Russia al bivio

Le recenti dichiarazioni del presidente russo, Vladimir Putin, riguardanti il suo tanto entusiasta quanto irresponsabile sostegno al leader della destra statunitense Donald Trump (un autentico neofascista), hanno lasciato stupefatta la gran parte dei suoi sostenitori, tanto in Europa quanto negli Usa.
Che cosa ha detto, con precisione, Putin? Secondo il presidente russo il neofascista Trump “E ‘ una persona brillante e di talento, senza alcun dubbio. Non è nostro compito giudicare le sue qualità , ciò spetta agli elettori americani , ma lui dice che vuole passare a un nuovo rapporto più sostanziale , un rapporto più profondo con la Russia , come possiamo non accogliere questo?”. Davvero Putin crede che un simile personaggio possa riequilibrare, da un punto di vista capitalistico ovviamente, i rapporti fra la super-potenza imperialistica nord-americana e la Russia ? Una ingenuità imperdonabile, ammesso che sia tale, in ogni caso del tutto fuori luogo.
Chi è Donald Trump ?
Donald Trump, uomo di punta della destra nord-americana, ha scelto come bersaglio privilegiato della sua strategia politica due importanti comunità: quella dei latinos e quella musulmana. Non solo Trump minaccia di voler deportare ben 12 milioni di latinos, sottoposti peraltro a tante discriminazioni razziste, ma in seguito alle stragi commesse dai terroristi dell’Isis il 13 novembre a Parigi, vorrebbe espellere dal paese tutti i cittadini di fede musulmana.
Dietro il linguaggio volgare ed islamofobo si nasconde ben altro. Non tutti sanno che questo neofascista (perché di questo si tratta, inutile girarci attorno), candidato alla Presidenza Usa, “adora” prima di tutti e con dedizione servile “Hussain Sajwani, titolare della ditta Damac di Dubai. Insieme fanno affari d’oro costruendo nell’Emirato ville di lusso (costo da 1 a 10 milioni di dollari) e terreni da golf per super ricchi come il Trump World Golf Club”. Il giornalista algerino Tahar Lamri nella sua pagina facebook ci fornisce un elenco eloquente delle “adorazioni” di Trump “Adora il suo amico saudita – musulmano e per giunta wahabita – Walid bin Talal che lo salvò dal fallimento nel 1995. Bin Talal al quale cedette il suo lussuoso yacht per 18milioni di dollari”. E chi altro ancora “Adora Akbar El-Baker (con il quale non esita farsi fotografare), l’amministratore delegato della Qatar Airways che dal 2008 occupa un piano intero della Trump Tower a New York per un affitto stimato a 1.5 milioni di dollari l’anno”. Insomma Trump non può proprio fare a meno di strisciare ai piedi degli emiri del golfo e di Casa Saud, mentre, da buon razzista ed ultra-capitalista di estrema destra, odia i musulmani poveri, l’Iran e l’Islam sciita, gli immigrati e i lavoratori, e quest’odio prescinde certamente dalla fede religiosa.
Trump è un uomo senza scrupoli, un opportunista legato all’alta finanza; secondo il giornalista radicaldemocratico Webster Tarpley, questo fascista (così lo definisce Tarpley senza mezzi termini) è una creatura di Wall Street, a dispetto delle sue sparate. Dopo ulteriori ricerche ecco che inesorabilmente spunta un immancabile elogio di Israele e del leader del partito di estrema destra israeliano Likud, Netanyahu. La qual cosa, di certo, non ci sorprende.
Il leader del militarismo estremo sionista, Netanyahu, si è letteralmente esaltato di fronte ai proclami islamofobi di Trump e ha immediatamente chiesto un incontro col candidato repubblicano, l’uomo adatto a consolidare, secondo lui, i rapporti fra Israele e gli Usa.
Il neofascista americano, già in passato, aveva definito l’energumeno likudista come “un grande uomo, molto impegnato” e nel 2013 in un video si dichiarò “molto, molto pro-israeliano”’. Del resto è’ risaputo che negli Usa senza il sostegno della lobby sionista (su questo tema consiglio la lettura di Usa: padroni o servi del sionismo?, di James Petras, Editore Zambon) un politico non potrà mai fare carriera, ma Trump batte davvero tutti gli zerbini: da Casa Saud al Likud, questo politicante “impresario” non perde occasione per tessere le lodi di dittatori e guarrafondai. Ci spieghi Putin se davvero con costui vorrebbe “intendersi”…
Un sostegno non incondizionato al governo russo…
Di fronte all’offensiva imperialista americana e ai progetti militaristi di Israele e Casa Saud, molti democratici e antimperialisti hanno espresso sostegno alle politiche del leader russo Putin. Personalmente aggiungo: questo sostegno, se sincero, non può e non deve essere incondizionato.
Putin ha definito la difesa della Siria baathista come la sua “linea rossa”, quindi, in che modo, può “intendersi” con uno zerbino di Casa Saud come Trump? Il leader russo, con grande merito, ha messo al riparo 25 milioni di musulmani russi dal razzismo islamofobo; che senso avrebbe dialogare coi neocon statunitensi (e con la loro parte più retriva e reazionaria), vero cancro della politica internazionale? Questa politica di compromesso con la destra è un calice avvelenato per la Russia attuale, in qualche modo erede, non dimentichiamolo, dell’Urss, con tutto ciò che ne consegue, in positivo e in negativo.
La Russia guidata da Putin, che si ispira al patriottismo e al nazionalismo della tradizione “grande russa” ed ortodossa, resta uno stato in cui il capitalismo è stato ripristinato, anche se forme di resistenza al neoliberismo degli anni ’90 (che affondano le loro radici anche in quella tradizione di cui sopra e in un certo statalismo che la caratterizzava) hanno mitigato e contenuto l’offensiva capitalista e neoliberista. E’ però doveroso sottolineare che quella opposizione è di natura “identitaria” e con deboli risvolti di classe.
Anche sulla questione “israelo-palestinese”, Putin si è dimostrato debole e non ha mai fatto mancare il suo appoggio a Israele. Il giornalista Israel Shamir (suo sostenitore) rileva che nell’ultimo incontro fra il leader russo e quello israeliano “Putin ha accolto calorosamente Netanyahu, come un vecchio amico. Ed è stato Netanyahu a dire che è stanco degli Americani. Putin non ha raccolto: non crede possibile che Netanyahu abbandoni gli Stati Uniti per amoreggiare con i Russi. Ma entrambi si sono mostrati entusiasti dei loro sentimenti di amicizia. Putin ha augurato a Bibi (Netanyahu) di essere iscritto nel “libro della vita” ( ovvero di essere beato nell’aldilà – n.d.t.) mostrando un’ inattesa conoscenza degli usi ebraici”. Ma se Putin conosce tanto bene gli “usi ebraici” dovrebbe avere anche delle nozioni sul sionismo, sulla storia e sulla natura di questo movimento politico e ideologico imperialistico particolarmente rapace e aggressivo. Basta un po’ di diplomazia per proteggere il popolo russo da una alleanza Trump – Netanyahu ? Non credo che Putin sia tanto ingenuo ma, al di là delle intenzioni del leader del Cremlino, la sua politica è condizionata dagli interessi degli oligarchi economici (da tenere distinti dagli oligarchi politici), cioè quei settori delle classi dominanti russe, che lui si è rifiutato di combattere (o non ha voluto…).
Shamir continua:”Quasi immediatamente dopo la riunione con Netanyahu, Putin ha incontrato il Presidente palestinese Mahmoud Abbas (noto anche come Abu Mazen – n.d.t.). Anche questo un incontro molto cordiale. Abbas gli ha riferito dei contrasti intorno alla Moschea di Al Aqsa in Gerusalemme, dove fanatici religiosi Ebrei producono danni e causano scontri. Ha ricordato la confisca dei territori cristiani intorno a Beit Jalla e molti altri problemi, compreso il nuovo arbitrio israeliano di sparare ai bambini Palestinesi con armi da fuoco calibro 0.22. Abbas ha incitato Putin a salvare la Siria dalla disintegrazione, ed ha sentito le spiegazioni di Putin circa i progetti russi. Sembra che Mahmoud Abbas non andrà in pensione né restituirà le chiavi dell’Autorità Nazionale Palestinese in occasione dell’assemblea generale dell’ONU fra pochi giorni, come si aspettavano alcuni commentatori, anche se questo non è ancora definitivo”. Una mediazione alquanto sbilanciata: se Netanyahu è un guerrafondaio fascistoide, Abbas più volte ha tradito la causa palestinese in nome di improponibili compromessi. Dove porta questa politica da “maestro di Judo” (quindi tecnico e calcolatore)?
Putin ha avuto il merito di ricostruire l’economia russa dopo la “shock economy”’ di Eltsin negli anni ’90. Ha trasformato uno Stato vassallo in un paese indipendente e non allineato. Di certo ha dato un supporto importante ai paesi del Sudamerica, aiutandoli a rompere col neoliberismo e con la sudditanza nei confronti degli USA. Ricordo anche che senza di lui la Siria baathista, molto probabilmente, sarebbe finita come la Libia di Gheddafi.
E poi? E’ evidente che il patriottismo ha un limite strutturale, vale a dire il capitalismo stesso: sono gli interessi di classe (nel caso specifico delle classi dirigenti russe) che, piaccia o meno, conducono inevitabilmente fra le braccia del nemico (di classe). La contraddizione è quindi di natura strutturale, specie per la Russia attuale. Sarà in grado Putin (o meglio, avrà la volontà politica) di resistere alle sirene della destra economica e politica occidentale?
Il neoliberismo continua a spremere i lavoratori e i popoli di tutto il mondo e l’imperialismo statunitense non ha mai abbandonato i suoi progetti egemonici, a cominciare dall’America Latina. Israele minaccia non solo la Palestina occupata ma tutto il mondo musulmano a partire dall’Iran. La Russia, di fronte a tutto ciò, non può permettersi di sbandare a destra. Si impongono scelte chiare e inequivocabili.
http://tarpley.net/putin-tragically-wrong-about-trump/
http://www.hispantv.com/newsdetail/Oriente-Medio/102507/netanyahu-trump-reunion-israel-islamofobia
http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=4411

3 commenti per “Russia al bivio

  1. Alessandro
    23 Dicembre 2015 at 13:31

    L’anti-americanismo a volte gioca brutti scherzi e ci spinge ad attribuire a determinate persone qualità di cui sono sprovviste, solo per il fatto che si oppongono allo strapotere USA, e chi scrive ritiene che l’imperialismo politico-culturale di questi ultimi sia il problema numero uno in questo pianeta almeno da quarant’anni a questa parte .
    Che Putin sia un uomo e politico conservatore di destra è fuori discussione e non ci vogliono non so quali riflessioni: il costante e stretto rapporto con la rinata Chiesa ortodossa russa, la sua amicizia con il Berlusca prima, fino ad arrivare ai giorni nostri, con l’appoggio in Francia al Front National, in Italia alla destra (s)fascista di Salvini, il sostegno al referendum farsa in Veneto, in piena epoca Krim 2014( i miei amici russi erano più informati sull’indipendentismo veneto di quanto lo fossero tanti italiani), ma ancor prima che uomo di destra è un uomo che vuole stare al potere ed è pronto a cercare alleanze strategiche con chiunque, anche con personaggi come Trump. A destra tutto questo è abbastanza chiaro, a sinistra invece, soprattutto in quella cosiddetta radicale, vige invece parecchia confusione, non solo sul personaggio Putin, ma anche su tutta la vicenda ucraina, affrontata in modo ingenuamente manicheo, secondo il mio umile punto di vista.
    In ogni caso, scelgo tutta la vita Putin, all’ipocrita e selvaggio imperialismo USA.
    La Russia rimane un Paese di grande fascino, ma ritengo che questo sia più un portato della straordinaria, sia pure contraddittoria, stagione comunista, che ancora manifesta i suoi effetti nelle generazioni meno giovani, gli over 35 per intenderci, piuttosto che dell’azione politica di Putin.

  2. MAURIZIO BAROZZI
    23 Dicembre 2015 at 13:55

    Questa analisi è corretta, ma scaturisce da presupposti ideologici e pertaanto non tiene conto di due cose.
    1. Gli statisti sono costretti a muoversi ed operare fuori dagli schemi ideologici perchè’ devono seguire le evoluzioni dei rapporti internazionali e le necessità geopolitiche. Hanno sulle spalle un intero popolo una nazione, non un partito. Sul piano ideologico si potranno tirare le somme solo a posteriori. Se osservi la storia te ne renderai conto. Altrimenti non comprenderai per esempio il patto Molotov -Ribentropp che ebbe clausole segrete incredibili e per difendere il quale, Stalin impose ai comunisti in Europa di appoggiare le ragioni belliche della Germani, tanto che in Francia i comunisti, sabotarono la guerra dei francesi e finirono in galera quali collaborazionisti dei tedeschi.
    2. E’ errato che dai del “fascista” ad un americano. Questo implica che gli altri siano più “buoni” più democratici. Ma non è vero: destra e sinistra, falchi e colombe, repubblicani e democratici sono due facce della stessa medaglia. Li divide solo un pallido substrato ideale: progressisti e conservatori, meno razzisti e razzisti ad oltranza ma queste sono questioni di secondaria importanza in termini internazionali. Anzi, in genere i repubblicani sono gli isolazionisti, mentre i democratici sono quelli che dichiarano guerre, sono colombe a parole, guerrafondai nei fatti.. Putin conosce perfettamente la storia americana, sa come tutte le guerre importanti degli USA sono state fatte dichiarare ai democratici, in modo da farle passare come crociate del bene contro il male, e quindi Putin, non volendo la guerra, si regola di conseguenza.

  3. Armando
    23 Dicembre 2015 at 16:40

    Quello che dice Maurizio sulle necessità geopolitiche che guidano gli statisti lo condiviso. Putin, anche in Ucraina, appoggia il Donbass, ma a voler essere precisi, in alcune circostanze ha dato l’impressione che quell’appoggio fosse troppo timido, come non hanno mancato di rilevare gli stessi governanti delle zone liberate.
    La geopolitica è una partita a scacchi, in cui vince chi sa pianificare strategicamente molte mosse. Perciò solo il futuro dirà chi ha avuto ragione, non solo perchè ha vinto, ma per cosa ha vinto. Tenere alta la guardia è giusto, giudicare ogni singola mossa senza conoscere la strategia può essere fuorviante. Vedremo, non c’è altro da fare.

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