Il sacro e il profano, i conservatori e i modernisti e lo spirito dei tempi

La mia risposta al commento di un amico su face book nell’ ambito di una discussione sviluppatasi intorno a questo articolo https://www.linterferenza.info/editoriali/3221/ , come spesso mi succede,  si è trasformata in una riflessione più ampia.

La premessa è che il sottoscritto è un marxista o ritiene di esserlo, tendenzialmente ateo e non credente, almeno se per credente si intende qualcuno che crede in un Dio trascendente, con la barba, a immagine e somiglianza dell’uomo, che sta fra le nuvole come negli affreschi delle chiese e che quando sarà il nostro turno ci giudicherà e ci spedirà al paradiso o all’inferno.

Ciò detto,  pur confermando tutta la mia simpatia per Spinoza (giustamente citato nel corso del dibattito) e al suo pensiero al quale mi sento vicino, ritengo che la fatidica domanda “da dove veniamo, chi siamo e dove andiamo” non possa esse elusa da nessuno né tanto meno risolta con una alzata di spalle oppure in una fede cieca nella scienza (di cui, lo voglio ribadire, sono un fervente sostenitore) vissuta come sostitutiva della fede in Dio.  Ritengo altresì che la condizione di finitezza dell’uomo gettato suo malgrado nel mondo produca inevitabilmente una profonda angoscia e una conseguente domanda di senso che non può essere rimossa e che può trovare, come in effetti trova in tanti e in tante, una possibile risposta anche nella religione.

Questo, naturalmente, non ha nulla a che vedere con il dogmatismo e il fanatismo religioso (di qualsiasi religione), che null’altro è se non un forma estrema di ideologia, né tanto meno con la funzione e il ruolo che storicamente hanno svolto le varie chiese, sia come strumenti di produzione di falsa coscienza che di perpetrazione del dominio di classe. Ma il fatto che le varie confessioni religiose si siano storicamente determinate nelle modalità suddette non cancella il fatto che quella domanda di senso, che a sua volta scaturisce da una condizione di profonda angoscia (da cui gli atei non sono certo sollevati…), possa avere come possibile sbocco anche l’afflato spirituale e/o religioso. E questa angoscia che porta con se quella domanda di senso  è un fatto reale né più e né meno del dolore che proviamo se ci danno una martellata su una mano.

Non sono quindi d’accordo neanche con Marx – e questo secondo me è stato uno dei due fondamentali errori che ha commesso –  quando sostiene che la religione è sempre e comunque una forma di alienazione.   Può esserlo, come abbiamo visto, e per lo più nella storia lo è stato. Ma questo non significa che lo sia sempre, necessariamente.  Ho la fortuna di avere, fra gli altri, un amico scienziato.  E’ un uomo di scienza senza se e senza ma, come si suol dire, ma è anche un cristiano, e non è affatto un alienato, posso garantirvelo. Al contrario, è un uomo che crede fermamente nella scienza e nella possibilità dell’uomo di conoscere, e che al contempo vive anche in maniera profonda e ritengo anche lacerante la sua fede cristiana,  dovendo fare i conti ogni giorno con i dubbi che questa stessa gli ingenera.

Torniamo al concetto di sacro, attorno al quale si era sviluppata la discussione. La gran parte se non la totalità delle persone di sinistra (e anche tanti comunisti, fra quelli ancora rimasti) si ostina a identificare e a sovrapporre del tutto la sinistra all’Illuminismo, allo scientismo (che è altra cosa dalla scienza), al laicismo (anche questo, cosa ben diversa dalla laicità) e ad una forma ideologica di ateismo quasi (e senza il quasi) sprezzante nei confronti di chi crede o semplicemente si interroga sul mistero dell’esistenza, che finisce paradossalmente per diventare un’altra forma di religione, sia pur secolarizzata.  Il sottoscritto è un ateo ma non ha questo bisogno spasmodico, quasi morboso, di disprezzare chi vive un sentimento di spiritualità o di religiosità. Intanto perché l’essere ateo non lo mette di certo al riparo da quell’angoscia e da quella domanda di senso, come dicevo prima, e poi perchè è proprio quella domanda che gli permette di entrare in relazione con quelle persone che credono, anche perché, dietro a quel sentimento, c’è molto spesso anche una domanda di giustizia, di libertà, di trasformazione della realtà, anche se a molti può apparire paradossale, che accomuna o può accomunare credenti e non credenti.

Nel suo ultimo libro, “Dello spirito libero”, Mario Tronti, marxista, e direi fondamentalmente leninista, padre dell’operaismo e a suo tempo considerato insieme a Negri e Panzieri  uno dei cosiddetti “cattivi maestri” (lasciamo stare ora le sue incredibili contraddizioni che lo portano in età ormai avanzata a militare nel PD – scelta che non ho mancato di sottoporre a dura critica – e soffermiamoci sull’aspetto concettuale e filosofico), scrive che “essere dentro il proprio tempo senza appartenere al proprio tempo (cioè esserci in modo critico) è possibile solo riscoprendo la dimensione spirituale del vivere, nella convinzione che contrapporre due orizzonti grandemente umani come cristianesimo e comunismo è stata una sciagura per la modernità”.  Non è ovviamente casuale – aggiungo – che Tronti sia stato uno dei pochissimi a sinistra (anche Vacca, presidente dell’Istituto Gramsci, cioè quello che per lungo tempo è stato il pensatoio ufficiale del PCI) ad avanzare perplessità e dubbi su tutta questa partita del genderismo, delle adozioni gay, dell’eugenetica e in generale su tutta la vulgata ultralaicista da cui  la sinistra si è lasciata pervadere e colonizzare.

Ora, se il problema sia quello del mancato incontro fra Cristianesimo e Comunismo, io non  sono certo in grado di stabilirlo e soprattutto è materia troppo complessa per essere affrontata in un breve articolo che non ha e non vuole avere nessuna pretesa filosofica. Resta il fatto che la questione (l’angoscia del vivere che può prendere la strada dell’afflato spirituale o religioso, ma anche le condizioni materiali di esistenza che possono spingere taluni a imboccare la stessa strada) resta.  E nessuno la può  eludere, a mio parere, neanche chi fa mostra di convinto ateismo.

E’ bene ora affrontare, sia pur brevemente, alcuni aspetti.

L’attuale sistema capitalistico tende sempre più a diventare  un sistema ultra “laicistizzato” (ho scritto laicistizzato, non laico o laicizzato), perché nella sua fase matura (l’attuale, non siamo profeti e non siamo in grado di conoscere le sue future ulteriori evoluzioni) , quella cioè dove il processo di cosiddetta feticizzazione della forma merce ha raggiunto il suo apogeo, non ha più bisogno del supporto della religione. Al contrario, quest’ultima potrebbe essergli di ostacolo, perché è ovvio che l’istanza religiosa porta con se anche quella etica, ed è altrettanto ovvio che questa viene a costituire inevitabilmente un freno per chi ha come priorità la illimitata e in linea teorica infinita riproduzione del capitale e della merce.  La religione, quella che concretamente si è declinata nelle forme storiche e politiche della Chiesa e delle varie Chiese (cattolica, e ancor più quella protestante e calvinista ecc.), è stata sicuramente funzionale allo sviluppo capitalistico in determinati periodi storici. Durante la fase del confronto con il movimento comunista, ad esempio, la Chiesa, in questo caso quella cattolica (le altre lo sono state in epoche precedenti , pensiamo al ruolo fondamentale del calvinismo nella fase del primo grande processo di accumulazione capitalistica) ha rappresentato uno strumento e un ombrello ideologico fondamentale per il capitalismo stesso che l’ha utilizzata per sconfiggere il suo principale se non unico antagonista, cioè il comunismo (ateo).

Ora che questo scontro epocale è stato vinto dal sistema capitalista, quest’ultimo tende a disfarsi o comunque a mettere in panchina, per utilizzare il gergo calcistico, un apparato valoriale e ideologico che non gli è più funzionale e che addirittura rischia di diventare una zavorra se non un ostacolo al suo pieno dispiegarsi.  Non è certo un caso che oggi sia il cosiddetto “mondo  islamico” (definizione molto più che generica data la incredibile complessità di quel mondo, ma facciamo a capirci…) ad essere oggetto dell’offensiva ideologica, oltre che politica, geopolitica e militare, occidentale, nonostante quello che millantano le destre e le neodestre europee e americane che addirittura capovolgono il paradigma. Questo perché quel mondo mantiene una sua forte identità che talvolta, anche se non sempre (basti pensare a come capitalismo, wahabismo, petromonarchie e stati arabi cosiddetti “moderati”, cioè asserviti agli interessi occidentali, convivono più o meno allegramente), può costituire un ostacolo alla espansione e alla illimitata riproduzione del capitalismo e in taluni casi addirittura un collante ideologico per movimenti anticolonialisti e antimperialisti. Tutto ciò al netto, ovviamente, delle complesse dinamiche storiche, economiche, politiche e geopolitiche (e certamente anche religiose) che hanno determinato la situazione in cui versa oggi il quadrante mediorientale.

Infine, c’è un altro nodo importante che deve essere affrontato perché la sua elusione determina un grosso equivoco.  Mi riferisco al concetto di “sacro” che viene del tutto confuso e sovrapposto a quello di religioso o di trascendente. A mio parere questo è un errore, perché il sacro non deve necessariamente essere confuso o sovrapposto al religioso, né tanto meno con il prete che distribuisce benedizioni o estreme unzioni. Certamente il sacro può avere e molto spesso ha una valenza religiosa, ma può anche non averla. Lo stesso dicasi per il concetto di “spirituale” che non necessariamente coincide con quello di religioso. Il sacro è tutto ciò che ha a che vedere con la dimensione simbolica, e quindi sacro può essere anche un luogo, una terra, una ricorrenza o anche una singola personalità che assumono un grande valore storico e appunto altamente simbolico per un popolo, una classe sociale, un movimento politico o culturale. Potrei citare centinaia di esempi ma è sufficiente riportarne alcuni tra i più famosi: dalla Festa del Primo Maggio alle ricorrenze della Rivoluzione Francese e di quella Russa, dal mausoleo di Lenin che ancora sta in bella mostra sulla Piazza Rossa davanti al Cremlino e alla cattedrale di San Basilio e che nessuno, guarda caso, osa rimuovere nonostante il crollo dell’URSS, proprio in consapevolezza del valore altamente simbolico che ricopre, fino al museo del “Che” a Santa Clara, oppure, cambiando esempio, dal Monte Uluru in Australia considerato sacro dagli aborigeni australiani alle Montagne Nere del Dakota, tuttora oggetto di culto per i discendenti delle tribù indiane Lakota.

Come vediamo si tratta in buona parte di luoghi, terre, ricorrenze e singole personalità che con il religioso, inteso in senso tradizionale, hanno poco o nulla o solo in parte a che vedere e che tuttavia mantengono un significato altamente simbolico e per ciò stesso di natura spirituale, sacrale. Non solo. Si tratta di luoghi e ricorrenze che hanno rappresentato dei simboli della lotta di popoli o di gruppi sociali per la propria indipendenza e la liberazione da una condizione di oppressione a cui erano o sono tuttora sottoposti.  Ciò significa da una parte che la dimensione spirituale non è necessariamente sovrapponibile a quella religiosa e che non sempre quest’ultima si declina in senso conservatore o reazionario. Anche in questo caso gli esempi potrebbero essere molti  ma mi limito a citarne due assai significativi, e cioè e la “teologia della liberazione” in America latina e, andando più indietro, i “levellers” inglesi della prima metà del ‘600.

Ora, se c’è un sistema che distrugge scientemente e sistematicamente il sacro, in tutte le sue forme, questo è proprio il sistema capitalista attuale, che svuota le parrocchie così come le sezioni di partito e riempie i mega centri commerciali, di fatto i nuovi templi, metaforicamente parlando, della nuova religione secolarizzata, cioè la forma merce e la sua illimitata circolazione e riproduzione.

La cosa singolare è che nonostante l’evidenza di questo processo, la “sinistra” continua ottusamente nella sua crociata ultralaicistica, senza capire o non volendo capire (o forse è ormai nel suo DNA ed è quindi impossibilitata ad agire diversamente) che questa non fa altro che portare ulteriore acqua al mulino del sistema capitalistico che, paradossalmente, sostiene di criticare. Ma il sistema capitalista è ormai in via di totale  “laicistizzazione”. E’ vero che permangono delle sacche, anche ampie, di conservatorismo, ma non sono più in grado di esercitare egemonia.  Lo spirito dei tempi (e del capitalismo) non soffia più nella loro direzione e ne sono consapevoli, per questo cercano di fare massa critica. Avvertono che anche  il loro più grande alleato di sempre, cioè la Chiesa cattolica, comincia a scricchiolare sotto i colpi del “nuovo spirito dei tempi” e della “nuova etica del capitalismo” e questo li inquieta non poco, e dal loro punto di vista hanno ragione.

In tutta questa situazione, la “sinistra” vive un enorme paradosso, anche se ciò che resta del suo popolo non né è consapevole. Da una parte è ferma come i paracarri ad una interpretazione obsoleta e fuori tempo massimo della realtà, nel momento in cui continua a sovrapporre e a identificare il sistema capitalista con il vecchio impianto valoriale e ideologico borghese (Dio, Patria e Famiglia). Dall’altra, non avendo compreso (o non volendo comprendere…) che quello stesso sistema si è liberato o si sta liberando di quell’impianto, continua a bombardare in quella direzione, diventando inconsapevolmente paladina di quello stesso sistema che sostiene di criticare.

Da questo fondamentale equivoco, volendo ammettere la buona fede,  ne deriva la veemenza con cui la “sinistra” si fa portabandiera proprio di quella “nuova etica del capitalismo” di cui sopra. Tutta la partita che si sta giocando in questi giorni sulla questione relativa al matrimonio gay ma soprattutto all’adozione dei figli da parte delle coppie gay o lesbiche e al cosiddetto “stepchild” ecc. è la esatta fotografia di quanto stiamo dicendo. Il tutto è stato mediaticamente presentato come il confronto fra la libertà, il progresso e la modernità da una parte e l’oscurantismo medioevale dall’altra. Una grossolana semplificazione di una questione estremamente più complessa che è stata appunto scientemente semplificata. Ma di questo ho già parlato in un altro articolo e non ci torno sopra  https://www.linterferenza.info/attpol/gay-pride-e-family-day-progressisti-e-conservatori/

Chiudo dicendo che fa piacere che finalmente qualche “vecchia gloria” del pensiero e della tradizione marxista, come Mario Tronti e Giuseppe Vacca, pur con le loro enormi contraddizioni, abbia cominciato a farsi delle domande e a sollevare delle perplessità. Ma non basta.

19 commenti per “Il sacro e il profano, i conservatori e i modernisti e lo spirito dei tempi

  1. aldo
    4 febbraio 2016 at 11:58

    Con tutto il rispetto per ogni opinione e di qualsiasi forma democratica di discussione , scevra di parole offensive , far diventare un problema nazionale il riconoscimento di diritti ad una piccolissima minoranza , che peraltro ha fornito nel passato artisti della grandezza di Michelangelo Buonarroti , mi sembra un’arma di distrazione di massa . Ma è solo un’opinione come tante . Viva la diversità e la democrazia .

    • Fabrizio Marchi
      4 febbraio 2016 at 12:43

      Caro Aldo, potrei rovesciare esattamente il tuo paradigma. E’ il sistema mediatico e politico dominante che ha trasformato la questione delle unioni civili in un “problema nazionale”, come lo hai definito tu stesso, e in effetti si tratta di un depistaggio ideologico, in tutti i sensi. Innanzitutto perché nessuno, sicuramente non noi e non il sottoscritto, mette in discussione il diritto di tutti e di tutte di godere pienamente dei diritti di cui godono (o dovrebbero godere) tutti e tutte. Questa è solo propaganda che serve a semplificare fino all’inverosimile il dibattito intorno a tale questione e a creare due schieramenti dove da un parte ci sarebbero i sostenitori della libertà, del progresso e della modernità, cioè del Bene, e dall’altra gli oscurantisti reazionari nostalgici del Medio Evo o del Fascismo (ce ne sono pure all’interno di quello schieramento, ma non è queto il punto…), cioè il Male. Ammetterai che tutto il sistema mediatico è schierato dalla parte dei primi (la televisione la guardiamo tutti…) e stiamo assistendo a delle vere e proprie pantomime dove la famiglia tradizionale, fino a poco fa simboleggiata con quella del famoso “Mulino Bianco”, viene descritta come il luogo di ogni orrore e di ogni bruttura, e la famiglia gay e lesbica come libera, evoluta e liberta e scevra da ogni miasmo e da ogni nevrosi… Capovolgimento delle parti
      Secondo poi è evidente che questo depistaggio punta a mettere in secondo piano le contraddizioni economiche e sociali, le diseguaglianze, la precarizzazione del lavoro, le guerre imperialiste, e tutto ciò che ne deriva. Non solo, si vogliono mettere artificiosamente in contrapposizione i diritti individuali con quelli sociali.
      Qui la partita è molto diversa da come la poni anche tu e molto, molto più complessa. La questione non è quella dei diritti dei gay, sui quali noi siamo assolutamente d’accordo, ma su cosa sta alle spalle di tutto ciò, e cioè dell’ideologia che sta spingendo in una certa direzione. Qui si punta a mettere in discussione il fatto che il maschile e il femminile, e quindi il paterno e il materno, siano un fatto naturale, si vorrebbe far credere che le polarità maschile/ femminile (da sempre in relazione dialettica) sono un mero costrutto culturale, che non c’è nessuna diversità (mi hanno insegnato che la diversità è una ricchezza…) fra maschile e femminile, che tutto può essere intercambiabile e indistinto. Questa è ingegneria genetica e sociale, con dei pericolosissimi risvolti di cui abbiamo parlato in tanti articoli che ti invito a leggere, facendoti un bel giretto in questo giornale.
      Tutto ciò non ha assolutamente nulla a che vedere con i diritti, al contrario, a mio parere è un pericoloso e assai inquietante processo di ingegneria e di manipolazione sociale, ideologica e antropologica.
      Quindi non c’è nessun bisogno, per lo meno con noi, di ricordarci che ci sono stati tantissimi omosessuali illustri e fra questi anche dei geni del pensiero, dell’arte e della scienza. Non ce n’è nessun bisogno perché per noi l’omosessualità è un fatto naturale né più e né meno dell’eterosessualità, e perché sappiamo perfettamente che ci possono essere persone intelligenti, creative e virtuose così come idioti, mediocri e meschine fra gli eterosessuali così come fra gli omosessuali. Quindi il problema, caro Aldo, è assolutamente mal posto, anche da parte tua, se me lo consenti, e con tutti il rispetto.

    • armando
      4 febbraio 2016 at 13:01

      Fossi omosessuale sarei preoccupato della normalizzazione e della borghesizzazione. Quelle eccellenze, come Michelangelo, che sottolinei, sono verissime, ma temo che stenterebbero di più a manifestarsi ove fossero affogate fra fornelli e pannolini.

      • Animus
        4 febbraio 2016 at 15:33

        Quoto Armando.
        Sarebbero i primi a contromanifestare per prendere le distanze da coloro che hanno buttto il cervello all’ammasso: l’intelligenza non ha genere…

  2. armando
    4 febbraio 2016 at 12:57

    Articolo altamente apprezzabile, al di là di alcuni disaccordi. Apprezzabile perché si pone in contrapposizione frontale ad una lettura ,diciamo così materialista in senso deteriore, della realtà e dell’uomo. Pasolini, marxista e comunista, scrisse che quando si interrogava sul “senso”, il marxismo non poteva dare risposte (tanto meno, aggiungo io, nella sua versione meccanicistica, per uscire dalla quale esiste, va riconosciuto e andrebbe meglio studiato, un filone del pensiero che fa riferimento anche a Marx, che certamente non si identifica col religioso nel senso di trascendete, ma col “religioso immanente” si) . E,a proposito del concetto di sacro, c’è da aggiungere che se, come scrive Fabrizio, ha a che fare non strettamente col religioso ma si sovrappone al mitico e simbolico, questi elementi fanno parte integralmente delle identità dei popoli, rispondano a fatti storici o meno. Ciò che conta, affinché un popolo o un’etnia si senta tale, è che si senta unito su una propria cultura che non può prescindere da credenze sulle proprie origini, siano vere o meno. Non per contrapporsi alle altre escludendole o svalorizzandole (come è spesso accaduto), ma per sentirsi indentificato e non sradicato. Di questi aspetti mitici e certamente non razionali nel senso che a questa parola siamo abituati a dare, il socialismo reale si è troppo dimenticato, in nome del razionalismo, e puntualmente ha pagato pegno. Eppure dovrebbe essere chiaro, ormai, che la modernità capitalistica, utilitarista, razionalista (in senso deteriore, perché la ragione è più del solo calcolo) , è si in grado di mettere in campo una potenza economica, militare e tecnologica spaventosa, ma non di suscitare vera passione e vera partecipazione. Ne “Il potere che frena” Massimo Cacciari ha bene descritto “l’ultimo uomo” , il soggetto della post modernità, come anche ha fatto Chesterton. L’uomo occidentale non sarà in grado di opporsi ai terroristi dell’isis perché non prova più passioni, non crede più in nulla (neanche nel comunismo) se non al suo piccolo perimetro personale. E’ spiritualmente morto, e le guerre si vincono, alla lunga, non solo con la potenza di fuoco. Serve passione, serve la consapevolezza di combattere per qualcosa che si crede davvero essenziale, e la possibilità di andare liberamente a un ristorante o a un concerto non lo è. La storia è piena di esempi in tal senso, dalla mobilitazione russa nella seconda guerra mondiale, dal Vietnam, da Cuba, ma anche in fondo, dalla mobilitazione contro il nazismo degli inglesi, che allora credevano davvero nella democrazia.

    • Animus
      4 febbraio 2016 at 16:00

      >Articolo altamente apprezzabile, al di là di alcuni disaccordi.
      L’uomo occidentale non sarà in grado di opporsi ai terroristi dell’isis perché non prova più passioni, non crede più in nulla … E’ spiritualmente morto.

      Armando, ciò di cui non vuoi fartene una ragione (a mio parere, contro ogni evidenza), sono le responsabilità in tutto questo, “noi” sappiamo bene di chi…

      Ancora ieri Il Sole 24 Ore ricordava che la Chiesa possiede al suo attivo più ospedali e università di uno stato (gigante e potente) come gli USA , che ha un valore immobiliare di 2.000 miliardi di euro (l’oro di Fort Knox è stimato in una valore di [soli] 300 miliardi di dollari), e questo, facendo una stima al ribasso e non considerando tanto e tanto altro.,

      Ecco e allora, come si fa ancora a considerare, fuori dalla storia (del male),e senza alcuna responsabilità (in negativo ovviamente), su ciò che tu poi corretamente evinci: l’uomo occidentale non crede più a nulla (come se fosse stato preso per i fondelli/usato da tempo immemore) … etc etc

      • Armando
        4 febbraio 2016 at 21:07

        Animus, tu continui a confondere, naturalmente a mio parere, la Chiesa istituzione con l’Occidente tout court. In questo senso sei come quei Neocon che difendendo l’Occidente come è credono di difendere anche il Cristianesimo, mentre invece a mio parere questo non è più così da tempo. Invece, anche in Usa, ci sono conservatori per niente Nelson, che vedono bene la china di questo Occidente. Ma neanche distingui la Chiesa della “tradizione” naturalmente coi suoi pro e contro, con la Chiesa modernista, ed ancora fai risalire tutto al figlio. Ma ti ricordo che uno dei concetti più belli del cristianesimo èè quello del figlio che si fa padre di suo padre.

        • Animus
          5 febbraio 2016 at 16:48

          Armando, ti rendi conto che le ricchezze della Chiesa, sono un “aspetto” quantomeno imbarazzante per una coscienza che possa dirsi limpida/onesta/pulita e che basa la sua “etica” sull’ “aiuto dei più poveri”…

          Parliamo solo di quelle visibili (perché non possono essere nascoste, sono lì!) e parziali (l’articolo parlava solo di valore immobilare e per stima al ribasso), difficile immaginare cosa sia il sommerso….

          Che dire poi del mostruoso conflitto d’interesse, tre chi basa la sua forza morale sulla povertà, guerre e sofferenze, ed ha i mezzi materiali (che per nulla dona in beneficienza) per provocare guerre, povertà, e sofferenza…

          Per non parlare poi di come le ha accumulate tutte ‘ste ricchezze?
          Con la carità dei fedeli?
          Ma non diciamo stupidate, piuttosto … dov’è finito l’oro dei nazisti?
          Nessuno l’ha mai trovato.
          E perché molti dei gerarchi nazisti (sembra circa 200), a guerra ormai persa, riuscirono a fuggire in Argentina, utilizzando PASSAPORTI DEL VATICANO?

          Vedi quant’è grande l’armadio pieno di scheletri della Chiesa?
          Ad essere onesti, ha tante di quelle ante, che non si riesce a contarle….

          • armando
            8 febbraio 2016 at 14:45

            Animus, ci risiamo: Io ho detto due cose 1)circa la confusione fra la teologia “tradizionale” cattolica e quella modernista 2)circa la oramai indebita identificazione fra Occidente e Cristianesimo.
            1) Le magagne della Chiesa Istituzione sono altra e contraddittoria faccenda. Altra perché è come se dicessimo che la fallimentare esperienza del comunismo sovietico, e gli scheletri negli armadi dei gerarchi del PCUS, abbiano di per sé inficiato in toto e senza appello le analisi e le idee di Marx sul capitale. Io credo che nemmeno prendendo a parametro Stalin, con tutto il male che se ne può dire personalmente e circa il tipo di regime che instaurò, si possa arrivare a quella conclusione. Ovvio poi che tutti, quindi anche Marx quindi anche le concezioni teologiche, sono soggette ad essere criticate, ma sono altro dalle magagne degli uomini di Chiesa. Contraddittoria perché è dimostrato, ad esempio, che Pio XIi lavorò per salvare molti ebrei dai nazisti.
            2)Qui il problema è cruciale, anche dal punto di vista politico. Identificare l’Occidente attuale col Cristianesimo è per me un errore madornale, perché a)l’occidente attuale è lo spazio fisico e psicologico ove regna il capitale e non ove regnano le concezioni cristiane, sia sul piano economico, sia su quello antropologico. Sarà un caso che, questa volta contraddicendo le previsioni di Schmitt, l’influenza politica reale della Chiesa cattolica mai come oggi è minima e insignificante, anche presso i suoi stessi fedeli? b)il cristianesimo non si esaurisce nel cattolicesimo, ma ha dato vita a credi diversi al suo interno, anche assai distanti l’uno dall’altro. Ad esempio, cosa c’è in comune fra l’ortodossia russa e la chiesa valdese?
            Il punto è che il mondo è complesso e contraddittorio. Dicevo ad esempio che anche all’interno del mondo conservatore americano si possono individuare linee di pensiero niente affatto assimilabili l’una con l’altra. Anche lì, a mio parere, si possono trovare buone cose e altre pessime (i neocon, tanto per intendersi). Occorre guardarsi dalla tentazione di individuare il NEMICO come fosse un moloch del tutto omogeneo. Neanche il CAPITALISMO lo è, perchè ad esempio, se parliamo in termini rigorosamente marxiani (e, quindi, facendo un peccato di economicismo), dovremmo assimilare paesi e culture assai diverse, ad esempio USA, Russia, Iran. Eppure è sotto gli occhi di tutti che, almeno oggi, proprio da lì lì passano le contraddizioni più forti che attraversano il mondo. Ti invito amichevolmente, quindi, ad essere un po’ più “laico” in certi giudizi apodittici, per riuscire a scorgere la complessità. La rappresentazione unilaterale e assoluta del MALE , di volta in volta indicato nel Comunismo, nella Chiesa, nel Cristianesimo, nell’islam, negli Usa, in Israele, etc. etc, all’infinito, non aiuta. Poi. certo, alcuni criteri di fondo, non solo è lecito ma anche necessario averli, per orientarsi. Ma , ad esempio, essere atei non significa necessariamente vedere il Male nel cristianesimo, essere cristiani non significa vedere il male nell’islam, e così via.

  3. anio fusco celado
    4 febbraio 2016 at 13:14

    Complimenti Fabrizio, testo di altissimo livello intellettuale scritto con estrema efficacia comunicativa: Tutti gli atei antireligiosi (antireligiosi non anticlericali) perché comunisti dovrebbero leggere e meditare…

  4. Fabrizio Marchi
    4 febbraio 2016 at 16:02

    troppo buono, caro Anio…:-) in realtà ciò che mi preme più di ogni altra cosa è rompere i tabù, gli steccati ideologici, i dogmi che ci impediscono di avvicinarci al vero…a sinistra stiamo messi molto peggio che a destra, da questo punto di vista…

  5. Alessandro
    4 febbraio 2016 at 17:37

    Aggiungo anche i miei complimenti a Fabrizio Marchi, che sempre più si dimostra una delle voci critiche più preziose per la sinistra italiana; peccato che rimanga sostanzialmente inascoltato, ma forse questo è un po’ il destino di chiunque cerchi di sfuggire alle facili soluzioni, al manicheismo, ai vecchi-nuovi dogmi, per niente ingenui , ma volti a un tornaconto personale, di classe, di genere…
    Vorrei solamente evidenziare un fenomeno che sempre più spesso sta prendendo piede, e si configura sempre più con i connotati dell’emergenza democratica, ossia il bombardamento mediatico su determinati fatti-episodi, che ha un duplice scopo, ossia da una parte offuscare questioni decisive e fondamentali, dall’altra garantire e rinforzare interessi, di classe e di genere, che sfociano poi tutti, consapevolmente o meno da parte dei promotori, nella difesa dello “status quo capitalista”, ma anzi, possiamo affermare, nella sua estremizzazione.
    Alcuni esempi, dai più banali ai più seri:
    si spazia dal bombardamento mediatico sul corpo delle donne-femminicidio( gestito dalle femministe moraliste-radical chic, volto a far apparire la donna come eternamente vittima e quindi meritevole di un risarcimento essenzialmente in termini di poltrone e di potere, quindi appannaggio di quest’ultime che strumentalizzano la sofferenza di alcune per puro tornaconto personale; un esempio tra i tanti:è di ieri la notizia del 40% di quote rose nei consigli regionali) alle autentiche buffonate, come la spinta di Valentino Rossi a un altro motociclista, questione dibattutissima sui media, e anche qui possiamo leggervi un interesse non da poco da parte delle case automobilistiche-motociclistiche, passando per i fatti di Colonia, vicenda amplificata enormemente e non a caso, fino ai fatti più tragici, gli attentati parigini, sganciati da qualsiasi contestualizzazione, per approdare alla questione nostrana di cui si parla nell’articolo, che consente al sistema, di cui la Sinistra è in parte serva sciocca come giustamente si afferma nell’articolo, di celebrarsi nella sua continua battaglia per la libertà e per la giustizia.
    Ridistribuzione del reddito, diritti sul lavoro che sostanzialmente scompaiono sotto i nostri occhi, nuovo padronato privato e ora pubblico sempre più arrogante, pensioni che in futuro saranno sempre più un miraggio.., tutto questo scompare dai più importanti media.
    Sullo sfondo il popolo, sempre più eterodiretto, sempre più incapace di capire ciò che accade, al massimo oscillante tra il facile complottismo e l’acritica adesione al politicamente corretto, la nuova subdola ideologia del padrone.

  6. Animus
    4 febbraio 2016 at 17:39

    Fabrizio, posso farti una confessione?
    Leggendo questo pezzo, ho sentito più di una volta accendersi la (rara) sensazione dell'”uomo universale”, termine usato per indicare il livello ancora superiore a quello del genio (esempio di uomo universale per eccellenza è Leonardo Da Vinci).

    Ora, senza arrivare a paragoni che risulterebbero eccessivi, posso sicuramente (l’ho interodotto per questo) prendere il concetto sopra espresso per coniare quello di “uomo completo”.

    La sensazione è quella di aver davanti agli occhi un articolo scritto da “uomo completo”: uno che sia capire sia sentire, quindi sia con la ragione, sia con la sensibilità, e al quale dunque è impossibile mentire, o che scambi il falso per il vero, ma cosa ancora più importante, che vede e sente, sia per ciò che gli viene detto, sia per ciò che gli viene sottaciuto/nascosto (e dunque vede anche ciò che comunemente non si vede perchè per gli altri non è visibile…), ossia, entrambe, sia l’informazione, sia la mancanza d’informazione, rappresentano per lui, una fonte informativa, perché…..perché appunto ha raggiuto lo status di “uomo universale/COMPLETO”.

    E sai chi rappresenta, per me, quest’uomo che sto descrivendo?
    Inizia con Über… 😉

    • Fabrizio Marchi
      4 febbraio 2016 at 19:43

      Caro Animus, non posso che ringraziarti per i notevolissimi e gratificanti apprezzamenti ma, parlo sinceramente, non mi sento affatto un “uber”, anzi, ho moltissimi limiti di cui sono consapevole e non sto qui ad elencarli un po’ perché l’elenco sarebbe abbastanza lungo e un po’ perché non è la sede per fare outing; del resto l’ho già fatto in altre occasioni…
      Ciò detto, penso soltanto di essere un uomo come molti altri, di certo non un fessacchiotto, questo sicuramente, che per qualche oscura ragione è riuscito a rompere gli argini, gli steccati, le gabbie, chiamiamoli come vogliamo, che imbrigliano la nostra mente e la nostra psiche. Certo è stato un percorso lungo e complesso, che non è stato fatto in un giorno. Non sono certo il solo ad averlo fatto, qui fra noi ce ne sono già diversi, ciascuno con le sue capacità e specificità.
      Quello di cui sono convinto è che questo gruppo che è andato con il tempo raccogliendosi attorno a questo giornale e a UB (anche quelli che non ne fanno parte, ovviamente, ma che collaborano attivamente e ci sono comunque vicini) sia veramente di grandissimo valore e spessore e naturalmente dotato di quella capacità critica e di “vedere oltre”, come si suol dire, che è veramente caratteristica di pochi (purtroppo).
      E qui non c’entra nulla il tasso culturale, il numero dei libri letti e men che meno il titolo di studio. Queste sono tutte fregnacce. E’ ben altro che conta.

  7. Rino DV
    4 febbraio 2016 at 19:53

    Eccellente. Un articolo di vera e alta filosofia politica. Chiarezza e completezza encomiabili.
    Come pure i commenti successivi, specie con riferimento al Sacro le cui manifestazioni fenomeniche (luoghi, tempi, forme, riti) sono espressioni archetipiche (simboli) del bisogno profondo del Limite. Il Limite è l’asse che dà ordine al mondo umano. Senza di esso si tracima nella dismisura, termine che riprendo da Albert Caraco (in “Breviario del caos”), per il quale detta assenza di “Luoghi intangibili, insondabili” è una delle condizioni della devastazione in corso.
    E cos’è il sistema della tecnoscienza liberista, la Tecnica di Ellul, (detto anche capitalismo) se non il dilagare della potenza impolitica e a-ideologica (e perciò supremamente politica e ideologica) oltre ogni limite?
    .
    Ho potuto leggere qui ciò che avrei dovuto scrivere. Con l’aspettare, altri hanno preparato il buffet. Un saporito buffet.
    .
    Segnalo solamente questo, che il depistaggio in corso sta occultando una parte del DDL Cirinnà che è una bomba (antimaschile) di profondità devastante.
    Oltre alle Unioni Civili prevede infatti anche la nascita delle “Convivenze di fatto” (art. 11) istituto giuridico senza precedenti, che comporta effetti civili-patrimoniali senza la necessità di alcuna formalizzazione (sic!) e che, al tempo stesso, vincola il l’uomo all’obbligo del mantenimento della ex convivente al pari, esattamente al pari, di quanto avviene in caso di divorzio (art. 15).
    .
    Non c’è più scampo. Ma nessuno lo sa.

  8. Giorgio
    4 febbraio 2016 at 21:14

    Fabrizio, a mio parere tu non sei un ateo ma un agnostico.
    Come me, del resto.

    • Fabrizio Marchi
      5 febbraio 2016 at 0:15

      Si, forse hai ragione…diciamo che mi interrogo, anzi mi angoscio…:-) come tanti altri del resto, ma non so darmi risposte, né tanto meno ho fede…però per qualche oscura ragione sono animato da un certo ottimismo della volontà…:-) parlo della vita terrena, sia chiaro… 🙂

  9. Pappagallus erraticus
    8 febbraio 2016 at 8:41

    Articolo pregevole. A saperlo leggere, inquietante. Rivela in qualche modo la notevole abilita` del Capitale, completamente autonomo e spersonalizzato, di riciclare a proprio uso ed abuso nuove categorie rigettando le antiche. Dio, Patria e Famiglia sono ora acerrimi nemici del Capitale, e il Capitale non ha mai cessato di essere acerrimo nemico dell` Uomo. Le conclusioni sono ben lungi dal germinare nelle menti degli accreditati bonzetti della sinistra occidentale, partitica, ideologica o sindacale che sia; dai Liberal che osannano le magnifiche sorti e progressive di un sistema finito, agli “ortodossi” che tacciano di Rosso Brunismo anche il cane del vicino se abbaia ai passanti.

    • aemando
      19 febbraio 2016 at 21:49

      A quelli che tu già citi, aggiungerei la cecità di alcuni settori del tradizionalismo cattolico. Ho l’impressione, ma anche qualcosa di più stando ad alcuni loro scritti, che anch’essi si siano fermati ad una stagione finita, quella che per necessità li vedeva schierati con tutto quanto si definiva occidentale per contrastare l’ateismo di Stato dell’Urss e il comunismo in generale. E’ interessante notare che anche Solgenystzin , in nome dell’opposizione al comunismo sovietico, da lui tragicamente vissuto e provato in prima persona, si battè per l’Occidente, Dopo però che sperimentò anche gli Usa, in cui era emigrato, iniziò a criticarlo duramente, come semplicemente un altro aspetto, questa volta pratico e senza pretese teoriche, dell’ateismo. E infatti fu ben presto accantonato e dimenticato. E’ come se, da una parte e dall’altra e ammettendo la buona fede di tutti, non si riuscisse ad afferrare l’essenza del problema.

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