In
un recentissimo commento pubblicato su Facebook, la filosofa Donatella Di
Cesare appartenente a quella che lo storico marxista Perry Anderson ha definito
la “sinistra invertebrata”, in nome di un improbabile “antifascismo” si è
schierata con i sionisti-revisionisti, omettendo le reali cause del
conflitto, contro la Repubblica Islamica dell’Iran. Leggiamo:
“C’è una improbabile sinistra, piena di odio
antiebraico, di livore incontenibile, che parteggia per la ierocrazia islamica,
per i sanguinari Ayatollah, pur di indicare nel “nemico” numero uno Israele.
Ecco lo “stato genocida”, l’unico e solo “stato canaglia”, il colpevole
assoluto di tutti i mali del mondo. Finiscono in questa sintesi i commenti,
conditi spesso con un’orrenda, anche se inconsapevole, teologia della
sostituzione. Il popolo deicida, infanticida, pronto ora ad annientare il
mondo.
Nessun distinguo, nessuna analisi politica. Non importa che donne,
studenti, lavoratori combattano da anni contro la repressione del feroce regime
in Iran. Non importa che l’opposizione sia in piazza ogni giorno contro
Netanyahu. La sinistra pacifista sta dalla parte dei popoli e della società
civile nella loro aspirazione a una vita degna e a una coabitazione.”
La prima omissione nella ricostruzione della Prof.ssa Di Cesare, la quale
dolosamente riconduce l’antimperialismo (non soltanto l’antisionismo) ad
antisemitismo, sta nella contrapposta natura sociale dello Stato sionista
rispetto alla Repubblica Islamica dell’Iran: Israele non nasce in quanto Stato
nazionale, figlio di una rivoluzione democratica, ma si configura, fin dal
1948, come Stato colono o “colonialismo d’insediamento”. Il
progetto sionista di riedificazione dell’impero assiro partendo proprio dalla
pulizia etnica della Palestina, ha minacciato, negli anni a venire, la pace
mondiale permettendo al giornalista Alan Hart (giornalista della BBC
britannica, totalmente alieno all’accusa d’odio anti-ebraico) di definire
Israele “il bubbone tumorale della politica internazionale”.
Per quanto concerne la Rivoluzione islamica-sciita del ’79, l’11 febbraio
2019 su L’Interferenza sono entrato nel merito di alcune questioni
ideologiche e politiche, omesse dalla “sinistra neoliberale”che,
ripiegando sulla logica bislacca del “né, né” (né con gli aggressori e
né con gli aggrediti), è diventata “l’estrema sinistra dell’estrema destra”,
un processo irreversibile che dalle “utopie letali” (cit. Carlo
Formenti) conduce a Netanyahu:
“La rivoluzione sciita, dal 1979 in avanti,
fu guidata dall’Imam Khomeini, ma l’organizzatore politico di quella
grande lotta di classe fu il filosofo musulmano-marxista Alì
Shariati, allievo di Jean Paul Sartre e traduttore in persiano delle opere di
Ernesto Guevara e Frantz Fanon. Secondo la visione di Shariati, la storia umana
è segnata dal conflitto fra i discendenti di Abele (il mondo del lavoro) e
quelli di Caino (l’aristocrazia) quindi, come sostenne anche l’ex ideologo
del Partito comunista francese, Roger Garaudy, un autentico musulmano
non può convivere con il potere e l’arroganza padronale. Consapevole della
radicalizzazione delle masse, Khomeini trasformò lo sciismo da religione della
commemorazione dei martiri, quindi dell’assoluta sottomissione all’esempio
dell’imam Alì, a religione della rivolta; l’avvento del dodicesimo
imam necessita dell’esportazione della “rivoluzione degli oppressi”.
La Guida Suprema ebbe il merito di appoggiare le lotte anticoloniali
irlandese e nicaraguense, riconoscendo nel sionismo una forma, storicamente
inedita, di colonialismo d’insediamento.” 1
Fu proprio la SAVAK, una appendice
neocoloniale del Mossad, ad organizzare in Inghilterra l’assassinio di
Alì Shariati, trucidando uno dei maggiori sistematizzatori di ciò che gli
storici definiscono il “marxismo islamico”. Nel medesimo articolo ponevo
la domanda “Ci saranno
altri tentativi di ‘’cambio di regime’’ a Teheran, l’amministrazione
statunitense andrà ben oltre gli stupidi proclami di Donald Trump e
la borghesia del bazar sarà sempre pronta a cambiare casacca”. Le opzioni contemplate dal complesso
militare-industriale USA sono due: 1) provocare a Teheran un “cambio di
regime”, permettendo ad una inedita alleanza fra monarchici e borghesia del
bazar di ripristinare l’antico impero persiano (Dottrina Trump); 2) estendere
la dottrina della “guerra eterna” all’Iran, rilanciando la guerra dei
neoconservatori all’idea stessa di Civiltà (Dottrina Rumsfeld/Cebrowski).
Israele, la quale trova il proprio referente politico nell’AIPAC, la lobby
sionista statunitense (un autentico Super clan di “assassini seriali”
multimiliardari), sta contemplando l’annichilimento di una buona parte del
pianeta.
Le
dinamiche dello scontro rivelano la natura delinquenziale dell’imperialismo
israeliano, ai danni di un Paese musulmano capace d’ospitare la più grande
comunità ebraica (non sionista) mediorientale: se, da un lato, i documenti
sequestrati dal Mossad nel 2018 non rivelavano alcun programma nucleare
iraniano, dall’altra parte, i file pubblicati dall’intelligence sciita
dimostrano, in modo inequivocabile, come Rafael Grossi, che presiede il
Consiglio dei governatori dell’AIEA, si sia lasciato corrompere da Israele 2.
Il giorno seguente la pubblicazione iraniana, Tel Aviv ha attaccato
vigliaccamente.
La
Prof.ssa Di Cesare, pur parlando di unità della sinistra (quale sinistra?
Forse, la nuova “internazionale neoliberale”), non fa alcuna menzione
alle posizioni patriottiche del Partito comunista iraniano (Tudeh):
“Cari compatrioti,
con i massicci attacchi del governo israeliano contro l’Iran e le minacce di
ritorsione da parte della Repubblica Islamica, come promesso da Ali Khamenei,
oggi i nostri interessi nazionali sono in grave pericolo. Trascinare l’Iran in
conflitti militari distruttivi su larga scala, soprattutto considerando che le
potenze imperialiste, guidate dall’imperialismo statunitense, si schiereranno
probabilmente a fianco del governo criminale israeliano e lo sosterranno, porterà
solo conseguenze catastrofiche per l’Iran.
Il Partito Tudeh dell’Iran condanna fermamente l’aggressione militare e l’atto
terroristico israeliano, che violano la sovranità nazionale del nostro Paese.
Sottolinea la necessità di difendere gli interessi nazionali dell’Iran e
considera qualsiasi intervento militare o aggressione straniera contraria alla
volontà, ai diritti e agli interessi del popolo iraniano. Solo l’imperialismo,
le sue forze clientelari, i reazionari e la dittatura al potere traggono vantaggio
dalle tensioni e dalla guerra.
Il Partito Tudeh dell’Iran invita tutte le forze progressiste e amanti della
libertà in Iran e nel mondo a unirsi per condannare questa palese e brutale
violazione del diritto internazionale e a concentrare tutti gli sforzi per
impedire un conflitto militare distruttivo su larga scala e per stabilire la
pace in Medio Oriente.” 2
Ancora una volta la “sinistra reale”, la sinistra realmente
esistente nei Paesi a capitalismo maturo (“tardo-capitalismo” nella
disamina di Ernest Mandel), si è svelata in quanto Cavallo di Troia
dell’imperialismo USA. La posizione della Prof.ssa Di Cesare, una riprovevole giravolta
a sostegno del sionismo, ricalca la proiezione neocoloniale dei sionisti-revisionisti,
ciò che il Premio Pulitzer Chris Hedges, con la consueta onestà intellettuale,
ha definito “il nuovo fascismo ebraico”. Domanda: dov’era la Prof.ssa Di
Cesare quanto l’MI6 britannico, su mandato statunitense, devastava
fisicamente e psicologicamente il giornalista investigativo Julian Assange? Ormai
l’attuale Occidente è, mutuando le parole di Orwell, il Paese della “Grande
Bugia”.
Negli USA è in corso uno scontro intra-establishment abnorme: Tulsi
Gabbard, direttrice dell’Intelligence Nazionale USA su posizioni isolazioniste,
potrebbe essere licenziata da Trump per la sua posizione anti-militarista.
Inoltre rimane aperto un quesito: la Federazione Russa è disposta ad
intervenire militarmente, onorando gli accordi stipulati pochi mesi addietro,
in difesa dell’Iran? In questa congiuntura storica, il conflitto di classe
conosce una nuova variante, quella determinata dalla geopolitica. Geopolitica,
patriottismo e conflittualità di classe.
https://www.voltairenet.org/article222469.html
https://www.resistenze.org/sito/te/po/in/poinpf16-028151.htm
Fonte foto: da Google