Alla scuola di Miss Italia

Alla stupidità (anche quando è femmina) ma anche alla sincerità (anche se molto più raramente) non c’è mai limite, verrebbe da dire.

Si è sicuramente superata in tal senso la neo eletta Miss Italia (poco prima del pronunciamento della giuria), Alice Sabatini, la quale, alla domanda di Claudio Amendola che le chiedeva in quale periodo storico, se avesse potuto scegliere, le sarebbe piaciuto vivere, ha candidamente risposto “Durante la seconda guerra mondiale, tanto io, in quanto donna, non avrei fatto il servizio militare (tradotto:”Tanto a crepare ci andavano gli uomini”).

http://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/alice-sabatini–avrei-voluto-vivere-la-seconda-guerra-mondiale/212310/211479

Meglio di così non si poteva. Della serie “la più carina, la più cretina”, come recitava una vecchia e famosa canzone di Antonello Venditi (“compagno di scuola”, se non erro…). E naturalmente, in perfetta coerenza con quelli che sono i criteri della selezione di una “Miss” (la più carina e la più cretina, come dicevamo, raccomandazioni e prestazioni fuori orario a parte…) ha sbaragliato le altre concorrenti che evidentemnte non potevano reggere il confronto con cotanta miscela di avvenenza e stupidità.

Sarebbe sbagliato però criminalizzarla per questo, anzi, la dobbiamo ringraziare perché, anche se del tutto involontariamente (essendo cretina non potrebbe esser altrimenti) ha svelato con grande limpidezza e serenità una verità nascosta (per quanto è palese), e cioè che in guerra a crepare al fronte ci andavano e continuano ad andarci solo gli uomini.

Speriamo invece che venga invitata altre volte nei vari programmi televisivi perché, se tanto mi da tanto, potrebbe uscirsene con qualche altra verità occultata o rimossa, del tipo che non solo al fronte ma anche sul lavoro, ad esempio, a crepare continuano ad essere solo e soltanto uomini, e poveri, perché non si è mai visto un banchiere, uomo o donna che sia, morire precipitando dalla sua scrivania, o un divo (o una diva) del cinema cadendo da un’impalcatura (tutt’al più crepa la sua controfigura).

Oppure ancora che in tempi di acclarato dominio maschilista e patriarcale ad annegare nelle acque gelide dell’Atlantico erano solo uomini di terza classe:

https://www.linterferenza.info/contributi/alla-scuola-del-titanic/

Ma quel punto la nostra campionessa verrebbe sicuramente oscurata. Troppe candide verità rischiano di essere pericolose (e sovversive).

Fonte: http://www.uominibeta.org/editoriali/alla-scuola-di-miss-italia/

1 commento per “Alla scuola di Miss Italia

  1. Thelma e Louise
    23 Settembre 2015 at 21:00

    Non ci stupisce il candore e la finta naturalezza con cui l’ennesima Miss ha fatto parlare di sé.
    Questa sua apparente spontaneità di eloquio è in realtà il prodotto a tavolino di un’idea di bellezza mercificata e robotica, per niente spontanea e naturale…l’espressione di un messaggio preconfezionato.
    Attira, subito, infatti, il taglio corto dei capelli, vago e furbo richiamo a un’idea di “modernità” o, se vogliamo, simbolo di una “stuzzicante” , “ambigua” mascolinità, che poi mal si concilia con i seni ben in evidenza o l’aria apparentemente candida e svampita, ma in realtà sapientemente studiata e rifinita per risvegliare i soliti appetiti pornografici degli oramai stanchi e viziati maschi … Tutta questa è materia conosciuta, fa parte della squallida realtà degli ultimi anni.
    Questa è la vita quotidiana di un Paese sempre più provinciale e fasullo, dove vera emancipazione femminile non c’è mai stata…quindi perché ci si dovrebbe mai liberare dall’eterno teatrino di miss Italia?
    Lo spettacolo – carrozzone, pur non popolare come una volta, non è altro che la rappresentazione banale e statica di manichini, che si offrono come carne in vendita, calpestando consapevolmente la dignità di tutte le donne che fanno invece dell’intelligenza la loro bellezza e la loro forza.
    Detto ciò, se tutto quello che abbiamo detto non ci stupisce, quello che invece ci lascia interdette è la portata dell’orrore, che emerge dalla mancanza di cultura, sensibilità, empatia, compassione per chi soffre e chi ha sofferto, siano essi uomini o donne, insomma dall’assenza della vera bellezza…

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