Un chiarimento (non dovuto) sulla Wagner nei confronti di due ignoti “quaquaraquà”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

 

Riguardo alle polemiche sorte intorno al mio articolo sulla poesia “Suona musicista !” di Yuri Vologodsky, forse neanche avrei dovrei perdere tempo a rispondere. Di norma, le querele presentate da ignoti vengono sempre cestinate. Invece, io qui sono stato sollecitato dalla Redazione dell’Interferenza.info a procedere ad investigazione.

Tutta la polemica si basa solo su un costrutto di illazioni, diffuse per un verso da una fonte finanziata dall’ex oligarca russo Khodorkovsky, uno dei più grandi Criminali della storia, e per altro verso da Wikipedia, legata all’oscuro mondo delle ONG angloamericane e, comunque, messa fuori legge dalla Federazione Russa per la sua costante propaganda eversiva. Wikipedia è una falsa enciclopedia del sapere libero. E’ uno strumento di propaganda pieno anche di contenuti erronei, che nel mondo della ricerca scientifica raramente viene citato o preso mai in considerazione. E’ molto utilizzato invece dagli studenti e dagli internauti di cultura media. Lo so perché, per qualche tempo, credendo che fosse davvero libera, sono stato anch’io un collaboratore di Wikipedia e ho curato alcune pagine, come quelle dei poeti dell’antica lirica greca, quella di Gregorio Magno ecc. Pertanto, so bene cosa sia Wikipedia.

Ora, Wikipedia è una fonte continua di disinformazione sulla guerra tra la NATO e la Russia in Ucraina. Continua, ad esempio, a spacciare come “genocidio russo” il filmino di Bucha 2022. A riprova di quanto dico, dato che la ricorrenza è molto vicina, invito i lettori a visitare le pagine wiki “Liberazione, 25 Aprile”. Vi è riportato, senza sostegno di alcuna statistica seria, che per “liberare” l’Italia morirono 300.000 soldati americani. Chi studia la storia sa bene che 300.000 americani non morirono, forse, nemmeno in tutta la Seconda Guerra mondiale, dove gli USA combatterono in prima linea esclusivamente contro il Giappone. Nelle altre regioni in cui intervennero, fecero sempre combattere agli altri in prima fila. Ma quando si prova a rettificare queste falsificazioni della storia contemporanea, che in Wikipedia abbondano, si viene subito bloccati dall’intervento coordinato degli anonimi fact checkers.

Un’operazione simile l’hanno fatta qui, sull’Interferenza.info, i due anonimi quaquaraquà, che dietro lo schermo di un nickname, sono intervenuti per dire che sarebbe “vergognoso” parlare del gruppo Wagner, fondato da Evgenij Prigozhin, perché sarebbe nazista. Ora, io non dovrei arrabbiarmi solo con questi due, ma anche con la Redazione dell’Interferenza che ancora non capisce la necessità di fare filtro rispetto agli pseudo-commenti da parte di ignoti quando si capisce già in partenza che sono palesemente balordi e in mala fede. Parlo di questa situazione in generale, non solo relativamente al mio articolo.

A me pare che, nonostante l’Interefrenza.info abbia dichiarato una posizione di rigetto verso le ragioni del politically correct, nei fatti mostra sempre una certa cedevolezza. Mi pare che consideri un liberale “diritto di replica” il dare spazio ad ogni tipo di commento, anche a quelli che sono, con piena evidenza, volgari, viziosi, infondati e scriteriati. Questa cedevolezza acritica nulla ha a che fare con la liberalità né con la democrazia. Il primo a descriverla, quando ancora il termine stesso non era stato inventato, fu Omero. Nell’Iliade, Tersite prese gli schiaffi in faccia da Odisseo, dopo aver parlato in Assemblea. Perché il diritto di parola lo si dava, sì, anche al peggiore degli uomini, ma a condizione che il suo parlare politico fosse serio, sensato e costruttivo, nel rispetto del bene comune della Polis. Qui invece si crede che la parola debba essere data indiscriminatamente a tutti, in ogni luogo e momento, per poter dire tutte le fregnacce che si vuole. Ebbene, questo criterio è l’esatto contrario della democrazia. Non a caso, oggi, nel 2023 si pensa che la democrazia sia la allo-crazia, e ne si accetta la sua degenerazione nel regime tirannico della demagogia. Cosa di cui gli antichi Elleni avevano coscienza politica, al contrario dei moderni sudditi dell’Unione Europea, che credono di essere superiori e più intelligenti degli antichi solo perché saprebbero smanettare uno smartphone.

A proposito dell’antica Ellade, che la democrazia la inventò, un sedicente (schiavo ?) che si firma Spartacus sostiene, anacronisticamente,che Sparta sarebbe stata “nazista” (il senso è questo) perché vi esistevano gli schiavi. Se è per questo, anche ad Atene il 75% degli abitanti erano schiavi. Dunque, in base alla logica follemente ideal-astorica di chi vive fuori dal mondo, anche l’Arte, il Teatro e la Filosofia nati ad Atene sarebbero da condannare come prodotti culturali “nazisti”. E tutta la civiltà romana, di conseguenza, sarebbe da buttare via. Ecco dove porta l’ignoranza ingenua di certi gruppuscoli che si auto-emarginano dalla realtà, non comprendendo il senso dei processi storici.

Passiamo alla malattia infantile del luxemburghismo. Questo nickname Spartacus, io penso, non si riferisce tanto all’antico leader tracio di una grande rivolta (l’unica e sola che, benché priva di vera coscienza di classe, scoppiò nell’arco dei 700 anni in cui funzionò a pieno regime il modo di produzione schiavistico). Credo che, invece, si riferisca piuttosto a quel movimento della Rosetta Luxemburg, che rappresenta oggi solo un piccolo ramo morto del marxismo e, soprattutto, una batosta politica maturata, storicamente, sul suo stesso piano ideologico. Quello che, mitizzando le capacità spontaneistiche delle masse sfruttate, idealizzava una metafisica Coscienza operaia trans-rivoluzionaria, che in realtà non esisteva affatto. Tanto è vero che quest’illusorio idealismo venne preso a calci in faccia dalla dura e divergente realtà, incarnata da altri sfruttati della stessa nazione tedesca.

Detto questo, voglio sottolineare che, nell’articolo che questi presunti luxemburghiani hanno criticato senza forse neanche averlo letto, il tema principale che presento è la contestualizzazione della poesia tradotta di Vologodsky, un poeta-soldato, che era iscritto al partito comunista di Donetsk. Perciò, le sole critiche alle quali d’oggi in poi risponderò, saranno quelle di carattere letterario e storico. Dunque, stop a tutti i commenti che ripetono stupidamente solo la propaganda politica imperialistica contro la Wagner. Già ce n’è troppa in circolazione.

Ad esempio, venerdì scorso (13 aprile) la Commissione Europea ha inserito il gruppo Wagner nella sua lista nera. Ma non in base all’accusa di nazismo, bensì perché “contribuisce alla distruzione delle strutture civili dell’Ucraina”. Quindi, le sanzioni della von der Leyen giungono con oltre un anno di ritardo, rispetto a quelle della Casa Bianca contro Prigozhin che, d’intesa con Vladimir Putin, ha organizzato una formazione militare, che sta dimostrando di essere l’esercito più forte del mondo. Inoltre, ieri (lunedì 17 aprile), puntuali come un orologio svizzero, i media occidentali, irreggimentati in una ferrea morsa ideologica che neanche Goebbels avrebbe saputo architettare, hanno cominciato a diffondere una “sensazionale indagine” pubblicata dalla rete di propaganda anti-russa Gulagu.net, fondata dall’anti-putiniano Vladimir Osechkin. Si tratta dell’intervista-video di tale Azamat Uldarov, un pluripregiudicato che si presenta, ovviamente, come un ex combattente pentito della compagnia Wagner. E perché Uldarov si sarebbe pentito? Non certo a causa del nazismo, che è di fatto quello che la Wagner sta, invece, combattendo e distruggendo in Ucraina. Ma perché avrebbe assistito ad azioni disumane, compiute dalla Wagner, come  la liquidazione, per puro capriccio (addirittura !), di anziani e di bambini di 5 anni.

Stando al racconto che l’Uldarov ha esposto in veste di “teste oculare”, egli stesso insieme ai wagneriti sanguinari – ed ecco che ritorna il cliché narrativo del mostro-Stalin che mangiava la carne cruda dei bambini ! –avrebbe partecipato all’eccidio degli innocenti “nel locale seminterrato di un palazzo in cui si erano nascoste 400 persone, tra cui 40 bambini”. Purtroppo per loro, gli sceneggiatori della video-intervista di Gulagu.net non hanno immaginato bene l’ambientazione, dato che i seminterrati tipici dei palazzi sovietici, che costituiscono ancora oggi la grossa parte dell’edilizia residenziale popolare in Ucraina, sono in realtà locali piccoli, che non possono ospitare 400 persone. Quelle che, secondo la video-confessione di Uldarov, si sarebbero nascoste lì sotto, per giorni interi, senza neanche un bagno chimico, per sfuggire ai sanguinari militi della Wagner. Il fondatore e capo della Wagner, il succitato Prigozhin, il cui padre fu un ufficiale dell’Armata Rossa, ha smentito questa video-farsa dichiarando semplicemente che la Wagner non ha bisogno di uccidere anziani e bambini per stroncare l’ukro-nazismo banderista; e che, anzi, in ogni villaggio, paese o città liberati, le truppe Wagner hanno tributato dei loro morti, sfidando rischi evitabili sul piano militare, proprio per l’accortezza usata nel mettere in salvo i bambini e gli anziani.

C’è da dire, infine, che lo stesso Uldarov non è neanche un vero soldato della Wagner. Ed è fin troppo ovvio che, nella video-farsa girata da Gulagu.ru, si è prestato a fare l’attore in cambio di denaro. Egli è infatti uno dei molti prigionieri russi che 7 mesi fa hanno scelto, volontariamente, di patteggiare il resto della pena che stavano scontando in carcere. Gli ultimi tre anni in cambio dell’arruolamento nella Wagner per combattere 6 mesi al fronte. E’ stato un modo utile di sanare il loro debito verso la società russa per i reati gravi che avevano commesso. Chiudo, però, qui subito il tema, sollevato anche dal sedicente Spartacus, sottolineando solo che, dopo la fine del servizio militare nella Wagner, è stata solo dello 0,15% la percentuale di recidività immediata di questi condannati. In Italia, invece, è 10 volte maggiore la percentuale dei recidivi, cioè dei carcerati che, appena escono fuori in libertà, commettono subito nuovi reati nell’arco delle successive 48 ore. Vuol dire che i programmi Gulag funzionano ancora e sempre meglio del sistema rieducativo posto in essere nelle carceri americane, europee e italiane.

Ma a me qui non interessa parlare della Wagner, perché non sono certo un suo apologeta. Non vi appartengo. Non sono nel loro libro paga, né ad oggi ho fatto mai domanda per lavorare nella loro struttura organizzativa. Provengo da altre esperienze, che qui non sto a dire, qui sull’Interferenza.info sto solo traducendo, commentando e pubblicando le poesie di Yuri Vologodsky, poeta del Donbass e soldato della Wagner, già definito il nuovo Tirteo in certi ambienti giornalistici dellaRussia.

Credo, così, di aver risposto esaustivamente alle polemiche, per me del tutto insignificanti, perché mi è stato chiesto di farlo dal Direttore dell’Interferenza, il Dott. Fabrizio Marchi, al quale sono affettivamente legato da una stima reciproca che iniziò nell’autunno del 1989, dai tempi in cui, io appena maggiorenne, egli mi coinvolse a scrivere sul giornale della IX Circoscrizione di Roma, Metropoli IX, dopo che ci eravamo conosciuti tramite il comune amico e compagno Marco Trasciani, verso il quale ho sempre sentito, di cuore, una gran riconoscenza. E mai di Marco Trasciani dimenticherò la cultura e l’esperienza che egli mi trasmise durante il passaggio di quella mia età giovanilistica.

Tornando alle poesie di Vologodsky, mi rendo conto, però, che le polemiche suscitate dal mio contributo, anche se soltanto in certi ambienti sinistrati e gretti, possono creare un certo “danno d’immagine” all’Interferenza.info. Questo non lo voglio. Alcuni segnali, che un uccellino birichino mi ha cinguettato, mi hanno fatto capire che la Redazione è andata un pò in fibrillazione per la polemica portata, peraltro, da due ignoti cialtroni, che non rappresentano davvero nessun altro se non se stessi.

Io, comunque, non sono il tipo che crea problemi. Nel caso il Direttore lo riterrà opportuno, stopperò qui la mia collaborazione con l’Interferenza.info. Ho sempre, per mio conto, la possibilità di pubblicare in un unico short Essay i miei lavori su Vologodsky in una Rivista Internazionale di Filosofia e Letteratura, accreditata col MIUR, che non fa altro che aspettarmi. Da questo punto di vista, la mancanza di libertà e di palle, da parte dell’Interferenza.info, a me non cambierebbe nulla. Non ostacolerebbe affatto la pubblicazione delle poesie del nuovo Tirteo della Wagner (e ancora ne ho 4 da pubblicare). Anzi, personalmente, ci guadagnerei anche un maggior prestigio culturale, pubblicandole in un ambiente dotto, cioè superiore a quello meramente colto dell’Interferenza.info. Un ambiente universitario interdisciplinare, dove non c’è spazio per i gridi reazionari dei piccoli stronzi antimarxisti che ancora galleggiano nei cessi culturali della Sinistra, situazione incomoda che rimarrà in essere finché non verrà ripristinato il grande sciacquone della Storia.

Ricordo bene che, qualche anno fa, la stessa situazione si creò quando pubblicai sempre qui sull’Interferenza.info un articolo demolitorio su Mimmo Lucano, espressione del malaffare calabrese che era elevato a Mito da tutta la feccia culturale dei centri sociali romani e italiani. Ricordo che anche allora il Dott. Fabrizio Marchi scese in crisi culturale, di fronte alle mie analisi avanguardistiche. Poi i fatti, come sempre nella mia vita, mi hanno dato ragione. E non criticavo Lucano perché da sindaco di Riace commetteva qui in Calabria continue truffe e illegalità, applaudite dalla fumosa fauna dei Centri Sociali. Ma perché l’operato di un Lucano, che qui noi calabresi per il 97% odiamo, rappresenta solo il prodotto perfetto, ovvero l’escremento truffaldino dell’Imperialismo occidentale, condizione materiale senza la quale mai avrebbe potuto truffare tutto il denaro pubblico che ha truffato allo Stato col pretesto di assistere i migranti, che altro non sono che le misere vittime dell’Imperialismo grazie al quale Lucano navigava nell’oro. Questo delinquente di Riace, che è il mito di infime masse sinistrate.

Ho gestito, da direttore, e scritto quotidianamente su un Giornale online che registrava 30.000 visualizzazioni al giorno, combattendo peraltro contro la Masso-Mafia calabrese, non contro due stronzi galleggianti che, però, già sono sufficienti a far tremar le vene e i polsi del Direttore Fabrizio Marchi, che teme la critica di queste infime fasce sub-culturali, che costituiscono comunque un’infima parte della poca utenza che legge, a doppio scopo, l’Inteferenza.info. Alla quale tuttavia, beninteso, io ho già dato lustro scrivendo per essa e dando così la possibilità di aprirsi all’internazionalizzazione con la pubblicazione delle poesie di Vologodosky. Spero che l’operazione che ho proposto non sia un salto politico-culturale troppo grande, tale che la paura possa indurre la redazione a rigettare la prospettiva di avanzare uno step in più.

Giuseppe Casamassima

Wagnergate: perché l'operazione che sarebbe culminata con l'arresto dei mercenari russi è fallita? | UACRISIS.ORG

Fonte foto: da Google

27 commenti per “Un chiarimento (non dovuto) sulla Wagner nei confronti di due ignoti “quaquaraquà”

  1. Fabrizio Marchi
    19 Aprile 2023 at 1:12

    Caro Giuseppe, non c’è stata nessuna fibrillazione in seno alla redazione de L’Interferenza rispetto al tuo articolo. Ma proprio nessuna. Mi sono solo limitato a segnalarti un paio di commenti che evidenziavano la presenza di forze naziste all’interno della Wagner. Uno dei due commenti, quello di tale “Stella Rossa”, che ha scritto ovviamente riparandosi dietro ad un nick, era una chiara provocazione alla quale infatti ho prontamente risposto. A volte scelgo di non pubblicare le provocazioni, altre volte invece sì proprio perchè credo che sia più produttivo pubblicarle al fine di mostrare la pochezza e la povertà di chi le pone in essere. Dopo di che ho soggiunto a te personalmente che credo che la celebrazione della Wagner non sia necessaria nè utile ai fini dell’analisi geopolitica e in particolare della guerra in corso rispetto alla quale la posizione del nostro giornale, come è evidente a tutti (e lo dimostrano, appunto, gli attacchi che riceviamo), è estremamente chiara.
    Chiarito questo, noto con dispiacere che il tuo giudizio sul sottoscritto e sulla redazione de L’Interferenza è assai poco lusinghiero e tu stesso ribadisci che potresti pubblicare su riviste ben più autorevoli della nostra. Nessuno te lo impedisce, sei ovviamente liberissimo di farlo e non saremo di certo noi a privarti di questa possibilità. E perchè dovremmo?
    In ultimo, ma non per ultimo, ci dai anche dei pavidi e dei subalterni nei confronti della “sinistra” politicamente corretta. Qualsiasi lettore di questo giornale sa che questa “accusa” è talmente priva di fondamento da risultare – scusa la franchezza (la stessa che hai avuto giustamente tu nei nostri confronti) – ridicola.
    Vedo, in tutta onestà, con questo tuo atteggiamento anche decisamente rabbioso nei nostri riguardi, assai difficile continuare la collaborazione. Prendiamoci una pausa di riflessione. Direi che è la cosa migliore.

  2. Giuseppe Casamassima
    19 Aprile 2023 at 13:41

    Caro Fabrizio, sicuramente riunirò poesie e analisi su Vologodsky per estrarne un saggio letterario. Ma c’è tempo. Non devo fare nessun concorso nell’immediato.
    Penso sia giusto continuare a pubblicare ancora qui, dove ho iniziato, le altre poesie che mi rimangono. Se me ne andassi, farei quasi il gioco di questi due e anche di altri ignoranti censori. Io non abbandono il campo. Né ho bisogno di alcuna pausa di riflessione. Anzi, guai a me se mi fermassi!

    È dal 2014 che mi solleciti a scrivere per l’interferenza. Mi proponesti pure di entrare a far parte della redazione. Ma ora che ho cominciato a scrivere, mi cacci subito via.
    Eppure mi hai chiesto nei giorni scorsi di scrivere anche altri pezzi di analisi politica che, come da intesa, io ho già abbozzato.
    Però ora già non te la senti più di continuare.

    Se ho parlato un po’ sopra le righe, è stato solo per colpa tua. Hai ritenuto “commento articolato” la monnezza propagandistica. Hai pensato, forse, che io potessi fare arrabbiare qualche gruppetto sinistrato ?
    Avevi la stessa paura quando scrissi contro il mito di Mimmo Lucano. Anche allora c’era da preoccuparsi del malumore della “sinistra”….ma di quale ? Di quella che porge anche l’altro braccio al potere costituito nazi-vaccinale? A quella che critica senza neanche leggere gli articoli? A quella che pensa di prevalere nelle dispute appiccicando subito all’avversario l’etichetta fasulla del rossobruno ?

    Questa è tutta gente politicamente fallita, che neanche sa cosa significhi, per concetto, il fascismo e l’antifascismo.

    Ma tu hai dato spago, addirittura, a qualcuno che pensava di insegnare a me la storia di Sparta, proprio a me che sono tra i primissimi ad aver parlato dell’esistenza di una “filosofia spartana”, che non è stata mai citata nei manuali e negli studi passati di storia della filosofia antica. E dovresti saperlo questo, dato che insegni proprio questa materia.

    Io credo, caro Fabrizio, che tu hai mancato di rispetto intellettuale nei miei confronti.

    Aggiungo un POST SCRIPTUM in 5 punti all’articolo.

    1) Su Yuri Vologodsky: egli ha già preso l’attenzione anche dell’Unione degli Scrittori Russi. E, come lui, ci sono altri poeti e scrittori russi che, dall’inizio della guerra tra NATO e Russia in Ucraina, combattono o supportano attivamente, anche con collette, i difensori del Donbass, i soldati russi, i volontari che combattono in prima linea, e anche le milizie della Wagner, perché, quando c’è da spegnere un incendio che divampa in casa, non si può guardare se è limpido o torbido il colore dell’acqua che si usa.

    2) Sui prigionieri russi che hanno scelto di scontare la pena combattendo 6 mesi al fronte: Prigozhin ha dichiarato ieri (l’ho letto solo stamattina) che “dopo aver prestato servizio nella Wagner PMC gli ex criminali raramente tornano raramente a commettere crimini, perché è abbastanza ovvio che 6 mesi di guerra e di operazioni di assalto attivo cambino davvero l’animo delle persone”. La recidività dei criminali comuni arruolati nella Wagner, dopo la fine del servizio, come detto nell’articolo, è di gran lunga inferiore rispetto a quella che si registra (7%) nella criminalità russa che non ha svolto servizio nella Wagner.

    3) Infine, sulla DIFFAMAZIONE CONTINUATA AI DANNI DELLA WAGNER: l’accusatore Azamat Uldarov ha confessato di aver diffamato l’esercito russo dietro minacce e ricatti. Ha RITRATTATO tutte le accuse montate dal portale news Gulagu.net, di proprietà di Vladimir Osechkin, latitante e già ricercato dall’Interpol.
    In soldoni, Osechkin ha ricattato, minacciato e corrotto Uldarov e altri (un certo Alexei Savichev) ex prigionieri che hanno combattuto nel Wagner per far loro raccontare, nel corso di una falsa video-intervista, le mostruosità delle milizie WAGNER, che avrebbero sparato, ad Artemovsk, contro 400 anziani inermi e bambini nascosti in uno scantinato.
    L’arma di ricatto usata da Osechkin è un video, compromettente per Uldarov, perché lo ha ripreso durante un atto di fornicazione omosessuale, consumato due anni fa in un ospedale per la cura della tubercolosi.

    4) Il fondatore della Wagner, che è Prigozhin, ha presentato querela per aprire un procedimento penale contro il ricatto attuati, a scopi diffamatori, dalla redazione di Gulagu.net sostenuta da servizi di intelligence stranieri, che lavorano per danneggiare i cittadini della Russia.

    5) Ad onor del vero, va detto che i Wagneriti hanno portato in salvo i bambini fuori dagli scantinati di Artemovsk, togliendosi anche i loro giubbotti antiproiettile per coprirli, mentre i nazisti ucraini continuavano a sparare. Le testimonianze dei bambini, che sono sempre la voce dell’innocenza, sono state raccolte dalla giornalista Anastasia Kashevarova.

    • Fabrizio Marchi
      19 Aprile 2023 at 15:21

      Questo è solo in parte un commento politico, per il resto, come il tuo ultimo articolo, è una considerazione del tutto personale sul sottoscritto nella quale non voglio neanche entrare. Sono questioni che andrebbero affrontate in sede privata e che tu hai scelto invece di rendere pubbliche. A mio parere hai avuto quella che in gergo psicoanalitico si definirebbe una “reazione abnorme all’evento”. In ogni caso non voglio entrare nel merito di questioni che esulano completamente dalla politica e quindi fin da ora ti dico che non pubblicherò altri commenti sulla stessa falsariga. Hai scritto che ti ho mancato di rispetto intellettuale. Che dirti, rileggi i messaggi che mi hai inviato privatamente e rileggi anche questo ultimo articolo di risposta, e vediamo chi è che ha mancato di rispetto all’altro e agli altri…Tutti si faranno la loro idea. Non che interessi a nessuno, ma dal momento che hai deciso di pubblicizzare questioni personali mi hai costretto a risponderti. Se non lo avessi fatto l’avresti presa ancora peggio di come l’hai già presa.
      Ciò detto, la vicenda è chiusa, per quanto mi riguarda, quindi torniamo alla politica. Questo è il giornale che facciamo grazie al contributo dei redattori e dei collaboratori. Chi lo apprezza, bene, ed è il benvenuto, chi non lo apprezza, è liberissmo di cambiare strada. Chi pensa che non sia adeguato al proprio livello culturale e intellettuale, o non sia abbastanza coraggioso (se non addirittura pavido) o troppo allineato al politicamente corretto per paura o perchè saremmo preoccupati del giudizio del “sinistrismo radical o pseudo antagonista” (qui mi viene veramente da ridere ma lasciamo stare…) può cambiare strada.

    • Fabrizio Marchi
      19 Aprile 2023 at 15:28

      P.S. Oltretutto questa polemica personale che hai scelto di rendere pubblica – non che la cosa abbia un rilievo perchè non ne ha alcuno – può al limite far piacere soltanto a quei “sinitrorsi radical o pseudo antagonisti” che tu stesso hai stigmatizzato, peraltro giustamente.
      Ora, però, torniamo alla Politica. Non voglio andare avanti con un botta e risposta su queste questioni di nessun interesse (neanche per il sottoscritto oltre che per i lettori del giornale).

  3. Giulio Bonali
    20 Aprile 2023 at 8:04

    Che Wikipedia fosse una putrida fogna politicamente corretta accuratamente censurata dai solerti agenti (non voglio cadere in una ripetizione ma tantomeno usare l’ anglomane e antiitaliano “fakechecker”) del pensiero unico politicamente corretto già lo sapevo; tuttavia non mi immaginavo arrivassero ad un livello di maldestra disonestà intellettuale tale da pubblicare foto sfuocatissime e indecifrabili che pretenderebbero di dimostrare che il “fondatore della Wagner” (ma a questo punto mi domando: sarà vero?) esibirebbe su di sè simboli nazisti (ogni persona di buon senso non può non pensare che se così fosse Wikipedia pubblicherebbe foto leggibilissime ed inequivocabili invece di pretesi “ingrandimenti” di particolari incomprensibili che di conseguenza, se non si é completamente idioti, non si può non pensare che siano ben diversi).
    Quando il sedicente “Spartakus”, “criticando” (si fa per dire) la poesia del wagneriano qui pubblicata qualche giorno fa, ha citato tali maldestre falsificazioni come pretese “prove” nemmeno mi sono premurato di controllare i collegamenti telematici (per gli anglomani “links”) che le esibivano dal momento che, essendo la sua “critica” pubblicata su L’ Interferenza e non avendo avuto repliche, li ritenevo indubbiamente attendibili e assolutamente degne di fiducia.
    Solo dopo aver letto questo articolo, che (secondo me sbagliando) si limita a bollare giustamente Wikipedia senza entrare nei dettagli di questa maldestra oltre che -more solito- disonestissima mistificazione, ho aperto quei collegamenti telematici e me ne sono reso conto.

    Ritiro pertanto i ringraziamenti a “Spartakus per le sue pretese “informazioni” che colà sono stato truffaldinamente indotto a tributargli e colgo l’ occasione per mandarlo cordialmente e con scarsa correttezza politica AFFACULO!

    Ci tengo a dissociarmi dalla (pretesa) liquidazione sommaria di Rosa Luxemburg della quale nella mia lontana gioventù lessi qualcosa che trovai estremamente interessante e intelligente e che ritengo, oltre che una acuta teorica marxista (ovviamente non infallibile: come disse di lei Lenin, le galline non raggiungeranno mai le altezze cui volano le aquile, anche pure a queste ultima può capitare talora di volare rasoterra), una grande ed indiscutibilmente eroica rivoluzionaria.

    • Fabrizio Marchi
      20 Aprile 2023 at 14:33

      Capisco il senso del commento, e lo condivido, tuttavia, caro Giulio, credo che la critica, anche la più radicale, debba sempre essere portata in modo politico e dialettico, evitando di scivolare sul piano degli insulti personali. Questo lo dico proprio perchè il sottoscritto (ma vale per L’Interferenza) è uno che è stato ed è ripetutamente bersaglio di insulti, bollature, scomuniche di vario genere un pò da tutte le parti, da destra e “sinistra”, per le ovvie ragioni che ben conosce chi legge e frequenta e anima questo giornale. Di conseguenza, anche se potrà apparire un pò cristiano-kantiano (che comunque non è una bestemmia…) io non farò mai agli altri quello che non vorrei fosse fatto a me. Per lo meno in prima battuta, poi, ovviamente, c’è il legittimo diritto all’autodifesa…
      Il metodo della scomunica e soprattutto degli insulti appartengono a chi non ha argomenti. Chi li ha, e noi ne abbiamo da vendere, non ha alcuna necessità di insultare e in ultima analisi di scivolare sullo stesso terreno dei nostri avversari. Di più, l’insulto serve proprio a questo, a farci perdere le staffe e a trascinarci al livello becero dei nostri detrattori che non aspettano altro per poi poterci coprire di (della loro) immondizia. Per me L’Interferenza è stata anche una palestra, sotto questo profilo, ho imparato a mantenere la calma, a non reagire di pancia alle provocazioni.
      Nel caso specifico, Spartakus, a differenza di quel tale “Stella Rossa” (quasi sempre se non sempre i provocatori si nascondono dietro ad un nick) non ha insultato, ma ha citato delle fonti, anche se per noi non attendibili. E’ bene quindi rispondergli con altre fonti e sempre in modo logico-dialettico, che è esattamente quello che loro non vogliono fare perchè sono consapevoli della debolezza delle loro argomentazioni. L’insulto serve a delegittimare l’altro in quanto interlocutore, a non riconoscerlo, appunto, come una controparte degna di confronto logico e dialettico. Ma noi non dobbiamo porci questo problema. Certo, a volte cancello a monte dei commenti che arrivano perchè sono soltanto delle squallide provocazioni. Altre volte ne pubblico alcuni perchè credo che sia più produttivo pubblicarli proprio per mostrare il livello infimo di chi li pone in essere.
      Ciò detto, proseguiamo con il nostro lavoro.
      P.S. su Rosa Luxemburg sono pienamente d’accordo con te. E’ stata una grande rivoluzionaria, al di là delle posizioni che ciascuno di noi può avere sul suo pensiero, che ha pagato con la vita il suo impegno per la causa rivoluzionaria. Peraltro, viste proprio le sue posizioni ante litteram (scrisse parole di fuoco contro il femminismo delle suffragette dell’epoca) sono certo che sarebbe stata con noi in prima fila nel denunciare l’ideologia politicamente corretta e ovviamente anche il femminismo attualmente dominante.

  4. Giulio Bonali
    20 Aprile 2023 at 19:23

    Pienamente d’ accordo sul Kant e sul cristiano “non fare agli altri ciò che non vorresti gli altri facessero a te”.
    Però se mai dovessi ingannare altri pretendendo di far passare per “prove fotografiche” ricostruzioni arbitrarie, operate da gente in sicura malafede, di fotografie illeggibili, per primo mi manderei cordialmente affanculo (anzi AFFANCULO), in base all’ educazione cristiana che ho avuto da bambino (e che limitatamente a questo non ho mai rinnegato); la quale impone, per essere perdonati da Dio (tradotto laicamente: “per avere la coscienza a posto”) di rimediare per quanto possibile alle colpe commesse e di espiarle con un’ adeguata “penitenza”.
    Perché di questo si é trattato da parte di “Spartakus”, che ha citato pseudofonti inattendibili perché arbitrariamente confezionate da personaggi assolutamente non degni di fede in quanto al solerte servizio permanente effettivo della macchina della menzogna politicamente corretta, quali sono i censori di Wikipedia (ricordo solo -fra il tantissimo altro- che dopo l’ entrata in guerra della Russia poco più di un anno fa si sono premurati di “riscrivere” l’ orrendo eccidio nazista di Odessa derubricandolo ad “incendio accidentale” e a “ridescrivere” falsissimamente gli scherani della Azov come non-nazisti).

    Anch’ io mi ero già lamentato dello spazio concesso, a mio modesto e puramente “cronachistico” parere indebitamente, a provocatori “ultrasinistrissimi” pseudorivoluzionari, cacciatori di streghe “rossobrune” e figuri affini (e se é per questo anche ad autori irrazionalistici e, sempre a mio parere rilevante meramente “per la cronaca”, reazionari di cui talora qui si ricevono e volentieri si pubblicano articoli da me letti (a volte non riuscendo ad andare oltre le prime righe) molto malvolentieri (ma non acriticamente; per esempio in un caso recente mi sono sentito in dovere di segnalare, in questo caso volentieri anche da parte mia, l’ insolito e inaspettatissimo mio accordo con l’autore).
    Ma é senza ombra di dubbio giusto e doveroso che a decidere in merito a queste questioni sia insindacabilmente solo il direttore responsabile (e per me si tratta di difetti assolutamente irrilevanti in quanto incomparabili rispetto ai meriti della rivista telematica, un po’ come gli ovvi effetti collaterali -negati solo da irrazionalisti pseudoscienziati e psudoamici della scienza- dei vaccini rispetto alla prevenzione di malattie potenzialmente gravi e talora letali come l’ infezione da Covid19).
    Per questo non dubito di continuare a lungo (età e dunque sopravvivenza permettendo; senza scongiuri essendo razionalista e accanitissimo contro ogni superstizione) a seguire questa ottima iniziativa telematica, di cui ringrazio di cuore Fabrizio Marchi (i veri amici sono quelli che criticano, non quelli che adulano; non mi ricordo chi l’ ha detto, ma ne credo che ne siamo tutti convintissimi).

    • Fabrizio Marchi
      20 Aprile 2023 at 19:49

      Ti ringrazio della stima, peraltro contraccambiata. Come ripeto, tendo a non censurare, se possibile, e anche a dare spazio a posizioni diverse rispetto alla sensibilità politica e culturale dei redattori e di una buona parte dei collaboratori. Un giornale serve a far discutere anche ospitando tesi e opinioni diverse che, ovviamente, non devono prevalere sulla linea politica ed editoriale della testata, questo è ovvio. Del resto L’Interferenza non è un organo di partito ma, appunto, una rivista di elaborazione politica e quindi è parte della sua ragion d’essere ospitare commenti critici e anche alcuni articoli non proprio in sintonia con il nostro “sentire” e il nostro orizzonte politico e valoriale.
      Dopo di che tutti possiamo commettere errori, e meno male che li commettiamo, perchè vuol dire che lavoriamo e che stiamo sul pezzo. E chi lavora e sta sul pezzo inevitabilmente a volte sbaglia.

  5. Giulio Bonali
    20 Aprile 2023 at 19:33

    Devo precisare, a scanso di fraintendimenti, che circa gli effetti collaterali dei vaccini (in particolare contro la pandemia reale) che ad essere incomparabile con i benefici, nelle popolazioni più esposte a forme gravi e letali, é la FREQUANZA (la probabilità oggettiva, nel singolo caso) degli INEVITABILI (scienza, non magia!) effetti collaterali, anche gravi e addirittura letali (come sicuramente nel caso del pessimo AstraZeneca che ci fu colpevolmente -meglio: criminalmente!- imposto inizialmente per motivi biecamente geopolitici e per nulla scientifici dall’ UE e dal nostro governo ad essa zelantemente asservito.

    • Francesco
      21 Aprile 2023 at 17:10

      Giulio, tu mi avevi invitato ad uno scambio di idee, tra due posizioni ben distanti; ora, io non ti ho scritto perché è stato un periodo molto impegnato e inoltre io sto cercando di mettere in ordine e sistematizzare le mie, di idee, altrimenti ci scambierei più confusione che idee; se sei ancora interessato quando avrò terminato il processo, comunque non prima di settembre, ti scrivo all’indirizzo mail che mi segnalasti, altrimenti non preoccuparti.

      • Giulio Bonali
        22 Aprile 2023 at 8:44

        Grazie, Francesco, non ho dimenticato la tua “promessa” (le virgolette perché la intendo in senso non troppo impegnativo, come credo sia giusto), non ho smesso di sperare di poter confrontare e discutere con qualcuno che ne sia interessato le mie convinzioni e dunque aspetto senza indebita fretta una tua lettera elettronica (per gli anglomani “e.mail”).

  6. Federico Lovo
    20 Aprile 2023 at 20:58

    io personalmente non ho controllato le fonti. Cmq, mi pare chiaro che se – e sottolineo: SE – delle componenti di estrema destra sono presenti nel fronte filo-russo, non avrebbero lo stesso valore che queste possono avere nel campo ucraino, E non ho dubbi che certe insane sarebbero tenute per bene nascoste. E questo per ragioni talmente evidenti che non vale nemmeno la pena parlarne. La storiella delle estreme destre infiltrate “uguali e contrarie” che si confrontano in Ucraina con uno stesso “peso specifico” risulta peraltro una tattica messa in pratica da quegli zozzoni della sinistra radicale britannica, che non si vergognano nemmeno di elogiare Zelensky.

  7. Francesco
    21 Aprile 2023 at 17:04

    La questione delle provocazioni mi sembra pericolosa: quando un intervento è provocazione? Ho letto adesso il commento “Stella Rossa”, l’articolo mi era sfuggito, e sono d’accordo è una provocazione, ma lo è perché non argomenta un accidente; se argomentasse ci sarebbe da discutere nei contenuti, così non c’è nulla da discutere. Ma faccio un esempio a partire da me: i miei interventi sono provocazioni? Quando ho discusso sull’applicazione del termine fascista, che ritengo applicato senza l’adeguata precisione, qualcuno potrebbe vederla come una provocazione, perché dà il concetto per acquisito, per me è un applicare il metodo del Socrate dei dialoghi di Platone in cui vengono messi in discussione concetti dati per assodati; cioè appunto uno dei modi di applicazione del metodo dialettico; certamente ci può essere il disaccordo con le mie argomentazioni ma appunto su questo si opera l’interscambio dialettico. Ora, ho usato una vecchia discussione come esempio, ma mi preoccupo ogni volta che emerge il tema delle provocazioni, perché in genere, se l’argomento passa, al di là dell’applicazione a commenti privi di argomentazione del tenore di quello di “Stella Rossa” o contenenti insulti, il risultato è una chiusura su posizioni blindate, la dialettica diviene solo un espediente retorico e l’ambiente una bolla. Non è il caso di questa rivista finora, che mi pare mantenere un interessante equilibrio, ma appunto per questo, sperando che continui a rimanere uno spazio di questo tipo volevo condividere questa riflessione.

    Una seconda questione è più spinosa. Parte da qui “Un ambiente universitario interdisciplinare, dove non c’è spazio per i gridi reazionari dei piccoli stronzi antimarxisti che ancora galleggiano nei cessi culturali della Sinistra, situazione incomoda che rimarrà in essere finché non verrà ripristinato il grande sciacquone della Storia.”. Questo sembra implicare che o si è marxisti o si è “piccoli stronzi da scaricare” cui non va lasciato spazio. Ora, mi rendo conto che si tratta di un intervento “sbilanciato” e non entro nel merito, che non mi riguarda. Quello che mi riguarda è un atteggiamento che riscontro spesso nei marxisti; io sono stato marxista, ora non lo sono più, cioè non aderisco ad una visione marxista come orizzonte complessivo del senso, pur rimanendo non meno di prima anticapitalista; e non per questo sento il bisogno di buttare Marx e il confronto, fondamentale, con quella che chiamo la sua analisi fenomenologica del capitalismo. Ma l’atteggiamento di sopra, che al netto dello sfogo è tutt’altro che infrequente, è quello che mi fa arretrare ogni volta che penso di comunicare con dei marxisti. Da un lato credo sia assolutamente necessario che tutte le istanze anticapitaliste che possano trovare un ambito di compatibilità provino a farlo e ancora una volta la rivista è interessante per me proprio perché ci sono interventi come quelli di Bravo e Merlo, appunto mi sembra propriamente dialettica; dall’altro lato però poiché quell’atteggiamento non è infrequente non è che ho tutta sta voglia di cercare intesa politica con chi mi scaricherebbe nel “grande sciacquone della Storia” in quanto “idealista”, “spiritualista”, “metafisico”, o che so (a proposito, la Storia con la maiuscola implica un bel po’ di metafisica, non male per uno che critica la “metafisica Coscienza operaia trans-rivoluzionaria”; la povera metafisica viene sempre messa in mezzo a cazzo); Ripeto, non è il caso della rivista e spero che non sia intesa come provocazione, ma voglio porre questa questione come problema generale, perchè un’intesa mi pare necessaria, altrimenti non so come si possa superare l’impasse attuale per una ripresa quantomeno coordinata di lotta al capitalismo.

    • Fabrizio Marchi
      21 Aprile 2023 at 21:36

      Sono sostanzialmente d’accordo. Il dogmatismo è una brutta bestia, su questo non c’è dubbio, ed è assolutamente trasversale, perchè non riguarda certo solo i marxisti. Ma non c’è dubbio che molti marxisti (fra i pochi rimasti) lo siano. Ora si potrebbe aprire un discorso interminabile che però a me, in tutta franchezza, non interessa, perchè si aprirebbe la sempiterna questione su chi sono o sarebbero i “veri” marxisti”, o chi si arroga la presunzione di definirsi il vero interprete del Marx-pensiero, come se questo fosse una sorta di Verità Assoluta Ipostatizzata, Iperuranizzata, A-temporale, Eterna e Immutabile, di fatto una religione, sia pure secolarizzata. A mio parere questa è la peggiore interpretazione che si potrebbe dare del Marx-pensiero (che è un pensiero dialettico) ma, appunto, non voglio cadere in questa trappola, anche perchè è del tutto inutile, per come la vedo io. La mia opinione – e qui rubo le parole dell’amico e compagno Carlo Formenti – il Marx-pensiero è “uno strumento della lotta di classe, una cassetta degli attrezzi utile ad analizzare la situazione concreta, allo scopo di definire i modi più efficaci per colpire il nemico di classe”. Dopo di che, sempre a mio parere, non è e non può essere l’unico strumento di analisi e interpretazione della realtà in tutta la sua complessità, ma certamente resta una “cassetta degli attrezzi” fondamentale.
      Tornando a noi, sono assolutamente d’accordo sul fatto che un certo linguaggio e un certo modo di porsi siano del tutto sbagliati e fuori luogo, specialmente per un giornale come questo che è nato per promuovere dibattito e confronto dialettico, pur avendo, come è normale e giusto che sia, una sua linea politica e un suo orizzonte politico, ideale e valoriale. Nel caso da te citato, credo che il linguaggio di Giuseppe Casamassima, che è un compagno e un amico di vecchissima data, sia stato sicuramente ben sopra le righe e direi anche offensivo, ma era rivolta soprattutto al sottocritto, accusato di essere troppo cedevole (e addirittura pauroso) nei confronti delle opinioni di alcuni commentatori appartenenti all’area della “sinistra” radical o (pseudo)”antagonista. La questione, più di natura personale che politica, è comunque stata risolta e chiusa.
      Dopo di che ci sono i provocatori. Ora, nella maggior parte dei casi, come ho già spiegato, non pubblico quei commenti che sono delle chiare provocazioni, a volte scelgo invee di farlo proprio per mostrare la loro pochezza, miseria e mancanza di reali argomentazioni. Ora, non tutti siamo provvisti di calma e gesso, come si suol dire, alcuni di noi sono più pacati ed equilibrati o forse anche più freddi, mentre altri sono più sanguigni, cadono nella trappola e si lasciano prendere la mano, finendo per fare il gioco dei provocatori.
      Sono anche d’accordo con te sul fatto che oggi una efficace critica al sistema capitalista debbe comprendere anche punti di vista non necessariamente marxisti, e anzi sono convinto che quella “cassetta degli attrezzi” di cui sopra possa arricchirsi così di nuovi “attrezzi”. Dopo di che, chi ha più filo da tessere, come si suol dire, lo tesserà.
      Stai comunque pur certo che su questo giornale – fermo restando la sua linea politica ed editoriale – il dibattito sarà sempre libero e franco. Ribadisco ancora una volta che la linea politica e gli orizzonti ideali, culturali e politici di questo giornale non si evincono dagli articoli pubblicati nello spazio dei “contributi” e delle “lettere” (che sono spazi creati appositamente per tutti coloro che scelgono di collaborare senza necessariamente condividere le noste posizioni) e con la dicitura “Riceviamo e volentieri pubblichiamo” ma nei restanti altri.

      • Francesco
        22 Aprile 2023 at 17:41

        E’ un piacere sentirlo, beh leggerlo, siamo d’accordo sulla cassetta degli attrezzi e continuerò a seguire con interesse.

        Solo una cosa: certamente l’atteggiamento dogmatico è trasversale, solo che provenendo io da quell’ambiente sono più sensibile ai modi specifici che conosco e temo di aver praticato in passato. Buona domenica.

  8. Spartakus
    21 Aprile 2023 at 18:40

    In Russia è in atto uno scontro di potere, ma non certo quello spesso inventato dai media occidentali visto che i cosiddetti “liberali” sono fuori gioco, anche quelli parte del sistema.
    Putin non è in discussione, ma la “destra” del sistema, rafforzatasi molto con la guerra, sta tentando di scalzare dalle posizioni chiave il “centro” che attualmente occupa i vertici dell’esercito e dei servizi di intelligence. Se l’operazione riuscisse chiuderebbe gli spazi residui della sinistra russa.
    La punta di lancia della destra in ascesa è la Wagner, diventata sempre più potente, e ormai in polemica aperta e pubblica con gli attuali vertici militari.
    Un punto debole della Wagner è la forte presenza nazista al suo interno. Allora di recente l’oligarca Prigozhin, che gestisce i soldi e i rapporti esterni della compagnia, ha lanciato un messaggio apparentemente strano:

    https://www.lastampa.it/esteri/2023/03/28/news/prigozhin_il_capo_dei_mercenari_wagner_smonta_la_propaganda_non_ci_sono_nazisti_in_ucraina_e_non_combattiamo_la_nato-12723937/

    L’interpretazione dei media occidentali – che smonti la narrazione russa – è ovviamente propagandistica mentre il messaggio è rivolto alla destra occidentale: non pestiamoci i piedi a vicenda, togliamo dal tavolo le accuse di nazismo.

    Per questo, a mio parere, occultare la forte presenza nazista nella Wagner, o peggio celebrarla, oltre che negare la realtà, non è politicamente opportuno perchè sostiene, magari inconsapevolmente, il tentativo in corso di scalata al potere della destra russa che ha bisogno di rimuovere dalla pubblica attenzione i suoi scheletri nazisti nell’armadio.

    • Fabrizio Marchi
      21 Aprile 2023 at 21:00

      Io per la verità so (da fonti attendibili) che anche e soprattutto il PC russo (che è attualmente il secondo partito con circa il 20% dei voti) spinge sull’acceleratore per una soluzione più rapida e radicale della guerra e quindi per un intensificazione delle operazioni militari, mentre Putin è più attendista. In questa fase è vero anche che Putin ha messo i famosi oligarchi nell’angolo e che il PC russo è più vicino al presidente di quanto non lo fosse prima della guerra, anche perchè lo stesso Putin ha bisogno del suo appoggio. Diciamo quindi che Putin è l’elemento di mediazione fra la destra e il PC che, sia pure da punti di vista diversi, spingono per un’accentuazione delle operazioni militari.
      Ciò detto, a me pare che stiamo dando troppa importanza alla “questione Wagner” che invece a mio parere è del tutto irrilevante ai fini dell’analisi geopolitica della situazione. E non credo proprio che la Wagner, per quanto robusta possa essere, abbia la forza per condizionare Putin più di tanto. A che pro insistere sempre con questa storia della Wagner nazista? Cui prodest? Questa è la domanda che dobbiamo sempre porci.
      La mia opinione è che questo alla fin fine sia un sostanziale depistaggio che serve ad alimentare la scontata tesi dello scontro fra pari, cioè fra imperialismi al pari livello e più o meno del tutto simili, supportata dal fatto che la presenza nazista starebbe da entrambe le parti. Posso capire che il carrozzone mediatico occidentale porti avanti questa tesi ma noi siamo qui per analizzare la complessità delle cose e non per accodarci alla propaganda mainstream. E le cose, sempre a mio avviso, non stanno affatto come vengono raccontate.
      La Russia, come ho già avuto modo di dire in altre occasioni, è uno stato-potenza con vocazione imperiale ma non è uno stato imperialista come invece sono gli USA. La differenza non è di lana caprina e non credo ci sia necessità, in questa sede, di spiegare la differenza. La Russia sta subendo l’offensiva (imperialista) della NATO da almeno vent’anni e sta conducendo una guerra sostanzialmente difensiva (il fatto che abbia assunto l’iniziativa militare poco più di un anno fa non cambia nulla rispetto alla natura della guerra in corso) ai suoi confini in un paese al cui interno c’è una comunità russofona e con il quale c’è una storia comune e intrecciata nei secoli dei secoli. La guerra in Ucraina non ha nulla a che vedere con le guerre degli USA e poi della NATO in Corea, Vietnam, Iraq e Libia ecc. Se non capiamo questo o se non siamo d’accordo su questo, è anche inutile proseguire la discussione, non perchè io voglia porre fine al dibattito, me ne guardo bene, ma perchè per confrontarsi in modo logico-dialettico bisogna comunque avere delle basi di partenza comuni. Quindi è innanzitutto necessario chiarirsi su questo. L’intervento russo in Ucraina è di natura imperialista o è di natura sostanzialmente difensiva, anche se all’interno di una concezione da stato-potenza, cioè da stato che ambisce ad essere egemone (e ovviamente militarmente non assediato) in quello che è il suo naturale e storico spazio geopolitico?
      E’ su questo che dobbiamo riflettere, non stare a fare a gara su chi abbia più nazifascisti tra le proprie file.
      Tutto ciò, voglio ribadirlo, non significa affatto, per quanto mi riguarda, fare il “tifo per Putin”. Personalmente, se è per questo, non mi era simpatico Saddam Hussein e tanto meno i talebani, ma ciò non toglie che quelle due guerre con relative occupazioni siano state di natura squisitamente imperialista, e quindi è stato giusto sostenere sia la resistenza irachena che quella degli afghani, pur con tutta la distanza che ho rispetto a questi ultimi. E potrei portare tanti altri esempi. Hamas non mi è affatto simpatica ma non c’è dubbio che debba essere sostenuta per la funzione oggettivamente antimperialista che sta conducendo.
      Ecco, è su questi punti che ti chiederei di chiarire la tua posizione, piuttosto che di continuare a postare link dove si parla della presenza nazista nella Wagner. Sempre e solo ai fini di verificare la possibilità di un sano e dialettico confronto.

      • Spartakus
        22 Aprile 2023 at 0:51

        Sono d’accordo che la Wagner non sia rilevante per l’analisi geopolitica sulla guerra in Ucraina. Infatti ne hanno parlato altri glorificandola, e ne ho demistificato la glorificazione.
        Glorificazione che ritengo pericolosa non solo per la rilevante presenza nazista nella Wagner e nella sua rete di altri reparti amici, ma anche per il ruolo politico interno alla Russia che sta assumento, questo sì rilevante come punta di lancia della destra russa.
        Su cui non ho parlato in termini di “falchi e colombe” sulla guerra – dinamica più trasversale – ma di tentato assalto alle posizioni chiave di potere militare in corso da parte della destra russa.
        Sono d’accordo che la Russia in Ucraina stia tentando una politica di potenza difensiva di un ruolo imperiale regionale in disfacimento, in realtà non solo in Europa orientale, ma anche nel Caucaso e negli “Stan” dell’Asia centrale, dove avanzano le influenze di Cina e Turchia, ma che in Europa orientale viene ritenuto molto più pericoloso.
        Ma non sono d’accordo che questo giudizio di politica di potenza imperiale regionale possa essere esteso a tutta la politica internazionale russa perchè in Africa si sta comportando da potenza imperialista.
        In Africa la Russia usa la Wagner, e altre meno note compagnie di mercenari russi, per scopi di imperialismo economico in concorrenza con altri imperialismi barattando sostegni militari a governi deboli in cambio di diritti di sfruttamento delle materie prime locali. Ulteriore motivo per non glorificare questa compagnia mercenaria.

        • Fabrizio Marchi
          22 Aprile 2023 at 10:53

          Sì, ma vedi che alla fine finisci sempre per parlare della Wagner 🙂 e alla fin fine le attribuisci un ruolo fondamentale perchè la interpreti come la testa d’ariete della destra russa. Come già dicevo nel primo commento, non credo che Putin (intendendo con Putin non solo la sua persona ma il sistema di potere che gli ruota attorno e di cui lui è l’espressione apicale) possa farsi condizionare più di tanto. Come sempre dicevo ci sono anche altre forze, come ad esempio il PC che ultimamente si è molto avvicinato a Putin e Putin stesso ha lasciato che si avvicinasse per ovvie ragioni (perchè ha bisogno di un consenso quato più possibile di massa alla sua politica).
          Per quanto riguarda il ruolo della Russia in Africa quanto dici lo dò per scontato, la Russia non è un stato socialista e quindi è ovvio che nel gioco internazionale deve recitare la sua parte, che è comunque difensiva. Allora, a questo punto, dovremmo discutere anche della Cina che negli anni si è conquistata da questo punto di vista un ruolo molto, direi enormemente più importante della Russia nel mondo. La Cina è uno stato imperialista? A me non pare, perchè le sue politiche di espansionismo commerciale non hanno le caratteeristiche di uno stato nè imperialista nè neocolonialista, non solo perchè non si espande con la forza militare (che non mi sembra cosa da nulla…) ma perchè le relazioni economiche e commerciali che costruisce con altri pesi non sono di tipo imperialista e/o colonialista. E questo è confermato dal fatto che molti paesi stanno sempre più guardando alla Cina anche se molti di questi rimangono a metà strada.
          Vedo francamente la Russia abbastanza debole sotto questo punto di vista, e anche per questo dico (e mi pare che tu sia d’accordo) che l’inziativa complessiva della Russia sia sostanzialmetne difensiva. E questo non è cosa da poco, è un fattore importante che non può non essere indifferente rispetto alla posizione da assumerre. A meno che non si interpreti l’analisi geopolitica come una sorta di scienza fredda e asettica in cui si resta imparziali ad osservare lo svolgimento dei fatti. Ammesso che ci sia qualcuno che si occupi di geopolitica in modo asettico e imparziale – cosa che non credo affatto – è evidente che specialmente persone come noi non possono non prendere posizione nello scontro in atto.
          E quindi, volendo banalizzare, una sconfitta sul campo della Russia (che non credo proprio che avverrà) significherebbe il trionfo della tuttora prima grande superpotenza imperialista che sono appunto gli USA, la NATO e tutto il codazzo al seguito e il tramonto del processo verso un mondo multipolare. Ricordiamoci sempre che la Cina ha una sola baase militare fuori del suo territorio, a Gibuti, la Russia anche, in Siria, mentre gli USA ne hanno circa 700 in tutto il pianeta più tutti gli stati che fanno parte del suo impero e che nell’area del Pacifico circondano la Cina (Giappone, Corea del Sud, Thailandia, Australia, Filippine ecc. ) così come la Russia è circondata ad ovest da tuti gli ex stati ed ex republiche del blocco sovietico, ora tutti più o meno facenti parte della NATO o comunque a libro paga degli USA.
          Se questa è la situazione, è ovvio che gli antimperialisti, e in primis i socialisti e i marxisti, hanno il dovere di assumere una posizione (senza per questo aderire ideologicamente alla Russia o alla Cina o celebrarle). Ci siamo?
          Ecco, è su questo che mi piacerebbe avere da te una posizione chiara e distinta. Anche per sciogliere ogni ambiguità. Dopo di che, sia chiaro, ciascuno ha diritto alla sua opinione e massimo rispetto per tutti. Però a quel punto ci siamo chiariti e abbiamo sciolto i nodi, in un senso o nell’altro. Altrimenti continuiamo a parlare con un sottofondo di ambiguità, di non detto, che non ci aiuta, che alimenta i sospetti e che crea dissidi e magari anche reazioni sproporzionate in qualcuno.

          • gino
            23 Aprile 2023 at 11:45

            fabrizio,
            concordo in toto. “anche fra i russi ci sono i nazi” é propaganda banale pure da me sperimentata.

          • Giulio Bonali
            24 Aprile 2023 at 9:29

            Obiezione a Gino (mi par di capire che comparirà sopra il suo scritto cui obietto).

            Che la propaganda occidentale sia banalissima e maldestrissima, oltre che falsissima e infamissima, nelle sua continue falsificazioni (in particolate addirittura “capovolgimenti a 180°” della realtà con il terrorismo, gli eccidi, le atrocità naziste contro i civili da parte del governo di Kiev attribuite ai Russi) non vi é alcun dubbio; tanto che personalmente ogni volta che sento parlare di Russi che ammazzano civili, magari decapitandoli con coltelli da cucina -sic: se provassimo a decapitare anche solo un agnello per il pranzo pasquale, animalisti permettendo, ci renderemmo conto della colossale entità della cazzata- comprendo immediatamente che i nazisti ucraini hanno compiuto nuove, uteriori mostruose efferatezze).
            La censura di fatto, l’ abolizione di fatto della libertà di espressione da noi imperante é talmente ferrea ed impermeabile (di fatto) che non hanno nemmeno bisogno di coltivare un minimo di attendibilità e “accuratezza narrativa” nelle pacchiane falsità talora perfino illogiche (autocontraddittorie) che ci propinano continuamente.
            Ma il fatto che nel conflitto in corso Mosca sia sostanzialmente o almeno in larghissima prevalenza nel giusto e i burattini di Kiev e i burattinai di Washington, Londra e Bruxelles nel torto marcio non toglie che anche tra i russi ci sono i nazisti (é documentato fra l’ altro inoppugnabilmente da alcuni dei collegamenti telematici proposti da Startakus, che per questo ringrazio, malgrado le penose oltre che infami falsificazioni di Wikipedia del primo di essi) e che é giusto e necessario tenerne debitamente conto.

          • gino
            24 Aprile 2023 at 19:26

            giulio,
            non ho scritto che non é vero. ma qualche nazista lo si trova ovunque (poi, per andare a fare il mercenario un pó di “carattere nazista” lo si deve avere) e quindi la notizia diventa un´inutile (per noi) banalitá. o un´utile (per loro) propaganda.
            altro discorso é la nazistizzazione generalizzata di buona parte degli ukri occidentali, convinti di avere il gene scandinavo, superiore a quello mongolo che imputano ai russi.
            francamente non ho visto in russia centinaia di video con giovani che ballano per strada con bandiere con la svastica, svastiche sulle scale di “tranquilli” centri commerciali e classi delle elementari coi bambini che fanno il saluto romano come ho visto in ukronazilandia.

  9. Giulio Bonali
    24 Aprile 2023 at 21:44

    Non é vero che <>; per esempio (ma é solo il primo che mi viene in mente dei molti che si potrebbero fare) non nel governo, né nell’ esercito cubano (che non é integrato da mercenari), nè fra alcuno che a qualsiasi titolo collabori col governo e con l’ esercito cubano.

    E se é vero, come é vero, che ci sono nazisti in Russia (cosa di per sé di importanza alquanto limitata) ma soprattutto nelle forze mercenarie pagate dal governo di Mosca che si avvale dei loro servigi (cosa che invece per me e credo per ogni democratico é assai importante), allora é falso che <>, ma invece per lo meno non é solo questo, bensì (anche) un fatto reale da non ignorare ma di cui tener conto nella giusta misura e senza perdere il senso delle proporzioni rispetto all’ orrendo abominio nazista del governo di Kiev, come da me sostenuto.

    “anche fra i russi ci sono i nazi” é propaganda banale pure da me sperimentata

    • Giulio Bonali
      24 Aprile 2023 at 21:46

      che “dovunque si può trovare qualche nazista” (citazione fra virgolette che non compare qui sopra; per cercare di farla comparire qui, non l’ ho riprodotta letteralmente).

  10. Giulio Bonali
    24 Aprile 2023 at 21:52

    la seconda citazione che non compare é che “dire che ci sono nazisti anche fra i Russi é solo propaganda banale”; anche perché ovviamente non ho mai scritto per stigmatizzare il fatto che qualche russo é nazista, bensì (cosa completamente diversa e di importanza abissalmente maggiore!) che lo sono alcuni dei mercenari che il governo russo paga e della cui collaborazione si avvale.

  11. Giulio Bonali
    25 Aprile 2023 at 8:26

    Gino, io non ho affatto stigmatizzato la cosa ovvia che “qualche nazista si trova dappertutto” (notizia, questa sì “di una banalità per noi irrilevante”), e dunque “anche in Russia”, bensì la ben diversa e decisamente grave altra cosa che qualche nazista si trova fra i mercenari che il governo russo paga e dei cui servigi si avvale.

    Inoltre non vedo proprio come si possa rivolgere a me la critica di confondere, concordemente con la falsissima propaganda occidentale, il miserabile nazismo criminale generalizzato e assolutamente dominante del governo di Kiev con la limitata, relativamente esigua (ma per noi democratici antifascisti non affatto irrilevante!) entità delle infiltrazioni naziste dei mercenari di cui si avvale e che paga quello di Mosca.
    Ma hai letto o no i miei commenti?

    • gino
      25 Aprile 2023 at 19:55

      giulio,
      la mia critica non era rivolta a te ma a spartacus e a quelli che usano quel tipo di narrativa

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