un
supporto britannico non ci sarebbe stato nessun attacco. Per inciso, dopo gli
USA, il Regno Unito è il principale sostenitore di Zelensky. La distruzione degli aerei russi ha prodotto
come effetto la ripresa dell’offensiva in territorio ucraino e il conseguente
allontanarsi della pace. Per gli Stati Europei sopra menzionati vale l’adagio”
finché c’è guerra c’è speranza”.
Agli inizi di maggio Trump annunciava “
Gli Houthi si sono arresi, stop ai bombardamenti”, la fine delle ostilità con
gli Houthi filo iraniani era il presupposto per l’avvio di una trattativa complessiva con lo stesso
Iran. A distanza di un mese, quando il “tavolo” per il negoziato, grazie alla
mediazione dell’Oman, stava per prendere piede, Israele bombarda l’ Iran e con
esso il tavolo delle trattative. Il mio prof. di procedura civile ci ripeteva che
“tre indizi fanno una prova”, in
questo caso bisogna parlare di prove ampiamente provate. Chi pensa che gli
Stati dell’Europa Occidentale siano appiattiti sulle posizioni di Washington
dovrebbe spiegare a quale Washington si riferisce. Certamente non quella che fa
capo alla Casa Bianca.
Trump, Putin e Xi Jinping non hanno
nessun interesse a promuovere conflitti bellici. Vorrebbero tanto passare alla
Storia come coloro che hanno ridisegnato il mondo con una nuova Yalta.
Ridisegnare il mondo significa anche rivedere alleanze, modelli economici,
rinegoziare trattati e sottoscriverne di nuovi, riscrivere le regole
internazionali ed altro ancora. La
rivisitazione degli equilibri mondiali non è gradita a quella parte dell’Occidente
che aveva sperato che “la storia fosse finita”. Parte del mondo occidentale è priva di prospettiva con classi
dirigenti agonizzanti, avviata sul declino demografico, sociale ed economico. Questa
parte del mondo coincide con quegli Stati nazione dell’Europa occidentale che
un tempo furono potenze imperiali ossia: Francia, Regno Unito e Germania. Le
società e le classi dirigenti di questi Stati hanno condiviso in modo acritico
la Globalizzazione e con essa il credo Neoliberale. Per i governi di questi
Stati entrare a “gamba tesa” nei conflitti in corso significa provare a
ritagliarsi uno spazio rispetto ad una trattativa dalla quale si evince
chiaramente che non hanno più le physique
du rôle. Le non società di questi Stati non hanno più lo spirito necessario
per sostenere un ruolo alla pari con gli Imperi emergenti. Le non società occidentali
dominate dall’ individualismo, da rivendicazioni tribali, dall’idea dello
sradicamento, della precarizzazione e dalla fluidità dell’esistenza, vivono
oltre i confini degli Stati di appartenenza. Esattamente il contrario di ciò
che la fase storica in corso richiede. Gli Stati nazionali dell’Europa
Occidentale hanno perso l’unica chances che hanno avuto dalla fine della
Seconda Guerra mondiale ad oggi e cioè la costruzione di un qualcosa che
potesse richiamare l’idea di uno Stato europeo. In settant’anni, dalla fine della Seconda Guerra mondiale ad
oggi, l’unica cosa che sono riusciti a costruire è stato il mercato unico e la
moneta unica pensando che da soli sarebbero stati sufficienti per rendere
solido qualcosa che per definizione non può che essere liquido, perché basato
sull’idea dello scambio garantito dalla stabilità monetaria. Niente di più lontano dall’idea di Stato
nazione. Da qui lo schierarsi a fianco dello Stato di Israele e di Zelensky, restando indifferenti di fronte al genocidio
che si sta consumando a Gaza. Altri alleati degli Stati Nazione europei
sono quegli interessi economici, finanziari e militari, che negli USA si
oppongono a Trump. E’ questa alleanza ad essere destabilizzante per il mondo
intero al punto tale da potere essere causa di un terzo conflitto mondiale. L’alleanza
di cui sopra sta giocando la partita per la sopravvivenza per cui non può
accettare nessuno scambio, può solo vincere o perdere. Per adesso siamo in
presenza di una guerra guerreggiata, di questo ne sono prova le esternazioni
contraddittorie del Presidente Trump. Provate solo ad immaginare se gli Usa decidessero
di attaccare l’ Iran sguarnendo il Pacifico del nord e che i cinesi decidessero
di invadere Taiwan. Se una roba simile dovesse accadere saremmo in presenza del
terzo conflitto mondiale.
In sintesi dobbiamo sperare che la
decotta e moribonda classe dirigente UE schiatti
prima di fare danni irreparabili. L’ambiguità comunicativa di Trump è la
prova della tribalizzazione della società americana che impedisce la sintesi
dell’azione di governo. Situazione molto diversa da quella russa e cinese dove
il primato della politica e la guida forte del governo dello Stato impediscono
deviazioni rispetto a quello che è l’interesse nazionale.
Per evitare il rischio di un terzo conflitto mondiale bisogna sperare che Trump riesca a sfilarsi dal cul de sac nel quale è finito e che Russia e Cina mantengano i nervi saldi. Ancora una volta il problema del mondo sono l’ Europa e le classi dirigenti degli Stati nazione, le quali, dopo decenni di Globalizzazione e accettazione acritica del Neoliberalismo scoprono di essere moribondi e tentano di resuscitare il cadavere rappresentato dall’essere Stato nazione, ossia ciò che in questi hanno sistematicamente smantellato. Rispetto a questo disastroso scenario Spagna e Italia si mantengono alla larga avendo perso ormai da tempo velleità di grandi potenze. Le altre entità politiche che costellano la geografia politica dell’Europa si barcamenano consapevoli di non valere nulla. Esempi della nullità che caratterizza la classe politica europea sono i Commissari e il Presidente della Commissione UE che, a voler essere buoni sono imbarazzanti.
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