Russia e Cina mandano in tilt la geopolitica della destra USA

Nel 1986, Gore Vidal scriveva: “Affinché gli USA sopravvivano economicamente nel futuro mondo sino-giapponese un’alleanza con l’Unione Sovietica è una necessità. Dopotutto, la razza bianca è una razza minoritaria con molti nemici ben precisi, e se le due grandi potenze dell’emisfero settentrionale non si uniscono, finiremo per diventare agricoltori o, peggio, meri passatempo per più di un miliardo di asiatici trucemente efficienti” 1. L’antagonismo est-ovest, ben presto, è diventato nord-sud oppure occidente contro oriente. In questa prospettiva, l’imperialismo americano-sionista (1) ha cercato di portare la Russia su posizioni filo-occidentali (fallendo); (2) ha dichiarato guerra al socialismo patriottico e al nazionalismo anticolonialista utilizzando come ‘’arma’’ le minoranze etniche e religiose. L’Islam politico dei Fratelli Musulmani, avversi al progresso sociale, si è trasformato in un piede di porco contro (a) lo sciismo modernista, (b) ciò che rimane(va) del socialismo pan-arabo (Algeria, Libia e Siria) e (c) la Cina popolare.

Il piano dei neoconservatori dell’amministrazione Bush si è articolato in due direzioni: la variante ‘’liberale’’ ed anti-russa della famiglia Clinton (1) e la forma ‘’etnica’’ ed ultra-sionista dell’Alt Right (2). Trump, con metodi differenti, prosegue il piano del clan Bush: creare una potenza pan-imperialista guidata dagli USA. Linea che – a dispetto delle tesi di Andrew Spannaus – non può essere spezzata da “rivolte elettorali”. Negli USA, dal 2001 al 2018/2019, governano:

La lobby anglo-israelita legata al cosmopolitismo sionista di Soros, il cui obiettivo è legare organicamente la vecchia Europa alla struttura socio-economica nord-americana. I ‘’democratici’’ sono custodi storici della componente apolide del potere oligarchico americano.

  • La lobby israeliana incaricata di rappresentare gli interessi geopolitici della borghesia imperialista di Tel Aviv. Il maggior rappresentante di questa fazione è Jared Kushner, genero dell’attuale presidente.
  • La lobby delle armi alleata di ferro della destra alternativa e dei neonazisti

 

La strategia dell’Alt Right ci porterà, qualora si concretizzasse, ad un mondo diviso in due: l’occidente imperialista, con il sistema di informazione/manipolazione monopolizzato dal Ministero della Verità anglo-statunitense, minaccerà nei decenni a venire gli Stati sovrani. Gli stessi sistemi (informatici) di rete diventeranno incompatibili con Washington (alla luce degli ultimissimi fatti) totalmente incapace di decodificare gli strumenti Huawei; la tecnologia prodotta dalle telecomunicazioni cinesi è di gran lunga superiore 2.

 

La destra USA ed il suo folle piano

Secondo Manlio Dinucci: ‘’Sarà una tragedia di imprevedibile ma forse tremenda dimensione – avverte la Commissione – se gli Stati uniti permettono che i propri interessi nazionali siano compromessi per mancanza di volontà di fare «scelte dure e necessari investimenti». Propone quindi un ulteriore aumento della spesa militare statunitense (già oggi equivalente a un quarto del bilancio federale) nella misura netta del 3/5 per cento annuo, soprattutto per accrescere il dispiegamento di forze statunitensi (sottomarini, bombardieri strategici, missili a lungo raggio) nella Regione Indo-Pacifica dove «sono attivi quattro dei nostri cinque avversari (il quinto è l’Iran): Cina, Nord Corea, Russia e gruppi terroristi»’’ 3. Il businnes della borghesia commerciale è propedeutico agli aumenti delle spese militari studiati dalla Rete Voltaire. Per fare gli affari prima bisogna imporre nuovi rapporti di forza fra nazioni e classi sociali. Gli USA ne usciranno vincitori? Continua: ‘’Dalla Seconda guerra mondiale gli «Stati uniti hanno guidato la costruzione di un mondo di inusuale prosperità, libertà e sicurezza. Tale realizzazione, di cui essi hanno enormemente beneficiato, è stata resa possibile dalla ineguagliata potenza militare Usa». Ora però la loro potenza militare – «spina dorsale della influenza globale e sicurezza nazionale Usa» – si è erosa a un livello pericoloso. Ciò è dovuto al fatto che «competitori autoritari – specialmente Cina e Russia – stanno cercando l’egemonia regionale e i mezzi per proiettare potenza su scala globale»’’. 

Il piano dei neoconservatori, ereditato dall’Alt Right, prevede una nuova mappatura geografica: da un lato una zona stabile che ‘’beneficia’’ del neoliberismo; dall’altra il caos. Il giornalista Thierry Meyssan ha analizzato il problema producendo una notevole mole di documenti: ‘’Questa strategia, radicalmente nuova, cominciò a essere insegnata da Thomas P. M. Barnett dopo l’11 settembre 2001. È stata resa pubblica ed esposta nel marzo 2003 — ossia appena prima della guerra contro l’Iraq — in un articolo di Esquire, poi nel libro eponimo The Pentagon’s New Map, però è apparsa talmente crudele che nessuno ha creduto potesse essere applicata’’ 4. L’oligarchia puritana vuole continuare a battere cassa, non si fermerà innanzi alla dura realtà geopolitica. Vuole la guerra. Gli Stati indipendenti ed i movimenti antimperialisti dovranno farsene una ragione; attrezzarsi e prepararsi al conflitto.

La destra alternativa può, e deve, essere vinta; ha mercenari, denaro, ma è priva di esperti di strategie militari. La CIA può assassinare dissidenti in qualsiasi angolo del mondo, ma non riesce ad elaborare contromosse efficaci sotto il profilo strategico. L’ultradestra di Bannon passa il tempo a farsi la guerra un po’ come le gang della camorra. Il fronte neo-nazionalista ed ultra-imperialista non riesce a reggere la competizione con le capacità tanto diplomatiche quanto militari, sino-russe.

http://aurorasito.altervista.org/?p=4116&fbclid=IwAR1Yt2ZDOVMXYfm9CgT2wNId7Dg86tDbezKSg8qzKY6anYeZ6zCvwj1CHW0

http://www.voltairenet.org/article204215.html

http://www.voltairenet.org/article204318.html

http://www.voltairenet.org/article197505.html

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Fonte foto: Eastwest (da Google)

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