Ilhan Omar, Alexandria Ocasio-Cortez e la falsa solidarietà al popolo palestinese

Il mondo assiste all’aggressione imperialista israeliana contro il popolo palestinese senza comprendere la reale prospettiva di questo conflitto: lo Stato sionista occupa la Terra di Palestina, non limitandosi al colonialismo tradizionale, esportando il capitalismo di sorveglianza e preparandosi ad adottare una nuova Architettura di Potere. Nonostante ciò le milizie islamiche di Hamas hanno dimostrato di poter respingere, attraverso la guerriglia asimmetrica, un’aggressione militare di quarta generazione. Il sionismo è obsoleto e l’Asse della Resistenza ha concrete possibilità di guidare la transizione ad uno Stato bi-nazionale arabo-israeliano (e possibilmente anti-neoliberista).

La Dottrina neoliberista delle relazioni internazionali predilige l’ideologizzazione della Violenza alla razionalizzazione della Forza, quindi i governi Ue e statunitense si sono schierati con Netanyahu; dall’altra parte, i sostenitori della ‘’causa palestinese’’ presentano gli arabi come indifesi agnelli sacrificali, occultando i progressi militari della Resistenza antimperialista, nell’ultimo conflitto appoggiata perfino dalla Federazione Russa, storica protettrice dei popoli mediterranei. La lobby della destra israeliana e quella ‘’pacifista’’ della sinistra liberale adottano due approcci convergenti: entrambi, con modalità differenti, hanno l’obiettivo di conservare il capitalismo.

Nonostante il governo statunitense sia spudoratamente genuflesso a Netanyahu, cinque donne del Partito democratico hanno accusato il presidente di complicità nei crimini commessi da Israele contro i palestinesi; il Dipartimento di Stato USA ha reagito spostando un centinaio di uomini da Israele verso la Germania. L’influenza del gruppo di Rashida Tlaib, Ilhan Omar, Cori Bush, Ayanna Pressley e Alexandria Ocasio-Cortez non rappresenta un abbandono dell’imperialismo: dal 2001, il Pentagono considera Tel Aviv un alleato fin troppo ingombrante dinanzi l’obiettivo dello Stato profondo, la conquista dell’Eurasia.

Rashida Tlaib e Ilhan Omar contestano ferocemente – a ragione – il nazionalismo territoriale di Netanyahu (senza pronunciare la corretta definizione politica, neofascismo ebraico), nonostante ciò hanno firmato una petizione della lobby sionista AIPAC contro la Repubblica Islamica dell’Iran: La ‘’progressista’’ Ilhan Omar si ostina a negare il genocidio armeno, sostenendo la sovversione islamista della Confraternita dei Fratelli Musulmani contro la Siria panaraba, Stato semi-socialista ‘’reo’’ d’aver rappresentato una realtà multiculturale per i nemici storici di Ankara.

Il giornale online marxista World Socialist Web Site ha dimostrato come Alexandria Ocasio-Cortez abbia finanziato una proiezione dello Stato profondo chiamata ‘’democratici per la CIA’’. Fra i beneficiari dei finanziamenti della Cortez troviamo ‘’Elissa Slotkin (ex agente della CIA), Conor Lamb (capitano della Marina e procuratore militare), Tom Malinowski del New Jersey (sottosegretario di stato sotto Barack Obama), Abigail Spanberger (ufficiale delle operazioni della CIA) e Elaine Luria (Comandante della Marina) , entrambi della Virginia, Mikie Sherrill (pilota della Marina in Medio Oriente) e Andy Kim (consigliere del comando militare degli Stati Uniti, direttore dell’Afghanistan e dell’Iraq per il Consiglio di sicurezza nazionale), entrambi del New Jersey e Jared Golden del Maine (Marine Corpsman)’’ 1. Il giornalista Eric London ha inquadrato il compito di politici apparentemente anti-Elite (come la Cortez), ma il realtà organici alla sinistra imperiale in quanto ‘’mossa che serve per distrarre’’:

‘’Questo esercizio di politica in malafede caratterizza il ruolo storico del Partito Democratico, che è quello di inghiottire e poi distruggere qualsiasi movimento politico di sinistra che possa minacciare il sistema capitalista’’ (Ibidem)

La fazione ‘’filo-palestinese’’ del Partito democratico è funzionale a staccare i palestinesi dai suoi storici alleati: Iran, Siria e Federazione Russa. E’ pertinente ipotizzare che il gruppo di Rashida Tlaib, Ilhan Omar, Cori Bush, Ayanna Pressley e Alexandria Ocasio-Cortez parteciperà alla ‘’guerra infinita‘’ contro Mosca, Pechino e Teheran.

 

E’ iniziata la guerra civile anche in Israele?

Il giornalista ed analista strategico, Thierry Meyssan, nell’articolo ‘’In Israele è davvero cominciata la guerra civile?’’ avanza un’ipotesi importante, leggiamo:

“Dopo l’11 settembre 2001 (fatta eccezione per la parentesi Trump), il Pentagono mette in atto la dottrina Rumsfeld/Cebrowski: adattare le forze armate USA alle esigenze del capitalismo finanziario e della globalizzazione degli scambi. Per cominciare, lo stato-maggiore USA si è posto l’obiettivo di distruggere tutte le strutture statali della regione – salvo quelle di Israele, Libano e Giordania – affinché le multinazionali possano sfruttare le risorse naturali, senza incorrere in ostacoli di ordine politico. Ecco che il processo distruttivo comincia in Afghanistan, Iraq, Libia, Siria e Yemen. Le guerre scatenate in questi Paesi ci sono state vendute come “rivoluzioni”, ma nessuna lo era. Guerre che dovevano durare qualche settimana, ma mai concluse (la “guerra senza fine”), e che ora vogliono fare passare come “guerre civili”. Da due anni il procedimento è stato esteso al Libano. Questa volta però senza il ricorso diretto alle armi. La carta dello stato-maggiore USA pubblicata nel 2005 è stata quindi modificata. È perciò legittimo ipotizzare che una simile calamità possa allargarsi a Israele.

Secondo l’ammiraglio Arthur Cebrowski, la maggiore difficoltà nel mettere in atto la sua dottrina è circoscrivere l’incendio. Per questo motivo ha concepito la regione del Medio Oriente Allargato basandosi non sulle sue risorse, ma sulla cultura dei suoi abitanti. È allora plausibile che si possano mandare all’aria tutti gli Stati della regione – siano essi governati da amici o da nemici – preservando però la Palestina geografica?’’ 2

Washington non ha alleati, solo ostaggi (come ha scritto di recente Caitlin Johnstone). Due ipotesi: (1) Israele diventa un Laboratorio della nuova Architettura di Potere; (2) Tel Aviv viene travolta dalla ‘’guerra infinita ‘’ rilanciata dallo Stato profondo USA. La Dottrina sulla ‘’scontro di civiltà’’ non si basa sui conflitti egemonici, ma sulla guerra culturale: il razzismo ‘’talmudico’’, fino ad ora, ha incendiato il mondo arabo, domani potrebbe bruciare Israele. Quello che accade oggi ‘’modifica la natura del conflitto e lo protrae all’infinito’’ (Ibidem). Il sionismo israeliano (forse) è senza speranza.

La lobby pacifista di Rashida Tlaib, Ilhan Omar, Cori Bush, Ayanna Pressley e Alexandria Ocasio-Cortez rientra in questa prospettiva: congelare la Rivoluzione palestinese e la transizione ad uno Stato bi-nazionale. La retorica pietista è il rovescio della medaglia del complesso militar-industriale: cinque donne, diversamente guerrafondaie. La sinistra ‘’politicamente corretta’’ è parte di un sistema di potere che, con cinismo e nella totale indifferenza, ha teorizzato la distruzione di una porzione del pianeta.

https://www.wsws.org/es/articles/2021/04/06/demo-a06.html?fbclid=IwAR3gjBX09ztQhZTPFC0TYUtREQAMfESwyi0EFwLJKFssEdTlr6TcAEr6pwk

https://www.voltairenet.org/article213126.html

Who is Alexandria Ocasio-Cortez and who is in AOC's 'squad'? | Evening  Standard

Fonte foto: Evening Standard (da Google)

2 commenti per “Ilhan Omar, Alexandria Ocasio-Cortez e la falsa solidarietà al popolo palestinese

  1. Francesco Scabar
    24 Maggio 2021 at 12:21

    Fai bene a ricordare che non esiste solamente un sionismo “di destra” (ormai da quasi cinquant’anni egemone nello Stato d’Israele) ma anche uno “di sinistra” non meno insidioso per la causa palestinese. I sionisti “di destra” hanno una concezione di dominio puramente etnica, territoriale ed ideologica (che ricorda sinistramente il blut und boden tedesco), quelli “di sinistra” invece hanno una concezione di dominio tipicamente imperialista, pragmatica, improntata più sul divide et impera e sulla sicurezza a livello geopolitico (infatti i sionisti “di sinistra” sono pappa e ciccia con multinazionali del farmaco e con Wall Street). Occorre però precisare che queste due fazioni del sionismo sono da sempre in lotta tra di loro (Jabotinsky veniva definito da Ben Gurion “Vladimir Hitler”) anche se talvolta sono scese a patti.

  2. Gaza libera
    26 Maggio 2021 at 16:54

    Meyssan, grande opinionista come Zecchinelli, dall’articolo sostiene che vi è uno scontro radicale tra sionismo di destra (sovranista, trumpiano, non liberal) e cosmpolita. Stranamente, considera Gantz un antiliberal da Trump mentre il Mossad e Bibi di sinistra sionista. Difficile capire la situazione.

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