La borsa degli alimenti in Venezuela: un vero aiuto per mitigare la scarsità di cibo e la profonda crisi economica?

08/07/2016: In attesa di ricevere la borsa degli alimenti

 

Il Venezuela sta vivendo una profonda crisi economica, caratterizzata da una scarsità di alimenti. La crisi profonda è iniziata nel 2013, quando l’oligarchia pensava di riprendersi il potere politico, dopo 14 anni, nell’elezione presidenziale per eleggere il successore di Chávez (aprile 2013). In questa elezione, invece di risultare eletto un suo rappresentante veniva eletto come presidente Nicolas Maduro.

Con la mancata vittoria, si scatena la violenza di strada da parte dei simpatizzanti dell’opposizione e contemporaneamente l’oligarchia, che controlla gran parte della produzione, importazione e distribuzione dei prodotti in particolare degli alimenti, lancia la “guerra economica”, ossia riduce enormemente la produzione e distribuzione dei prodotti, specialmente di quelli alimentari, al fine di provocare profondo malcontento nella popolazione, dando ovviamente la colpa ad un governo inetto. Ovviamente l’oligarchia possiede anche i mezzi di comunicazione e quindi riesce a far passare facilmente questa idea nell’opinione pubblica.

Infatti, nel momento dell’elezione del Parlamento (6 dicembre 2015) l’opposizione al governo ottiene la maggioranza assoluta dei voti e dei parlamentari. L’obiettivo per l’oligarchia ed i suoi rappresentanti politici è perpetrare questa guerra economica, questa situazione di scarsità dei prodotti e quindi di malcontento fino al momento del Referendum revocatorio del Presidente, previsto dalla Costituzione a metà del periodo costituzionale.

L’oligarchia dunque continua la guerra economica e continua ovviamente a diffondersi nel popolo l’idea che la colpa della profonda crisi che vive il Venezuela e della scarsità degli alimenti sia di un governo inetto e inefficiente; il malcontento generale porterà inevitabilmente alla revoca del presidente nel referendum revocatorio, nel caso si svolgesse.

La crisi del Venezuela si è acutizzata con il crollo dei prezzi del petrolio. Ancora nel luglio/agosto 2014 il petrolio venezuelano era quotato attorno ai 100 dollari; in pochi mesi il tracollo: il prezzo del petrolio venezuelano scende perfino al di sotto dei 30 dollari; nel corso del 2015 il prezzo medio del petrolio venezuelano è stato di 44 dollari circa; nel corso del 2016, alla data odierno, il prezzo medio è circa 31 dollari. Quindi minori introiti di dollari significa una minor quantità di soldi destinati all’importazione.

Ovviamente la scarsità nel mercato dei prodotti ed in particolare degli alimenti determina una forte crescita dell’inflazione, che per quest’anno si attesterà attorno al 1000%.

Il governo socialdemocratico di Nicolas Maduro per far fronte a tale crisi dapprima cerca il dialogo con l’opposizione e cede a parte delle richieste dell’oligarchia, soprattutto per quanto concerne il controllo cambiario, che viene flessibilizzato; secondo le recenti dichiarazioni del superministro dell’economia, Miguel Angel Perez Abad, in pochi mesi il prezzo del dollaro sarà libero, ovvero sarà smantellato il controllo cambiario. Tutta la materia riguardante la politica economica dal 15 febbraio 2016 è stata affidata a Miguel Angel Perez Abad, che ha assunto l’incarico di Vicepresidente per l’Economia (una sorta di superministro per l’economia appunto). Ricordiamo che Perez Abad dal 2001 è stato il presidente di Fedeindustria, ovvero presidente della Federazione degli Industriali, come dire Confindustria in Italia e prima di assumere l’incarico di Vicepresidente per l’Economia era già Ministro del Commercio e membro del Comitato che sovrintende all’Economia (Estado Mayor Economico).

Perez Abada da nemico del chavismo (si invita a leggere un vecchio articolo di Aporrea del 2008, in cui si riportano le dichiarazioni di Perez Abad rilasciate al quotidiano spagnolo “El Pais”) passa a dirigere la politica economica del primo governo “chavista” del dopo Chávez!

Il governo per mitigare la scarsità degli alimenti e l’alta inflazione che attanaglia le classi più povere del paese, il proletariato ed il sottoproletariato, vittime dell’oligarchia e della stessa politica del governo, che sta smantellando il controllo cambiario, lancia il programma “Alimenti casa per casa”, ossia un programma che prevede la distribuzione periodica alla popolazione di una borsa contenete i principali alimenti.

Centinaia di migliaia di famiglie si beneficiano di tale programma, incluso lo scrivente. Tali borse sono distribuite alla comunità attraverso quelli che una volta erano negozi statali delle catene PDVAL, Mercal e Bicentenario; queste entità statali hanno cessato la vendita diretta al pubblico per distribuire appunto queste borse di alimentazione. I Consigli Comunali svolgono un ruolo importante in questa operazione: innanzitutto censiscono le famiglie interessate ad ottenere tali borse a prezzo controllato; controllano i prodotti che arrivano; aiutano ad imborsare, ossia per velocizzare la distribuzione, il pomeriggio anteriore la vendita, i prodotti vengono imborsati e quindi al momento della distribuzione l’operazione è più veloce, dato che il beneficiario deve semplicemente prendere la borsa e passare per la cassa. La mattina della distribuzione rappresentanti del Consiglio Comunale assieme ai responsabili dell’entità statale controllano che tutti gli iscritti ottengano la borsa, distribuita in virtù di una per appartamento, fino ad otto persone, indipendentemente dal numero delle famiglie che vivono nell’appartamento; nel caso in cui in un appartamento vivano più di otto persone, membri di una stessa famiglia o di più famiglie, possono ottenere una seconda borsa.

In totale nel mio ambito geografico sono servite circa 3.000 famiglie (o, per essere più precisi, appartamenti) raccolte in due consigli comunali.

L’ultima “borsa” al sottoscritto è stata distribuita il 23 agosto (vedere foto a lato); aveva un costo di 3.879 bolivares (bs), a cui andava aggiunto il costo della borsa, pari a 50 bs e conteneva i seguenti prodotti (a lato): 2 Kg di latte in polvere; 1 kg di zucchero; 1 confezione di maionese; 1 kg di sale; 1 kg di riso; 1 litro di olio di semi di soia; 3 Kg di farina di mais; 1 altro litro di olio per friggere.

Per aver una idea dell’incidenza dei prezzi di tali prodotti su salari e pensioni, aggiungo che in Venezuela la stragrande maggioranza dei lavoratori prende il salario minimo, equivalente a 15.051,15 bs; a tale salario si aggiunge un buono alimentazione proporzionale alle ore di lavoro; per un lavoratore a tempo completo, 40 ore settimanali, tale buono mensile ammonta a 18.585 bs; quindi in totale un lavoratore a tempo pieno riscuote 33.636,15 bs mensili; pertanto il prezzo totale di questa borsa (3.929 bs) incide per 11,68%.

Un pensionato prende l’equivalente del salario minimo (senza i benefici del buono alimentazione), quindi 15.051,15 bs e pertanto incide per il 26,10%.

La maggior parte di questi prodotti nei negozi normali sono introvabili, oppure se si trovano sono importati con prezzi altissimi. Per esempio, recentemente ho visto in vendita un kg di riso di una nota marca italiana al prezzo di oltre 7.000 bs. Un kg di pasta italiana costa tra 5.000 bs e 10.000 bs. Ovviamente oltre l’80% della popolazione venezuelana non può permettersi tali prezzi.

Nel corso del 2016 il sottoscritto, così come altre famiglie della mia circoscrizione, ha avuto la possibilità di comprare ben 7 borse, includendo una borsa anteriore al programma “Alimenti casa per casa”, partito a marzo.

Di seguito riporto foto e contenuto degli alimenti a prezzo controllato a cui ha potuto accedere il sottoscritto nel corso del 2016.

Borsa alimentare comprata il 23 gennaio 2016

1 bottiglia di olio di semi, 1 confezione di latte condensato,  1 pollo, 1 Kg di pasta spaghetti, 2 kg di riso, 1 pacco di sale, 1 kg di farina di mais, 1 kg di latte in polvere

 

Borsa alimentare comprata il 23 aprile 2016

2 kg di riso, 1 kg di latte in polvere, 1 pacco di sale, 1 confezione di cereali, 2 kg di fagioli, 3 kg di farina di mais

Borsa alimentare comprata il 13 maggio 2016

3 kg di farina di mais, 1 kg di latte in polvere, 1 bottiglia di olio di soia, 4 spugnette

 

Borsa alimentare comprata il 14 giugno 2016

3 kg di farina di mais, 1 confezione da 340 grammi di carne in scatola, 1 kg di latte in polvere, 1 Kg di fagioli, 2 Kg di riso, 1 Kg di pasta

Borsa alimentare comprata l’8 luglio 2016

3 kg di farina di mais, 1 kg di riso, 1 bottiglia di olio di soia, 1 pacco di sale

Borsa alimentare comprata il 28 luglio 2016

2 kg di farina di mais, 2 kg di riso, 1 bottiglia di olio di soia, 1 Kg di latte in polvere, 1 scatoletta di carne di porco spalmabile, 1 bottiglietta di salsa di aglio, e 1 confezione di detersivo in polvere

Borsa alimentare comprata il 23 agosto 2016

1 confezione di maionese, 2 bottiglie di olio per friggere, 2 Kg di latte in polvere, 3 kg di farina di mais, 1 kg di riso, 1 kg di zucchero, 1 kg di sale 

Riassumendo, nella seguente tabella riporto tutti i prodotti comprati a prezzo regolato nel corso del 2016, fino alla data odierna. Nel mese di settembre non c’è stata nessuna vendita; mancano i prodotti e quando arriveranno toccherà all’altro Consiglio Comunale; è probabile che la prossima borsa a noi arrivi nel mese di ottobre.

Prodotti 23/01/16 23/04/16 13/05/16 14/06/16 08/07/16 28/07/16 23/08/16 Totale
Farina di mais (Kg) 1 3 3 3 3 4 3 20
Riso (Kg) 2 2 0 2 1 0 1 8
Latte in polvere (Kg) 1 1 1 1 0 1 2 7
Olio per friggere (Bottiglia) 1 0 1 0 1 1 2 6
Sale (pacco) 1 1 0 0 1 0 1 4
Spugnetta lavapiatti 0 0 4 0 0 0 0 4
Fagioli (Kg) 0 2 0 1 0 0 0 3
Pasta (Kg) 1 0 0 1 0 0 0 2
Zucchero (1 Kg) 0 0 0 0 0 0 1 1
Pollo intero 1 0 0 0 0 0 0 1
Barattolino latte condensato 1 0 0 0 0 0 0 1
Bottiglietta salsa di aglio 0 0 0 0 0 1 0 1
Scatoletta di carne (340 gr) 0 0 0 1 0 0 0 1
Scatoletta di carne (140 gr) 0 0 0 0 0 1 0 1
Cereali (Confezione) 0 1 0 0 0 0 0 1
Detersivo polvere (500 Gr) 0 0 0 0 0 1 0 1
Baratollo di maionese 0 0 0 0 0 0 1 1
Totale pezzi 9 10 9 9 6 9 11 63

Facendo il calcolo si tratta di circa 83 grammi di alimenti al giorno a persona in caso di un famiglia di due persone, oppure 33 grammi a testa al giorno in caso di famiglia di 5 persone. In Venezuela la famiglia media è costituita da oltre 5 membri.

E’ chiaro che si tratta di un apporto del tutto insufficiente a soddisfare le necessità alimentari di una persona. Tra l’altra tale borsa manca totalmente del condimento, di salsa, di formaggi, di uova, di carne, di caffè….

Per molti, alla fine questa borsa è semplicemente un palliativo, per fingere un impegno da parte del governo; per altri è considerato un aiuto, insufficiente ma comunque meglio di niente. Certamente è meglio di niente per quella minoranza che riesce ad ottenerla, perché bisogna ricordare che questa borsa alla fine arriva ad una piccola parte della popolazione, ma un governo non può pensare di affrontare e risolvere i problemi di un popolo in questo modo.

Fonte: http://umbvrei.blogspot.it/2016/07/la-borsa-degli-alimenti-in-venezuela-un.html

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