La Bolivia rifiuta il “neofascismo evangelico” della CIA e dell’Alt-Right

“Creare problemi, fallire, creare problemi di nuovo, fallire di nuovo… fino al loro destino, la logica degli imperialisti e di tutti i reazionari del mondo nell’affrontare la causa del popolo e non andranno mai contro tale logica. Questa è una legge marxista. Quando diciamo “l’imperialismo è feroce”, intendiamo che la sua natura non cambierà mai, che gli imperialisti non poseranno mai i coltelli da macellaio, che non diventeranno mai Buddha, fino al loro destino” (Mao Tse Tung)

 

La vittoria del Movimento per il Socialismo, in Bolivia, ha riconfermato la regola della politica del pendolo sudamericana: alla restaurazione conservatrice, segue l’avvento del centro-sinistra populista con alcune tendenze antimperialiste. Gli analisti cubani avevano previsto, con qualche anno d’anticipo, questa tendenza.

Lo spoglio ufficiale è meglio delle previsioni: socialisti avanti di 25 punti. Il ‘’governo’’ golpista reo di avere causato, dietro agli sproloqui evangelici, un genocidio clinico non avrebbe altra scelta che abbandonare il paese in elicottero: la dirigenza del MAS perseguirà i golpisti penalmente per i loro crimini? Cerchiamo di capire le ragioni dell’ascesa e della rapidissima disfatta dell’Alt Right nel piccolissimo paese sudamericano:

  • L’amministrazione Trump ha manovrato, dietro le quinte, i cristiano-fascisti boliviani mettendoli nelle condizioni d’obbligare alla fuga il presidente Evo Morales. In un paese cristiano, quando un gruppo di fanatici afferma d’agire in ‘’nome di Dio’’, raramente incontra una forte opposizione di massa.
  • Le dinamiche delle rivoluzione colorate non sono slegate dalle contraddizioni reali che, al di là rare eccezioni (es. Cuba, Iran e Corea del Nord), le nazioni ‘’non allineate’’ presentano: il MAS ha mantenuto (quasi) intatti gli apparati repressivi dello Stato colonizzato latino-americano. Ogni anno, i militari golpisti festeggiano il vile assassinio di Ernesto ‘’Che’’ Guevara indisturbati.
  • L’obiettivo dell’Alt Right era quello di privatizzare le risorse di litio, risorsa strategica del futuro, a vantaggio di Elon Musk, uno dei tanti estremisti neonazisti prestato al mondo della green economy. Quindi abbiamo il trasferimento di una risorsa strategica non nelle mani di una nazione imperialista, ma d’un singolo capitalista: nel capitalismo del ventunesimo secolo, le grandi famiglie del capitale (es. Soros, Adelson, Musk) chiedono d’essere servite come fossero entità statuali.

La Bolivia non si è trasformata in una colonia per le ragioni strutturali che stanno spappolando la società civile dello Stato colonizzatore, gli USA:

  • Lo stato profondo USA è diviso: le elezioni di novembre potrebbero segnare l’inizio d’una sanguinosa guerra civile. Alcuni storici parlano di quarta guerra civile nord-americana. I golpisti di estrema destra che promisero un bagno di sangue dinanzi alla vittoria del centro-sinistra, hanno abbassato la testa: paura, viltà e consapevolezza dei propri crimini (meritevoli d’essere perseguiti).
  • La restaurazione conservatrice è prossima alla sconfitta: in Sud America non ci sarà una alternativa marxista, ma nei prossimi anni potrebbe consolidarsi l’alleanza strategica fra la Teologia del popolo ‘’multipolare’’ di Francesco (anticomunista ma contraria alla Dottrina Monroe USA) col centro-sinistra populista, legato alla difesa delle identità locali e (timidamente) antimperialista. La linea di Francesco ed il populismo del MAS e di AMLO (Messico) stanno configurando una terza via: non marxista, ma proiettata nel mondo multipolare in quanto anti-neoliberista. La politica delle alleanze cambia priorità: per la Bolivia, Cuba e Venezuela diventano alleati tattici; Argentina, Messico (paesi governati dal centro-sinistra patriottico ma non marxista) sono partner strategici insieme al Vaticano. Gli USA riperderanno il cortile di casa.
  • Gli USA, in crisi, non possono più mantenere vassalli incapaci ed invertebrati. L’Impero USA potrebbe conoscere una balcanizzazione analoga a quella dell’Urss: potrebbe seguire il caos, nuove forme di fascismo occidentale oppure le masse popolari troveranno la forza di rovesciare la nuova Architettura del Potere con una inedita Rivoluzione democratica. E’ il destino incerto dell’Occidente.

Il governo eletto boliviano non deve perdere tempo: nazionalizzazioni, democratizzazione della vita quotidiana, cooperazione con Cuba nel settore medico-sanitario sono le priorità per una nazione distrutta, in un solo anno, dall’Alt Right. I cristiano-fascisti, nel giro di qualche mese, sono passati dal genocidio razziale a quello clinico: l’evangelismo è il nazismo del ventunesimo secolo.

Il giornalista marxista Rainer Shea ha evidenziato, in prossimità delle elezioni, alcune contraddizioni del MAS:

“Affinché la destra ascolti”, ha affermava un oratore a un raduno pro-MAS, “nel momento in cui cercano di compiere frodi, la Bolivia interromperà la pausa sulle proteste. E prenderemo il potere, fratelli”. Aveva detto un altro: “Non dovrebbe nemmeno pensare di compiere irregolarità o frodi, o un conflitto… c’è la pausa nazionale delle proteste, ma in qualsiasi momento, se provocano irregolarità, la interromperemo e il popolo boliviano riprenderà il potere dalle strade”. Quanto sarà ingenuo presumere che solo perché il regime golpista non ha sostegno popolare e appare troppo debole per manipolare direttamente le elezioni, la transizione verso la democrazia sarà pacifica. Gli imperialisti e i loro sicari creeranno solo altri problemi con l’avvicinarsi delle elezioni. E l’unico modo per distruggerne la presa sulla Bolivia sarà la guerra popolare, come fece Mao’’ 1

Non si può dialogare con i fantocci di Donald Trump. Ernesto Guevara diceva che dell’imperialismo non bisogna fidarsi nemmeno un po’, mentre Lenin in Stato e rivoluzione teorizzò la sostituzione dello Stato borghese con una Democrazia operaia e contadina, tesi ripresa da Mao Tse Tung nel celebre testo Nuova democrazia. Negli stessi termini, nell’Iran di Khomeini i sostenitori dello Scià vennero banditi dalla vita politica e quotidiana. E’ l’unico modo per restituire al popolo boliviano, in questi mesi impegnato in una Resistenza eroica sfidando repressione razzista e Coronavirus, l’indipendenza nazionale perduta.

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È il socialista Luis Arce il nuovo presidente della Bolivia - La Stampa

Fonte foto: La Stampa (da Google)

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